Il sostegno degli Stati Uniti a Israele, e al genocidio su Gaza – Cronologia

US President Joe Biden (L) with Israeli PM Benjamin Netanyahu. (Photo: US Embassy Tel Aviv, via Wikimedia Commons)

By Robert Inlakesh

Il sostegno incondizionato degli Stati Uniti a Israele è arrivato sotto forma di aiuti militari, politici ed economici.

Dall’inizio della guerra dichiarata da Israele contro la Striscia di Gaza che, come sostiene il Sudafrica davanti alla Corte Internazionale di Giustizia (ICJ), è di natura genocida, l’amministrazione statunitense Biden ha aiutato senza sosta il conflitto armato. Il sostegno incondizionato è arrivato sotto forma di aiuti militari, politici ed economici.

Il governo degli Stati Uniti è complice non solo dell’attuale massacro all’interno della Striscia, ma anche della creazione di tutte le condizioni che hanno portato all’escalation, a partire dal 7 ottobre.

Il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, aveva scatenato l’ira dei funzionari israeliani dopo aver dichiarato che l’attacco, guidato da Hamas contro Israele, non era avvenuto a caso.

Il contesto dell’attuale crisi umanitaria all’interno di Gaza, definita “la peggiore mai vista” dal Capo degli Aiuti delle Nazioni Unite Martin Griffiths, è stato causato dall’assedio di 17 anni imposto su tutto il territorio.

L’assedio non sarebbe stato possibile senza il sostegno degli Stati Uniti, che è proseguito nonostante le numerose richieste provenienti dalle Nazioni Unite per porre fine al blocco.

Gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni alla Striscia di Gaza dal 2006, e hanno addirittura pianificato, all’insaputa del Congresso, un colpo di stato militare contro il governo eletto, che ha portato nel 2007 agli scontri violenti tra le fazioni politiche palestinesi rivali – Hamas e Fatah.

Vengo a voi in qualità di ebreo – Blinken

A poche ore dall’inizio dell’attacco, il 7 ottobre, l’amministrazione statunitense di Biden ha posizionato una portaerei, navi da guerra e aerei da combattimento nell’area del Mar Mediterraneo per sostenere Tel Aviv. 

Il gruppo d’attacco delle portaerei statunitensi aveva ricevuto l’ordine di entrare nella regione dal Segretario alla Difesa Lloyd Austin, seguito da una dichiarazione del Segretario di Stato Antony Blinken secondo cui agli israeliani sarebbe stato fornito “pieno sostegno”.

Antony Blinken, al suo arrivo all’aeroporto Ben Gurion, aveva dichiarato al Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu di trovarsi nel paese “in qualità di ebreo”, enfatizzando affinità con gli obiettivi di guerra israeliani. 

Lanciatori di missili guidati, aerei da combattimento F-35, aiuti per la difesa aerea Iron Dome e munizioni di artiglieria: tutto questo era, da subito, promesso in dotazione a Israele.

Il 10 ottobre sono emerse notizie che riferivano di un ulteriore dispiegamento di truppe dell’esercito americano nella regione, insieme al rafforzamento navale schierato nel Mediterraneo orientale.

Inoltre, ulteriori aerei da combattimento sono stati schierati in tutte le basi americane dell’Asia occidentale. Mentre Israele si preparava all’invasione di terra della Striscia, l’amministrazione Biden preparava un pacchetto di aiuti militari del valore di 2 miliardi di dollari.

Delta Force e armi

Membri della “Delta Force” sono stati fotografati insieme al Presidente Joe Biden, il che ha portato a speculazioni riguardo l’entità della presenza americana nell’invasione via terra, a sostegno di Tel Aviv.

Il 15 ottobre, funzionari della difesa hanno dichiarato ai media americani che il loro Segretario alla Difesa aveva preparato circa 2.000 uomini da schierare in Israele, mentre l’amministrazione Biden annunciava ufficialmente la proposta di un pacchetto di aiuti militari da 2 miliardi di dollari per Tel Aviv e Kiev.

Entro il 17 ottobre, almeno cinque spedizioni di armi ed equipaggiamenti americani erano già state consegnate all’esercito israeliano. Infine, il 20 ottobre, Joe Biden ha parlato di un fondo aggiuntivo, richiesto al Congresso per l’autorizzazione, per un totale di 14 miliardi di dollari.

La Camera dei Rappresentanti americana ha accolto la proposta repubblicana di stanziare 14,5 miliardi di aiuti a Israele, portando il totale degli aiuti americani a Israele, dal 1948, a 124 miliardi di dollari (317,9 miliardi tenendo conto dell’inflazione), un aiuto economico superiore a qualsiasi altro Stato nel mondo.

All’inizio di dicembre è stato riferito che Washington aveva fornito oltre 57.000 proiettili di artiglieria da 155 mm e 15.000 bombe, molte delle quali descritte come “munizioni anti-bunker”. Si è scoperto, inoltre,  che gli Stati Uniti hanno fornito bombe da 2.000 libbre, oltre a oltre 5.000 munizioni Mk82 non guidate, più di 5.400 bombe Mk84, circa 1.000 GBU-39 di piccolo diametro e quasi 3.000 JDAM.

Autorizzazioni e veti di emergenza

Il 9 dicembre il Presidente americano ha approfittato dell’autorizzazione d’emergenza per saltare l’approvazione del Congresso, e destinare 106,5 milioni di dollari in munizioni per carri armati israeliani, poi il 29 dicembre ha nuovamente scavalcato il Congresso per autorizzare il trasferimento di ulteriori 147,5 milioni di dollari di munizioni letali a Israele.

Il Presidente degli Stati Uniti ha diffuso falsi rapporti sulle atrocità, al fine di suscitare il sostegno dell’opinione pubblica americana allo sforzo bellico. Joe Biden ha spudoratamente mentito quando ha dichiarato di aver visto foto dei combattenti di Hamas che decapitavano bambini.

Come non bastasse, gli Stati Uniti hanno posto il veto a numerose proposte di cessate il fuoco presentate al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (UNSC) e sono rimasti soli con Israele nell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite durante due votazioni cruciali che chiedevano la cessazione delle ostilità.

“Operazione Guardiano della Prosperità”

La Casa Bianca ha ordinato misure di escalation a livello regionale, tra cui l'”Operazione Prosperity Guardian” nel Mar Rosso, attacchi missilistici di precisione congiunti USA-Regno Unito contro lo Yemen, un attacco illegale per assassinare a Baghdad un gruppo appartenente all’apparato di sicurezza iracheno, e ha collaborato con Israele per compiere omicidi in Siria e Libano.

Mentre in tutta la Striscia malattie e fame si diffondono in proporzioni senza precedenti, e nessun ospedale rimane pienamente funzionante, dopo oltre cento giorni l’amministrazione Biden non ha compiuto alcun atto concreto per consentire agli aiuti di raggiungere Gaza.

L’amministrazione Biden ha fornito sostegno politico, militare, finanziario e logistico a Israele, oltre al supporto nelle “pubbliche relazioni”, rifiutando sempre di abbandonare il sostegno incondizionato.

Per questi motivi, in tutta la regione, gli Stati Uniti sono considerati un partecipante attivo nell’attacco contro Gaza.

Traduzione di Cecilia Parodi. Leggi l’articolo in inglese qui. 

- Robert Inlakesh è un giornalista, scrittore e regista di documentari. Esperto di Medio Oriente, e specializzato in Palestina. Ha contribuito con questo articolo a The Palestine Chronicle.

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