Tutto quello che c’è sapere sul caso della CIG contro Israele – Parola all’esperto

(Image: Palestine Chronicle)

By Redazione Palestine Chronicle

Nei giorni 11 e il 12 gennaio la Corte Internazionale di Giustizia dell’Aia (CIG) avvierà la procedura richiesta dal governo sudafricano, per indagare sul genocidio in corso nella Striscia di Gaza, ad opera di Israele.

In una dichiarazione del 29 dicembre, la CIG ha reso nota la richiesta del Sudafrica di intervento della Corte, al fine di esaminare le prove di “presunte violazioni da parte di Israele dei propri obblighi, ai sensi della Convenzione sulla prevenzione e la repressione del crimine di genocidio, in relazione ai palestinesi nella Striscia di Gaza”. 

Israele ha accettato di partecipare, presentando una contro querela nei confronti del Sud Africa.

Per comprendere la complessità di questo caso, e le possibili ripercussioni legali e politiche riguardo l’attacco su Gaza, abbiamo contattato il Dottor Triestino Mariniello.

Il Dottor Mariniello è professore di diritto alla John Moores University di Liverpool, e membro del team legale per le vittime di Gaza, presso la Corte Penale Internazionale (ICC).

Perché è importante?

La decisione del Sudafrica è storica: un paese ha deciso di intentare una causa contro Israele, davanti alla Corte Internazionale di Giustizia, per genocidio.

Non è la prima procedura legale contro Israele presso la CIG. Infatti, nel 2004, la Corte ha emesso un parere consultivo nel caso riguardante le “Conseguenze legali della costruzione di un muro nei territori palestinesi occupati”. 

Nonostante la decisione della Corte Internazionale di Giustizia, che aveva dichiarato la costruzione del muro israeliano contraria al diritto internazionale, Israele non si è ancora attenuta al parere legale.

Sarà interessante vedere se altri stati si uniranno alla causa del Sudafrica, come è accaduto con il caso dell’Ucraina contro la Russia.

Pare che Israele abbia deciso di presentarsi davanti alla Corte per contrastare la richiesta avanzata dal Sudafrica. La decisione israeliana non è scontata.  Se la notizia verrà confermata, e Israele si presenterà davvero davanti alla Corte, questo implicherebbe la possibilità per altri paesi di unirsi a Tel Aviv.

Si sta discutendo sulla possibilità che gli Stati Uniti riescano tecnicamente ad aderire alla contro querela di Israele, oppure no.  

Quando è stata redatta la Convenzione sul Genocidio nel 1948, gli Stati Uniti avevano espresso una riserva sull’Articolo IX.  Dato che la procedura è stata attivata proprio ai sensi dell’Articolo IX, e questo potrebbe impedire agli Stati Uniti di unirsi alla causa.

Cos’è la CIG?

La CIG (Corte Internazionale di Giustizia) è un organo giudiziario delle Nazioni Unite, ed è stata istituita nel giugno 1945 dalla Carta delle Nazioni Unite, per risolvere le controversie tra gli Stati.

A differenza della Corte Penale Internazionale (CPI), la CIG affronta questioni di responsabilità statale, non di responsabilità penale individuale. 

In questo caso, Israele, come tutti gli altri stati, ha il dovere di prevenire il genocidio ai sensi della Convenzione sul Genocidio del 1948, che è stata approvata e alla quale hanno aderito 153 stati.

Il 29 dicembre, il Sudafrica ha avviato il procedimento volto ad applicare la giurisdizione della Corte sull’articolo IX. 

Le azioni di Israele contro Gaza possono rientrare nella definizione legale di genocidio?

Un genocidio è la distruzione intenzionale di un gruppo protetto, completamente o in parte.

Generalmente la parte più difficile da dimostrare è l’intento genocida. In questo caso, tuttavia, ci sono dozzine di dichiarazioni rilasciate da funzionari israeliani, che sono state incluse nel dossier presentato dal Sudafrica alla Corte.

Per esempio, il file include il discorso del Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu, del 29 ottobre, che invocava la teoria di Amalek per giustificare l’uccisione dei palestinesi a Gaza, così come le dichiarazioni del Ministro della Difesa Yoav Gallant.

In aggiunta a queste dichiarazioni, abbiamo assistito a uccisioni di massa e restrizioni delle condizioni di vita fondamentali, come la negazione dei generi alimentari, la distruzione del sistema sanitario, lo sfollamento forzato e così via.

Il caso sudafricano è potente, con una squadra legale molto rispettabile, guidata dall’ex relatore speciale delle Nazioni Unite John Dugard.

Quali sono le “misure provvisorie” specificamente richieste dai legali del Sudafrica?

 Il Sudafrica richiede alla Corte di indicare misure provvisorie per “proteggere contro ulteriori, gravi e irreparabili danni ai diritti del popolo palestinese” ai sensi della Convenzione.

Alla Corte non è chiesto di giudicare se lo Stato sta commettendo un atto di genocidio.  È sufficiente dimostrare che esiste il rischio di genocidio, e che gli atti compiuti da Israele possono rientrare nella categoria, e che i palestinesi corrono il rischio di subire un genocidio.

In questo caso, il tribunale emetterebbe “misure provvisorie” che sono vincolanti, e mirano alla tutela dei diritti umani dei palestinesi, compresa la cessazione del fuoco.

La decisione è vincolante?

La decisione della Corte è vincolante.

Tuttavia, l’attuazione della decisione è una scelta politica del paese coinvolto, ma giuridicamente vincolante per ogni stato membro della convenzione sul genocidio. 

Pertanto, ogni Stato sarebbe legalmente obbligato a rispettare la decisione della Corte.

In generale la decisione non viene applicata dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Ma nel caso di una risoluzione sul cessate il fuoco, sarebbe interessante vedere come si comporterebbero gli altri paesi, e in particolare gli Stati Uniti.

Sarebbe anche interessante vedere come il procuratore della CPI potrebbe procedere riguardo le crescenti richieste contro i criminali di guerra israeliani.

Altri paesi potrebbero avviare procedure contro le autorità israeliane. L’impatto sarebbe sicuramente molto forte.

Quali sono i tempi della decisione della Corte?

Si tratta di una procedura urgente, che ha priorità su tutti gli altri fascicoli.

La Corte, infatti, ha già fissato le prime udienze per i giorni 11 e 12 gennaio.

Traduzione di Cecilia Parodi. Leggi l’articolo in inglese qui. 

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