L’esercito israeliano, non Hamas, ha ucciso civili nel Kibbutz Be’eri – riportano i media

Secondo quanto riferito, l'esercito israeliano ha sparato al kibbutz Be'eri indipendentemente dalla presenza di prigionieri israeliani. (Immagine: The Palestine Chronicle)

By Redazione Palestine Chronicle

Secondo Al-Jazeera, la KAN ha riferito che l’esercito e le forze di polizia israeliane hanno avuto un pesante scontro a fuoco con i combattenti palestinesi nel kibbutz Be’eri il 7 ottobre, nonostante fossero a conoscenza della presenza di israeliani all’interno dell’edificio.

Un’indagine della Israeli Broadcasting Corporation (KAN) ha rivelato che l’esercito israeliano era a conoscenza della presenza di israeliani nella casa presa da di colpi di carro armato nell’insediamento di Be’eri il 7 ottobre, come riferito sabato da Al-Jazeera.

Un ostaggio ha informato le forze israeliane che all’interno della casa c’erano altri 12 israeliani. Ha riferito a KAN che non gli hanno creduto.

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Secondo Al-Jazeera, la KAN ha confermato che i combattenti di Hamas non hanno sparato sui prigionieri, ma che è stato il fuoco israeliano ad ucciderli, insieme a 40 combattenti.

Le famiglie dei coloni ebrei rimasti uccisi dal bombardamento dei carri armati israeliani nel kibbutz Be’eri, avevano precedentemente chiesto all’esercito di condurre un’indagine completa e trasparente sulle decisioni che hanno portato a “questo tragico risultato”.

È accaduto quando il Generale di brigata israeliano Barak Hiram ha dichiarato al New York Times di aver autorizzato il fuoco dei carri armati contro l’edificio, “anche a costo di vittime civili”.

La radio dell’esercito israeliano aveva già rivelato che il Capo di Stato Maggiore, Herzi Halevy, aveva avviato indagini interne su tutte le unità coinvolte negli eventi del 7 ottobre.

“Direttiva Annibale”

Israele non ha ha voluto riconoscere ufficialmente l’attuazione della “Direttiva Annibale” il 7 ottobre. Tuttavia, diverse indagini hanno fatto luce sugli eventi di quel giorno.

L’ex leader del partito laburista, Shelly Yachimovich, ha chiesto il 24 dicembre un’indagine sull’attuazione da parte dell’esercito israeliano della “Direttiva Annibale” nelle città israeliane che circondano la Striscia di Gaza nella data del 7 ottobre, come riferito da Al-Jazeera.

La “Direttiva Annibale” è il nome di una controversa procedura, utilizzata dall’esercito israeliano per impedire, ad ogni costo, la cattura di soldati da parte di forze nemiche.

“C’è una campagna violenta per impedire qualsiasi indagine/discussione” sul Generale di brigata israeliano Barak Hiram “che ha consapevolmente ucciso 12 ostaggi, compresi bambini” in una casa a Be’eri”, ha scritto Yachimovich sulla sua pagina X.

“La ragione?” si chiedeva retoricamente nel tweet, aggiungendo: “Hiram è ‘l’eroe di Israele’. Gli eroi di Israele proteggono i figli di Israele, non li uccidono”.

L’ex leader laburista attribuisce l’incidente all’attuazione della direttiva Annibale, sottolineando con sarcasmo: “Annibale si è rivoltato nella tomba”.

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Genocidio di Gaza

Attualmente sotto processo davanti alla Corte Internazionale di Giustizia per genocidio contro i palestinesi, Israele sta conducendo un attacco devastante contro Gaza dal 7 ottobre.

Secondo il Ministero della Sanità di Gaza, 30.960 palestinesi sono stati uccisi e 72.524 feriti nel genocidio israeliano in corso dal 7 ottobre.

Inoltre, almeno 7.000 persone risultano disperse, presumibilmente morte, sotto le macerie delle loro case in tutta la Striscia.

Organizzazioni palestinesi, e internazionali, affermano che la maggior parte delle persone uccise e ferite sono donne e bambini.

L’aggressione israeliana ha anche provocato lo sfollamento forzato di quasi due milioni di persone provenienti da tutta la Striscia di Gaza, la stragrande maggioranza degli sfollati sono stati costretti a rifugiarsi nella città meridionale di Rafah, vicino al confine con l’Egitto, causando il più grande esodo di massa dalla Nakba del 1948.

Israele afferma che 1.200, tra soldati e civili, sono stati uccisi durante l’operazione Al-Aqsa del 7 ottobre. I media israeliani hanno pubblicato vari rapporti, i quali suggeriscono che molti israeliani siano stati uccisi quel giorno dal “fuoco amico”.

Traduzione di Cecilia Parodi. Leggi l’articolo in inglese qui. 

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