Scontro tra Egitto e Israele a Rafah: analisi delle notizie.

L'esercito egiziano e quello israeliano si sono scontrati al confine tra Gaza e l'Egitto (Immagine: Palestine Chronicle)

By Redazione Palestine Chronicle

L’esperto militare e strategico egiziano, il Generale di brigata Samir Ragheb, ha dichiarato ad Al-Jazeera che il vero obiettivo di Israele a Rafah non è la Resistenza palestinese, ma l’Egitto stesso.

Questi commenti sono arrivati ​​poco dopo la notizia degli scontri tra esercito israeliano ed egiziano, vicino al confine tra Gaza e l’Egitto. 

Le notizie su quanto accaduto sono poco chiare.  I media egiziani parlano dello scontro tra i soldati egiziani e israeliani, ma l’esercito egiziano non ha rilasciato alcuna dichiarazione finché la notizia non è diventata di dominio pubblico.

Infine, il Cairo ha annunciato l’uccisione di un soldato egiziano, incaricato di proteggere la zona di confine vicino a Rafah. L’esercito israeliano ha confermato la sparatoria, riservando il silenzio sui dettagli. 

Entrambi gli eserciti hanno deciso di aprire un’indagine, secondo quanto affermato in dichiarazioni separate. 

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Philadelphi Route

Secondo le regole che governano la zona da anni, se un soldato israeliano attraversa la Philadelphi Route, il territorio occupato che separa l’Egitto da Rafah, un soldato egiziano ha diritto di sparargli. 

Questa non è soltanto l’analisi del generale Ragheb, ma uno dei dettagli compresi nell’accordo di Camp David firmato tra Egitto e Israele.

Secondo il canale israeliano 14, la sparatoria sarebbe avvenuta all’interno del valico di Rafah, che fa parte della Philadelphi Route. Mentre il sito israeliano Walla, noto per l’affiliazione con l’intelligence israeliana, ha riferito che due soldati egiziani sono rimasti uccisi nello scontro a fuoco al valico.

Israele promuove l’idea di voler occupare la Philadelphi per combattere la Resistenza palestinese a Rafah, ma Ragheb sostiene che Israele non stia dicendo la verità. La sua logica è questa: Israele non sta dispiegando un gran numero di truppe sulla Philadelphi Route, sta accumulando truppe nelle parti settentrionali dell’area, in particolare all’interno della recinzione palestinese del confine di Rafah. 

Questo significa che Israele sta rafforzando le sue difese contro l’Egitto, un dato che ha fatto arrabbiare attivisti, politici e i militari egiziani.

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Il massacro delle tende

Da otto mesi i palestinesi implorano l’Egitto, e altri paesi arabi, di agire contro Israele e porre fine al genocidio di Gaza. 

Molti paesi nel mondo, compresi i paesi europei, hanno espresso una forte posizione politica e giuridica, mentre i governi arabi non sono nemmeno arrivati ​​​​a interrompere i rapporti diplomatici.

L’azione israeliana a Rafah, tuttavia, ha complicato lo scenario tra Egitto e Israele, e gli analisti egiziani, vicini al governo, hanno avvertito che Israele sta oltrepassando i limiti per la sicurezza nazionale del Cairo. 

Israele ha occupato il valico di frontiera in data 6 maggio, un’azione a cui ha fatto seguito la propaganda anti-egiziana proveniente dalla stessa Tel Aviv, che accusava l’Egitto di essere il responsabile del taglio di aiuti ai palestinesi. 

Chiaramente, né i palestinesi né gli egiziani – o chiunque altro – hanno validato tale affermazione, ma questo indica che il governo estremista di Benjamin Netanyahu sta cercando di esportare i suoi problemi a Gaza facendo irruzione in un altro paese arabo.

Quel che avrebbe potuto essere l’evento decisivo, ma che complica ulteriormente la scena, è il massacro delle tende a Rafah. Domenica notte, 26 maggio, gli sfollati palestinesi nella zona di Rafah, vicino al confine con l’Egitto, erano pronti per andare a dormire, quando i missili israeliani sono piovuti sugli accampamenti. 

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Il risultato è stato uno dei massacri più devastanti commessi contro i rifugiati palestinesi, nel corso di otto mesi di genocidio. I soldati egiziani, dall’altra parte del confine, devono aver assistito con orrore alla fuga dei palestinesi dall’inferno. 

Che questa sia stata o meno la scintilla degli scontri tra le due parti al confine, gli eventi di oggi al valico indicano che il punto di rottura, almeno per l’esercito egiziano, è stato raggiunto.

L’Egitto “non accetterà quanto sta accadendo ai suoi confini e nessuna forza impedirà di rispondere”, ha dichiarato il generale Ragheb. 

(Questa storia è in via di sviluppo)

Traduzione di Cecilia Parodi. Leggi l’articolo in inglese qui.

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