Israele utilizza profili social falsi per promuovere accuse contro l’UNRWA – Report

Un rapporto denuncia l'uso da parte di Israele di account social media per diffondere disinformazione online. (Immagine: Palestine chronicle)

By Redazione Palestine Chronicle

Secondo il quotidiano Haaretz, sono stati trovati oltre 500 diversi account falsi su Facebook, Instagram e X.

Un gruppo di ricerca ha svelato un’operazione israeliana tesa a utilizzare account falsi su una serie di piattaforme per diffondere accuse contro l’UNRWA. Secondo Haaretz, la campagna mirava ad “amplificare rivendicazioni e rapporti riguardanti il ​​coinvolgimento degli operatori UNRWA nell’operazione del 7 ottobre” condotta dal movimento di Resistenza Palestinese Hamas.

Il gruppo israeliano di controllo della disinformazione ‘Fake Reporter’ ha scoperto che tre “siti di notizie” sono stati “creati appositamente per l’operazione”.

“I siti pubblicavano rapporti copiati da altri organi di informazione reali, tra cui CNN e il Guardian. Quindi, centinaia di account falsi promuovono intensamente i contenuti di questi siti Web, combinandole a screenshot non reali”.

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Centinaia di “Avatar”

Secondo quanto riportato da Haaretz, sono stati trovati oltre 500 diversi “avatar”, o falsi account, su Facebook, Instagram e X.

“Hanno pubblicato post con parole quasi identiche e collegamenti a quelle che Fake Reporter ha definito ‘tre risorse principali’ nell’operazione di manipolazione: UnFold Magazine, Non-Agenda e The Moral Alliance”, osserva il rapporto.

Haaretz ha riferito che “l’operazione è iniziata poche settimane dopo lo scoppio della guerra, ed è ancora attiva oggi”.

Durante le prime settimane di attacco, i contenuti pubblicati dalle “tre risorse” sono stati descritti da Haaretz come “di interesse generale per il pubblico progressista”.

“I diversi avatar hanno ri-twittato, condiviso e pubblicato post con parole molto simili, e hanno iniziato la loro esistenza digitale con una dichiarazione di reale identità”, afferma il rapporto. Ogni avatar condivideva contenuti su vari argomenti, “inclusa la mancanza di sicurezza per gli ebrei americani nei campus universitari e la discriminazione contro studenti ebrei”.

I contenuti “che trattano direttamente dell’attacco contro Gaza” sono stati presi da altri siti web, come il Jewish Chronicle, il Jerusalem Post, insieme a principali media occidentali “considerati di tendenza liberale, come la CNN, The Guardian e altri”.

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‘Legislatori democratici’

Alla fine di gennaio, secondo Haaretz, “la campagna si è concentrata su un tema molto più politico: L’UNRWA, i legami di membri del personale con Hamas e il loro ruolo negli eventi del 7 ottobre”.

“Dopo l’annuncio dell’indagine sull’UNRWA e la notizia che i donatori stavano interrompendo i finanziamenti, il 28 gennaio, gli avatar hanno iniziato a pubblicare contenuti contro l’UNRWA”.

Centinaia di falsi profili hanno iniziato ad “amplificare i post e hanno risposto a legislatori statunitensi, influencers e principali organi di stampa sui social media con commenti quasi identici riguardo alle “rivelazioni scioccanti e inquietanti del rapporto”.

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Infatti, “le persone maggiormente colpite da tali commenti da parte dei falsi profili erano politici americani, in particolare account social media dei legislatori democratici”. Dall’inizio dell’attacco, le tensioni all’interno del Partito Democratico sono aumentate.

Un recente sondaggio del Wall Street Journal ha rilevato che la disapprovazione per la gestione della guerra da parte di Biden è al 60%, otto punti in più rispetto a un precedente sondaggio condotto a dicembre.

Il giornale osserva che l’alto livello di disapprovazione si è fatto strada fino alle urne, oltre 100.000 persone hanno votato alle primarie presidenziali democratiche del Michigan in protesta contro le politiche del Presidente su Israele.

Traduzione di Cecilia Parodi. Leggi l’articolo in inglese qui. 

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