‘Gesù sarebbe nato sotto le macerie di Gaza’: La denuncia del pastore di Betlemme

(Image: Palestine Chronicle)

By Nurah Tape

Il pastore palestinese, reverendo Munther Isaac, ha criticato l’ipocrisia e il razzismo occidentale, dichiarando che Gaza è diventata la bussola morale del mondo.

Sabato, nel suo messaggio di Natale alla congregazione della Chiesa Evangelica Luterana a Betlemme, il reverendo Isaac ha detto che questo ipotetico periodo di gioia, è invece un tempo di “lutto, in cui abbiamo paura”.

“Gaza, come la conosciamo, non esiste più”, ha aggiunto. “Questo è annientamento. Questo è un genocidio”.

 “Siamo tormentati dal silenzio del mondo, i leader dei cosiddetti paesi liberi si sono schierati, uno dopo l’altro, per dare il via libera al genocidio di una popolazione prigioniera”.

“Non solo si sono assicurati di pagare il conto in anticipo, ma hanno (anche) velato la verità e il contesto, fornendo copertura politica”, ha aggiunto.

La “copertura teologica”, ha detto, è stata avallata con l’entrata della “Chiesa occidentale”.

Tra i presenti c’era una delegazione internazionale di leader cristiani, che stanno trascorrendo il Natale a Betlemme in solidarietà al popolo palestinese.

“I sudafricani ci hanno insegnato il concetto di teologia di stato, che possiamo definire come la giustificazione teologica dello status quo razzista, capitalista e totalitarista”.

Ha spiegato, quindi, di abusi dei concetti teologici e testi biblici per scopi politici.

“Qui in Palestina la Bibbia è un’arma contro di noi, usano il nostro testo sacro”.

Teologia dell’Impero

“Qui ci confrontiamo con la teologia dell’impero, una maschera che nasconde superiorità, supremazia, scelta e diritto”.

“La teologia dell’impero è un potente strumento per nascondere l’oppressione sotto il mantello della punizione divina”, ha detto il reverendo.

Ha spiegato  “Parlano di terra senza persone. Dividono le persone in noi e loro. Disumanizzano e demonizzano. E ancora ripetono il concetto di terra senza persone, anche se sapevano benissimo che la terra aveva abitanti. E non un popolo qualunque, ma un popolo davvero speciale”.

 “La teologia dell’impero impone lo svuotamento di Gaza. Proprio come aveva richiesto la pulizia etnica nel 1948, un miracolo divino così lo chiamavano”.

“Chiedono a noi palestinesi di andare in Egitto, forse in Giordania, e perché non dentro al mare?” ha chiesto il reverendo.

L’ipocrisia del mondo occidentale

Ha, quindi, aggiunto che “l’ipocrisia e il razzismo del mondo occidentale sono spaventosi”.

“Mi rivolgo ai nostri amici europei, io non voglio mai più sentirvi tenere lezioni sui diritti umani o sul diritto internazionale. E dico sul serio. Non siamo bianchi, certo, e nulla si applica a noi secondo la vostra logica.

Ha criticato i “molti cristiani nel mondo occidentale” che, in questo massacro, “hanno fatto sì che l’impero utilizzasse la teologia necessaria. È la loro legittima difesa, così hanno detto”.

“Continuo a chiedermi come sia possibile definire legittima difesa l’uccisione di 9.000 bambini? In che modo lo sfollamento di 1,9 milioni di palestinesi costituisce autodifesa?” ha proseguito.

E ancora: “L’impero ha trasformato il colonizzatore in vittima, e il colonizzato in aggressore. Abbiamo dimenticato che lo Stato con cui si relazionano è stato costruito sulle rovine di città e villaggi, degli stessi abitanti di Gaza?”

Ha poi affermato: “Siamo indignati dalla complicità della chiesa”.

“Perché vi sia chiaro amici, il silenzio è complicità. E gli inutili appelli alla pace, senza la pretesa del cessate il fuoco e della fine di questa occupazione, sono soltanto chiacchiere superficiali, alle quali non segue alcuna azione diretta, tutto avviene sotto un’ unica bandiera di complicità”.

Gaza: la bussola morale del mondo

“Quindi ecco il mio messaggio: Gaza oggi è diventata la bussola morale del mondo”.

Il reverendo ha ricordato che Gaza era un inferno anche prima del 7 ottobre, ma che il mondo taceva. “Dovremmo essere sorpresi dal silenzio adesso?” 

“Se non siete sconvolti da ciò che sta accadendo a Gaza, se non siete scossi nel profondo, c’è qualcosa che non va nella vostra umanità”, ha sottolineato.

“E se noi cristiani non siamo indignati dal genocidio, e dall’uso della Bibbia come arma per giustificarlo, c’è qualcosa che non va nella nostra testimonianza cristiana, stiamo compromettendo la credibilità del nostro messaggio evangelico”.

Ha lanciato un avvertimento ai fedeli: “Se non riuscite a definire tutto questo un genocidio, siete in colpa. Questo è un peccato orribile, state abbracciando l’oscurità volontariamente.

Gesù sarebbe nato sotto le macerie di Gaza

“In molti non hanno chiesto un cessate il fuoco, nemmeno alcune chiese hanno chiesto un cessate il fuoco. Mi dispiace per voi.”

Tuttavia, ha dichiarato, nonostante l’immenso colpo che i palestinesi hanno subito, “noi ci riprenderemo, ci rialzeremo, ci rialzeremo dal cuore della distruzione, come abbiamo sempre fatto”. Aggiungendo, però, che questo è di gran lunga il colpo più forte ricevuto da molto tempo.

Ma ha avvertito coloro che “sono complici”.

“Mi dispiace per voi. Potrete mai guarire? La carità e le parole di sgomento non faranno la differenza. Ma di certo le parole di rammarico non vi basteranno”.

 “Lasciatemelo dire: non accetteremo scuse dopo il genocidio”.

“Voglio che vi guardiate allo specchio e vi chiediate: dov’ero quando Gaza stava subendo un genocidio?” ha detto il reverendo.

Ringraziando la delegazione internazionale di leader cristiani presenti, ha proseguito rivolto a loro “attraverso voi Dio ci ha parlato, affinché nessuno di noi venga abbandonato”.

 “Se Gesù dovesse nascere oggi, sarebbe nato sotto le macerie di Gaza”.

Indicando il presepe allestito nella chiesa, che mostra un bambolotto avvolto nella kefiah palestinese e appoggiato tra detriti e macerie, ha detto “Questa mangiatoia parla di resilienza, di sumud”.

A Betlemme, celebrazioni e festeggiamenti pubblici natalizi sono stati cancellati, a causa delle atrocità in corso a Gaza. Soltanto preghiere, durante questo Natale, senza festeggiamenti.

Secondo i dati del Ministero della Sanità di Gaza, 20.424 palestinesi sono stati uccisi e 54.036 feriti nel genocidio israeliano in atto dal 7 ottobre. 

Stime palestinesi, e internazionali, affermano che la maggior parte delle persone uccise e ferite sono donne e bambini.

Traduzione di Cecilia Parodi. Leggi l’articolo in inglese qui. 

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