“Nessuno può uccidere il nostro sogno” – Le donne palestinesi puntano alla vetta della West Asian Cup

(Photo: Supplied)

By Romana Rubeo

“Abbiamo solo un rammarico: non ci sono atlete di Gaza. Giochiamo pensando che saranno con noi, presto”.

Natali Shaheen ha commentato così, a The Palestine Chronicle, la vittoria decisiva contro la Siria, che ha assicurato alla squadra nazionale di calcio femminile palestinese la qualificazione per la semifinale del campionato femminile della Federcalcio dell’Asia occidentale, martedì.

Alla vigilia dell’attesissima partita contro la Giordania, abbiamo parlato con Shaheen, 28enne atleta palestinese di Gerico, che vive in Italia e non ha mai rinunciato al sogno di vedere il calcio palestinese sul tetto del mondo.

“Non è facile per noi, perché non abbiamo potuto incontrarci prima. Ci siamo incontrate in Giordania e siamo volate insieme in Arabia Saudita, dove ospitano il torneo”.

Tutte le giocatrici, infatti, vivono in diaspora fuori dalla Palestina, oppure all’interno dei territori palestinesi occupati e nella Palestina del 1948. A causa delle restrizioni militari israeliane, gli atleti palestinesi non hanno libertà di movimento, e questo rappresenta un grave ostacolo alla loro formazione e carriera sportiva.

Ma per Shaheen può trasformarsi in un punto di forza. “Per noi è sempre un grande onore rappresentare la Palestina e il popolo palestinese. Rappresentiamo anche le donne palestinesi e questo ci rende orgogliose”.

Dovevamo combattere

“Quando siamo entrate in campo, sapevamo che dovevamo combattere”, ha detto Shaheen. “Dobbiamo essere in prima linea per dimostrare che le donne palestinesi esistono, e che hanno talento e passione”.

“È estremamente difficile, quello che sta attraversando il popolo palestinese è una tragedia non può esserci alcuna vera felicità, sapendo quel che accade a Gaza. Ma questo ci ha spinto a lottare il più possibile affinché almeno un bambino, una bambina, possano sorridere pensando ai nostri risultati sportivi”.

Il genocidio di Gaza non ha scoraggiato le giovani atlete, ma le ha invece ispirate a lottare per un posto tra le nazioni. La tristezza, tuttavia, rimane il tema principale tra tutti i membri della squadra.

“Le nostre giocatrici provengono da tutte le zone della Palestina, ma c’è un posto vuoto, e questo ci riempie il cuore di tristezza. Non possono esserci atlete da Gaza. Ci auguriamo in futuro di avere con noi ragazze che rappresentino la Striscia di Gaza, i talenti, la passione e i sogni di tutte le donne di Gaza”, ha detto Shaheen.

“Nessuno può uccidere o sopprimere queste qualità. Nessuno. Né l’occupazione né nessun altro. Siamo più forti di ogni altra cosa, e possiamo affrontare ogni tipo di ostacolo grazie alla nostra determinazione e alla nostra forza”.

Per arrivare in finale, le Fidaʼiyat, o Combattenti per la Libertà, dovranno sconfiggere la Giordania martedì, per poi scontrarsi con la vincente della partita Libano-Nepal, che si disputerà lo stesso giorno.

Traduzione di Cecilia Parodi. Leggi l’articolo in inglese qui. 

- Romana Rubeo è una giornalista italiana, caporedattrice del The Palestine Chronicle. I suoi articoli sono apparsi in varie pubblicazioni online e riviste accademiche. Laureata in Lingue e Letterature Straniere, è specializzata in traduzioni giornalistiche e audiovisive.

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*