By Redazione Palestine Chronicle
Funzionari delle Nazioni Unite, ed esperti di diritto internazionale, hanno criticato la Corte Penale Internazionale per la lentezza nel perseguire i responsabili dei crimini di guerra commessi a Gaza.
La Relatrice speciale sulla situazione dei diritti umani nei territori palestinesi occupati, Francesca Albanese, ha ricondiviso domenica, su X, il post di un funzionario di Save The Children che affermava “Dall’inizio del conflitto, tre mesi fa, in media più di 10 bambini al giorno hanno perso una o entrambe le gambe”
Ha poi commentato: “Saranno necessari dei processi. I criminali che hanno pianificato, ordinato ed eseguito tali crimini devono essere assicurati alla giustizia”.
Albanese ha continuato, “I tribunali nazionali con giurisdizione sui crimini di guerra, CAH (crimini contro l’umanità) e genocidio devono essere attivati, dato che la Corte Penale Internazionale si sta dimostrando lenta e inefficace riguardo la situazione in Palestina”.
Da parte sua, Balakrishnan Rajagopal, relatore speciale delle Nazioni Unite sul diritto all’alloggio adeguato, ha condiviso un post su X per sostenere l’appello di Albanese, dicendo:
“Sì, abbiamo bisogno di agire adesso, ora. L’ICC si sta rivelando troppo lenta.”
Ha aggiunto che “il trasferimento forzato della popolazione di Gaza è un atto di genocidio, soprattutto se si considera l’elevato numero di bambini”.
“Assalto genocida” da parte di Israele
L’azione militare di Israele contro la Striscia di Gaza è stata denunciata da più parti come un “assalto genocida”, e che “Tel Aviv non si prende nemmeno il disturbo di negare”.
L’incapacità del procuratore della Corte penale Internazionale Karim Khan di adottare misure, come l’emissione di mandati di arresto contro i responsabili, incluso il Primo Ministro Benjamin Netanyahu, è stata ampiamente criticata.
Triestino Mariniello, membro della squadra legale che rappresenterà le vittime di Gaza davanti alla Corte Penale Internazionale, ha criticato Khan per aver applicato “doppi standard” solo perché si tratta di crimini commessi da Israele.
“È difficile capire perché il Pubblico Ministero rimanga in silenzio riguardo l’uccisione di massa dei palestinesi, e la vasta distruzione di case civili”, ha scritto Mariniello, professore di diritto alla John Moores University di Liverpool nel Regno Unito, in un articolo sul sito web Opinio Juris.
Mariniello afferma che “sebbene il Pubblico Ministero abbia impiegato solo un anno per identificare casi concreti nella situazione in Ucraina, non ha richiesto alcun mandato di arresto o citazione in relazione a Palestina e Israele per due anni e mezzo, cioè da quando ha prestato giuramento il 16 giugno 2021”, aggiungendo che Khan aveva ereditato “un’indagine aperta sulla situazione in Palestina dal predecessore”.
“Alcuni fatti suggeriscono che la situazione della Palestina non è una priorità per Khan, almeno prima dell’ottobre 2023. Sembra che nessun investigatore della CPI abbia mai visitato Israele o i territori palestinesi.
Doppi standard
Mariniello ha affermato che le modalità con cui la Procura ha affrontato l’indagine sulla Palestina, sono in netto contrasto con la situazione in Ucraina.
“Dopo l’inizio dell’invasione russa su vasta scala (nel febbraio 2022), Khan ha effettuato diverse visite in Ucraina, ha partecipato a conferenze stampa, ha aperto il più grande ufficio sul campo della Corte, ha inviato 42 investigatori, ha aperto un portale online per raccogliere prove, e ha raccolto informazioni senza precedenti finanziamenti da vari Stati”.
Riguardo gli sfollati di Gaza, Mariniello ha dichiarato: “Durante la sua visita in Egitto il 29 ottobre, il Procuratore non ha incontrato le vittime palestinesi sfollate da Gaza”.
“Quando Khan ha finalmente deciso di parlare con le vittime palestinesi il 2 dicembre, le aspettative si sono immediatamente trasformate in delusione”.
“Nonostante le parole del Procuratore su una potenziale indagine, in relazione al rifiuto di aiuti umanitari ai residenti di Gaza, le dichiarazioni e le indagini sembrano porre l’accento su attori non statali”, ha affermato lo studioso di diritto.
Il Sudafrica denuncia Israele alla Corte Penale Internazionale
Nel novembre 2023, il Sudafrica, insieme ad alcuni altri paesi, ha denunciato Israele alla Corte penale Internazionale, per avviare un’indagine sui crimini di guerra commessi durante l’assalto alla Striscia di Gaza.
“Abbiamo presentato una denuncia perché riteniamo che vengano commessi crimini di guerra”, ha detto il presidente sudafricano, Cyril Ramaphosa.
Ramaphosa ha sottolineato “c’è bisogno che il mondo intero si sollevi e chieda al governo israeliano di cessare il fuoco, di fermare ciò che sta accadendo, vogliamo che la Corte Penale Internazionale indaghi e, naturalmente, che siano poi adottate misure legali a livello locale e globale”.
Nel frattempo, la Corte Internazionale di Giustizia (ICJ) terrà la prima udienza pubblica l’11 gennaio all’Aia, per esaminare la causa intentata dal Sudafrica contro Israele accusandolo di crimini di genocidio contro i palestinesi a Gaza.
In una recente intervista con The Palestine Chronicle, Mariniello ha descritto l’iniziativa del Sud Africa come “storica”.
“Per la prima volta, un Paese ha deciso di intentare una causa contro Israele davanti alla Corte Internazionale di Giustizia per genocidio”, ha detto Marinello.
Traduzione di Cecilia Parodi. Leggi l’articolo in inglese qui.
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