By Redazione Palestine Chronicle
In un video ampiamente diffuso di quel periodo, si vede Nabhan tenere in braccio il corpo senza vita di Reem, sussurrare parole tenere come “Anima della mia anima” e abbracciarla nel suo ultimo saluto.
Khaled Nabhan, noto per la sua struggente frase “Anima della mia anima”, è stato ucciso lunedì in un attacco aereo israeliano sul campo profughi di Nuseirat, nel centro di Gaza.
Nabhan era diventato noto per questa frase commovente, pronunciata mentre dava l’addio alla nipotina Reem, di tre anni, tragicamente uccisa in un raid aereo israeliano nel novembre 2023.
In un video diventato virale in quel periodo, si vede Nabhan tenere in braccio il corpo senza vita di Reem, sussurrare parole tenere come “Anima della mia anima” e abbracciarla nel suo ultimo saluto. Il video ha avuto una profonda eco nel cuore di molti, facendosi il simbolo del dolore e della perdita subiti da centinaia di famiglie di Gaza.
Dal 7 ottobre 2023, Israele conduce una guerra genocida e implacabile contro la Striscia di Gaza, provocando una devastante crisi umanitaria.
Oltre 151.000 palestinesi sono stati uccisi o feriti, la maggior parte dei quali donne e bambini. Inoltre, più di 11.000 persone risultano disperse in mezzo a distruzione diffusa, carestia e uno dei peggiori disastri umanitari della storia moderna.
Il mio amore, il mio cuore, i miei occhi
Reem è stata uccisa quando un raid israeliano ha preso di mira la sua casa nella Striscia di Gaza lo scorso novembre. Suo nonno Khaled, che la adorava, si è aggrappato al suo ricordo togliendole con cura un piccolo orecchino d’oro dall’orecchio e portandolo sul petto, per tenere il suo spirito vicino al suo cuore.
Khaled ricorda con affetto i momenti di gioia che Reem ha portato nella sua vita.
“Mi chiamava con la sua vocina dolce, mi portava cibo e acqua e riempiva le mie giornate di felicità. Le dicevo: ‘Oh amore mio, cuore mio, occhi miei’”, ha dichiarato ai media palestinesi dopo la morte di Reem.
Parlando di quella tragica notte, Khaled ha raccontato: “Ci siamo svegliati con il rumore delle macerie che ci crollavano addosso. Un attacco aereo israeliano aveva colpito la nostra casa nel campo di Nuseirat”.
“Mi sono ritrovato intrappolato sotto le macerie con lacerazioni ed ematomi, mentre mia figlia era ferita. I miei nipoti, Reem e Tariq, sono stati uccisi e gli altri figli hanno riportato ferite”.
“Il bombardamento è avvenuto senza preavviso, nel cuore della notte”, ha aggiunto.
Il dolore di Khaled per la perdita di Reem è incommensurabile. “Reem, l’anima della mia anima, era con me ogni giorno. Giocavo sempre con lei e ha portato tanta luce nella mia vita. La sua morte ha lacerato la mia anima. Mi sveglio e vado a dormire con le lacrime agli occhi”.
https://x.com/muhammadshehad2/status/1868582504208400662
Genocidio in corso
In spregio a una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che chiedeva un cessate il fuoco immediato, Israele ha affrontato la condanna internazionale per la sua continua e brutale offensiva su Gaza.
Attualmente sotto processo davanti alla Corte internazionale di giustizia per genocidio contro i palestinesi, Israele sta conducendo una guerra devastante su Gaza dal 7 ottobre.
Secondo il Ministero della Sanità di Gaza, 45.028 palestinesi sono stati uccisi e 106.962 feriti nel genocidio in corso a Gaza dal 7 ottobre 2023.
Inoltre, almeno 11.000 persone sono irreperibili, presumibilmente morte sotto le macerie delle loro case in tutta la Striscia.
Israele afferma che 1.200 soldati e civili sono stati uccisi durante l’operazione “Al-Aqsa Flood” del 7 ottobre. I media israeliani hanno pubblicato rapporti che suggeriscono che molti israeliani sono stati uccisi quel giorno da “fuoco amico”.
Le organizzazioni palestinesi e internazionali affermano che la maggior parte delle persone uccise e ferite sono donne e bambini.
La guerra israeliana ha provocato una grave carestia, soprattutto nel nord di Gaza, che ha causato la morte di molti palestinesi, soprattutto bambini.
https://x.com/PalestineChron/status/1868665652107448379
L’aggressione israeliana ha anche provocato lo sfollamento forzato di quasi due milioni di persone da tutta la Striscia di Gaza, con la stragrande maggioranza degli sfollati costretti nella città meridionale di Rafah, densamente affollata e vicina al confine con l’Egitto, in quello che è diventato il più grande esodo di massa della Palestina dalla Nakba del 1948.
In seguito, durante la guerra, centinaia di migliaia di palestinesi hanno iniziato a spostarsi dal sud al centro di Gaza, alla costante ricerca di un posto sicuro.
Leggi l’originale inglese qui
(PC, AJA)
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