EXPLAINER | Come va interpretato il cessate il fuoco di Gaza?

Una bambina di fronte alle rovine della sua casa, distrutta da un bombardamento israeliano. (Photo: Mahmoud Ajjour, The Palestine Chronicle)

By Redazione Palestine Chronicle

Poche ore dopo la mezzanotte di martedì 9 maggio, Israele ha lanciato quella che doveva essere una guerra lampo contro Gaza.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il suo ministro della Difesa Yoav Gallant si sono esposti in prima linea fin dall’inizio, dando all’operazione il nome di “Scudo e freccia”.

La resistenza palestinese, che ha mostrato una straordinaria forza durante la guerra,ha reagito con l’operazione “Vendicare il popolo libero”.

Perché Netanyahu ha voluto la guerra?

Molti analisti suggeriscono che Netanyahu avesse due obiettivi principali: aumentare la popolarità tra il suo popolo, protagonista di imponenti proteste contro il leader israeliano e il suo governo dall’inizio di gennaio; e convincere il ministro di estrema destra Itamar Ben-Gvir a smettere il boicottaggio delle votazioni alla Knesset israeliana.

La parola d’ordine dell’operazione è stata “deterrenza”, ovvero la capacità di ripristinare la superiorità militare di Israele sulla resistenza palestinese a Gaza.

Israele ha avuto successo?

“Il tentativo di Israele di ripristinare la ‘deterrenza’ a Gaza è fallito totalmente”, secondo il giornalista palestinese e direttore del Palestine Chronicle, Ramzy Baroud.

“Il modo in cui la Resistenza palestinese ha reagito questa volta, con una posizione unificata e rappresaglie calcolate, suggerisce un grado di maturità e forza senza precedenti nella storia di tutti i gruppi della Resistenza palestinese”, ha aggiunto Baroud.

In effetti, pochi secondi prima che un cessate il fuoco mediato dall’Egitto entrasse in vigore alle 22:00 (ora palestinese) di sabato 13 maggio, missili palestinesi a corto e lungo raggio sarebbero stati lanciati contro Israele.

Qual è stato il prezzo della guerra israeliana?

Israele ha fatto ciò che sa fare meglio in queste situazioni. Ha ucciso 33 palestinesi e ne ha feriti altri 150. Alcuni di quelli presi di mira dalle centinaia di attacchi israeliani contro la Striscia di Gaza assediata erano comandanti militari del movimento della Jihad islamica in Palestina (IJP). Tuttavia, la maggior parte dei morti e dei feriti erano civili.

Anche un israeliano è stato ucciso e altri sono rimasti feriti a causa dei razzi palestinesi.

In cosa questa guerra è stata diversa?

A cambiare, in questa occasione, sono state le operazioni palestinesi. Sebbene la Resistenza sia stata in gran parte sostenuta dal solo IJP, la battaglia stessa è stata gestita dalla Joint Operations Room, la Sala comune delle operazioni. In pratica, questo significa che l’IJP ha operato come se fosse un ramo di una più ampia rete di resistenza palestinese, invece che un gruppo completamente indipendente.

“Se l’IJP da solo è riuscito a creare una situazione di stallo per Israele e a controbilanciare l’impatto politico della guerra israeliana su Gaza, immaginiamo cosa sarebbero stati in grado di fare tutti i gruppi palestinesi se avessero unito la loro potenza di fuoco”, ha detto Baroud.

In effetti, la prospettiva che Hamas si unisse alle operazioni sembrava spaventare non poco Israele, come lasciato intendere da politici e commentatori dei media israeliani su vari canali televisivi durante i quattro giorni di guerra.

Cosa prevede l’accordo di cessate il fuoco?

L’accordo di cessate il fuoco è stato scritto in modo tale da consentire alla Resistenza palestinese di affermare che Israele si è impegnato a sospendere la politica degli assassini mirati, consentendo allo stesso tempo a Israele di affermare anche il contrario.

Ecco la traduzione esatta del testo del cessate il fuoco, scritto originariamente in arabo:

“Sulla base dell’accordo tra le due parti, l’Egitto annuncia un cessate il fuoco tra la parte palestinese e quella israeliana, esattamente alle 22:00 della notte del 13 maggio 2023. E sulla base di ciò, (entrambe le parti) accettano di impegnarsi per un cessate il fuoco che pone fine alle operazioni contro i civili, alla distruzione di case e anche alle operazioni mirate a singoli individui. L’Egitto invita entrambe le parti a rispettare l’accordo e lavorerà con entrambe le parti per darvi seguito”.

(Leggi l’originale inglese qui – The Palestine Chronicle)

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*