Crisi dell’esercito israeliano – Servono 10.000 soldati, ma 900 ufficiali vogliono dimettersi

Il Ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant. (Foto: Segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Wikimedia Commons)

By Redazione Palestine Chronicle

L’esercito israeliano ha di recente riconosciuto una crisi tra i gradi di comando, una notevole tendenza tra ufficiali nei ranghi di capitano e maggiore ad abbandonare i loro incarichi. 

Il Ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, ha annunciato lunedì che l’esercito israeliano ha urgentemente bisogno di 10.000 soldati in aggiunta per poter proseguire la guerra in corso, nella Striscia di Gaza.

“L’esercito ha bisogno di 10.000 soldati in più immediatamente”, ha dichiarato Gallant alla radio dell’esercito, durante una sessione della commissione per gli Affari Esteri e la Difesa della Knesset.

Ha dichiarato che l’esercito potrebbe reclutare 4.800 soldati tra i maschi ultra-ortodossi.

Tutto questo fa seguito alla sentenza unanime della Corte Suprema israeliana, della scorsa settimana, secondo la quale gli ebrei ultra-ortodossi devono essere soggetti alla leva militare, ponendo fine a decenni di esenzione dal servizio.

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Mandato della Corte Suprema

Con una decisione storica, che potrebbe avere un impatto significativo sulla scena politica israeliana, martedì la Corte Suprema del Paese ha stabilito all’unanimità che gli ebrei ultra-ortodossi devono essere inclusi nella leva militare.

Secondo l’emittente pubblica israeliana Kan, tutti i nove i giudici della Corte concordano sul fatto che non esista alcuna base legale affinché il Governo debba esentare gli studenti Haredi Yeshiva dal servizio militare.

Inoltre, la Corte ha stabilito che il Governo non può più fornire sostegno finanziario alle scuole studentesche Yeshiva, con esenzione dal servizio militare.

Dal 2017, i vari governi israeliani hanno faticato a raggiungere un consenso sul reclutamento degli Haredi, poichè la Corte Suprema aveva invalidato una legge del 2015 che li esonerava dal servizio militare, citando una violazione del “principio di uguaglianza”.

Il Times of Israel riporta che circa 67.000 maschi Haredi sono idonei al servizio militare.

I partiti religiosi, principali alleati del Primo Ministro Benjamin Netanyahu, si oppongono all’arruolamento degli ebrei Haredi. 

Al contrario, i partiti laici e nazionalisti lo sostengono, e chiedono che gli studenti religiosi condividano l’“onere della guerra”, così causando una sfida significativa per la coalizione di Netanyahu.

Gli ebrei Haredi, che costituiscono circa il 13% della popolazione israeliana su 9,7 milioni di abitanti, tradizionalmente non prestano servizio militare, a causa del loro impegno nello studio della Torah, libro sacro dell’ebraismo.

Netanyahu si trova ad affrontare una notevole pressione politica, per il malcontento pubblico causato dall’offensiva israeliana a Gaza, ancora in atto dopo otto mesi, e per gli scandali politici in corso.

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Crisi dell’esercito

Nel frattempo, il Canale israeliano 12 ha riferito che l’esercito riconosce una crisi tra i gradi di comando, e una notevole tendenza di ufficiali, nei ranghi di capitano e maggiore, che abbandonano i loro ruoli. 

Dall’inizio del genocidio, lo scorso anno, circa 900 ufficiali hanno chiesto l’annullamento dei loro contratti. 

Questa crisi è dovuta a diversi fattori, e gli eventi del 7 ottobre hanno avuto grande impatto. Gli ufficiali hanno riferito di sentirsi sottovalutati e delegittimati sia dal pubblico che da alcuni politici.

Traduzione di Cecilia Parodi. Leggi l’articolo in inglese qui. 

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