Il prigioniero palestinese Khader Adnan muore in carcere dopo 87 giorni di sciopero della fame

Il prigionero palestinese Khader Adnan è morto in un carcere israeliano. (Foto: Social media)

By Redazione Palestine Chronicle

Il prigioniero palestinese Khader Adnan, che era diventato un’icona della resistenza palestinese alle politiche di detenzione israeliane, è morto in carcere nelle prime ore di martedì, dopo uno sciopero della fame durato 87 giorni, secondo quanto annunciato dalle autorità israeliane.

L’amministrazione penitenziaria israeliana ha riferito che Adnan è stato trovato privo di sensi nella sua cella in isolamento nella prigione di Ramleh ed è stato poi dichiarato morto all’ospedale di Assaf Harofeh.

Il 44enne, della città di Arraba, nel distretto di Jenin, nel nord della Cisgiordania, è stato arrestato il 5 febbraio e ha subito avviato uno sciopero della fame per protestare contro la sua detenzione illegale.

Secondo il Palestine Prisoner Solidarity Network Samidoun, le autorità israeliane lo avevano “accusato, dinanzi ai loro tribunali militari, di appartenenza alla Jihad islamica e di aver tenuto discorsi politici (‘incitamento’)”.

“L’amministrazione penitenziaria israeliana ha rifiutato di trasferirlo in un ospedale civile e ha rifiutato il suo rilascio su cauzione la scorsa settimana, dichiarando che erano necessarie maggiori informazioni sulle sue condizioni mediche”, secondo Samidoun.

Secondo la Società dei prigionieri palestinesi, Adnan è stato arrestato almeno 11 volte dal 2004 e ha tenuto cinque scioperi della fame.

Tra questi, uno sciopero di 55 giorni nel 2015 per protestare contro il suo arresto durante la cosiddetta detenzione amministrativa, in cui i sospettati sono trattenuti a tempo indeterminato senza capi di accusa o processo.

Poco dopo l’annuncio della sua morte, i gruppi della Resistenza palestinese nella Striscia di Graza hanno lanciato una raffica di razzi verso il sud di Israele.

I palestinesi hanno anche chiesto uno sciopero generale, mentre le proteste scoppiavano spontanee a Gaza e nella Cisgiordania occupata.

(The Palestine Chronicle)

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