By Redazione Palestine Chronicle
Quasi due milioni di palestinesi sono ormai sfollati dalle loro case, Gaza ha una popolazione complessiva di 2,3 milioni di persone.
I rifugiati si sono concentrati principalmente nel sud di Gaza, in particolare nella estremità più meridionale del sud, tra Khan Yunis e Rafah.
La maggior parte di loro si trova nelle regioni di Tell Al-Sultan e Al-Mawasi, al confine con il Mar Mediterraneo.
Nonostante l’immensa sofferenza, il mare continua ad offrire una tregua, uno spazio di respiro, anche se temporaneo, mentre i bombardamenti israeliani continuano anche contro questi campi profughi nel sud.
Il Palestine Chronicle ha visitato la spiaggia di Rafah, seguendo una giovane ragazza che cercava conchiglie e un ragazzino che giocava con il suo cane.
Poi un padre, insieme alle sue cinque figlie, ha chiesto che venisse scattata loro una foto di famiglia.
Quando il nostro giornalista si è unito a un gruppo di uomini, che guardavano il blu del mare di fronte a loro, un ragazzo ha chiesto di poter condividere un messaggio.
“Siamo arrivati fino a qui, in riva al mare, nonostante la guerra, i bombardamenti e i massacri”, racconta.
“Siamo venuti qui nonostante tutte le cannoniere e le portaerei. L’America è nel mare, Israele è nel mare, l’esercito egiziano è nel mare, e solo Dio sa quanti mercenari, da ogni parte del mondo sono pronti in mare per partecipare alla guerra contro di noi.
“Ma noi insistiamo, perché questo mare è il nostro mare, e questa terra è la nostra terra. Al-Quds (Gerusalemme) è nostra. La causa è la nostra causa, e non ci muoveremo di un solo centimetro”.
“E questo mare”, ha ripetuto indicando davanti a sé, “è il nostro mare”.
Non molto lontano da lui, due ragazzini si stavano rincorrendo veloci sopra la sabbia gialla, mentre le onde seguitavano a frangersi, come fanno da tempo immemorabile.
Traduzione di Cecilia Parodi. Leggi l’articolo in inglese qui.
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