‘Regalerei i miei occhi a questi bambini’ – Storia di una giostra

(Photo: Mahmoud Ajjour, The Palestine Chronicle)

By Mahmoud Ajjour

“Ho aperto questa giostra per i bambini, affinché possano sfogare la loro energia, e lo stress psicologico”.

Mahmoud Saleh è ragazzo di 25 anni che vive a Rafah, nel sud della Striscia. Come la stragrande maggioranza degli abitanti di Gaza, è attualmente disoccupato. La sua famiglia ha un disperato bisogno di cibo.

Ha aperto una giostra in un’area affollata da migliaia di rifugiati, evacuati a causa del genocidio in corso a Gaza.

Mahmoud è diviso tra un disperato bisogno di soldi per il cibo, e il fatto che la maggior parte delle famiglie, nel campo profughi improvvisato, sono rimaste senza nulla.

Ha risolto l’enigma decidendo di non chiedere soldi, in questo modo i genitori dei bambini possono pagarlo o meno, a seconda della loro situazione economica.

L’iniziativa di Mahmoud Saleh potrebbe non sembrare significativa date le circostanze, ma sono le persone come lui a regalare un margine di speranza, in grado di consentire la sopravvivenza durante un genocidio.

Un giornalista del Palestine Chronicle, sfollato a Rafah, ha parlato oggi con Mahmoud, questo è quel che ci ha detto.

“Ho aperto questa giostra per i bambini, affinché possano sfogare la loro energia, e lo stress psicologico. Alcuni di loro provengono da Bureij  (Striscia di Gaza centrale), altri da Rafah (estremo sud).

E’ per tutti i bambini. E per chi non ha nulla (non può pagare), darei i miei occhi (non li faccio pagare).

Voglio solo renderli felici. Stanno soffrendo in questa vita, in questa situazione orribile.Questo è il minimo che posso fare, anzi questo è tutto quello che posso fare.

Se un padre vuole che suo figlio usi la giostra (gratuitamente), gli darò i miei occhi. Che Allah sia il nostro protettore.

Queste cose terribili stanno accadendo ai bambini. Sono distrutti.

E questo è tutto quello che posso fare, vi ringrazio”.

Traduzione di Cecilia Parodi. Leggi l’articolo in inglese qui. 

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