‘Palestina Libera’ – Opposizione insorge, due regioni sospendono rapporti con Israele

The President of the Apulia region, Michele Emiliano. (Photo: Damiano Zoffoli, via Wikimedia Commons)

By Redazione Palestine Chronicle

La Puglia e l’Emilia-Romagna interrompono i rapporti con il governo israeliano per il genocidio a Gaza, mentre l’opposizione italiana chiede sanzioni, riconoscimento della Palestina e stop alla vendita di armi.

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha annunciato l’interruzione di tutti i rapporti istituzionali con il governo israeliano, in segno di protesta contro il genocidio dei palestinesi nella Striscia di Gaza.

«A causa del genocidio in corso contro palestinesi inermi da parte del governo Netanyahu», si legge nella nota dell’amministrazione regionale, Emiliano ha invitato «tutti i dirigenti e i dipendenti della Regione, delle sue agenzie e delle società partecipate» a «interrompere qualsiasi tipo di rapporto con i rappresentanti istituzionali del governo Netanyahu e con tutti coloro a esso riconducibili che non dimostrino chiaramente e inequivocabilmente l’intenzione di sostenere iniziative volte a fermare il massacro dei palestinesi nella Striscia di Gaza».

Emiliano ha sottolineato che si tratta di una posizione rivolta specificamente contro il governo Netanyahu, e non contro il popolo israeliano, ricordando che molti israeliani e membri della diaspora ebraica si oppongono a quel governo e chiedono la fine delle uccisioni.

Anche la Regione Emilia-Romagna ha preso una decisione analoga. Il presidente Michele de Pascale ha comunicato la sospensione dei rapporti con il governo israeliano in una lettera inviata ai membri della giunta e ai dirigenti dell’ente. Nella missiva, de Pascale ha chiesto che siano interrotti «i rapporti anche con tutti i soggetti riconducibili al governo che non siano apertamente e dichiaratamente motivati dalla volontà di porre fine al massacro in corso, fino a che il rispetto del diritto internazionale non venga ripristinato». La decisione comporterà il congelamento — almeno fino alla fine della guerra — di numerosi progetti di cooperazione che la Regione porta avanti da anni con realtà israeliane.

Nel frattempo, il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha dichiarato mercoledì scorso che l’offensiva israeliana in corso su Gaza «è diventata inaccettabile» e deve cessare immediatamente.

Parlando durante un acceso dibattito alla Camera dei Deputati, Tajani ha messo in guardia contro ogni tentativo di espellere con la forza i palestinesi dalla Striscia:
«Chiediamo a Israele di fermarsi immediatamente. Devono finire i bombardamenti, l’assistenza umanitaria deve riprendere al più presto, e il diritto internazionale deve essere rispettato», ha affermato, aggiungendo che «l’espulsione dei palestinesi da Gaza non è e non sarà mai un’opzione accettabile».

Tuttavia, l’opposizione ha criticato con forza la posizione del governo italiano, chiedendo sanzioni contro Israele e il riconoscimento formale dello Stato di Palestina.

«Oggi non urliamo, né gridiamo. Sussurriamo due parole che trattate come se fossero sovversive, ma che in realtà sono parole da cui tutti quelli che credono in un mondo più giusto devono partire: Palestina libera

«Per convocare l’ambasciatore israeliano avete aspettato che l’esercito israeliano sparasse in aria all’arrivo di venti diplomatici europei. Avete fatto bene. Ma per 60.000 morti, non valeva la pena fare lo stesso?»

Il deputato Riccardo Ricciardi (M5S) ha poi elencato una serie di azioni politiche urgenti che il governo continua a rifiutare:

«Ve lo abbiamo detto decine di volte: riconoscere lo Stato di Palestina; richiamare l’ambasciatore italiano da Israele; riconoscere ufficialmente la sentenza della Corte Penale Internazionale contro Netanyahu; smettere di vendere armi a un governo genocida; sanzionare Israele; e non rinnovare l’accordo militare con Israele l’8 giugno.»

L’opposizione ha annunciato una grande manifestazione a Roma per il 7 giugno, per chiedere la fine della complicità italiana nella guerra contro Gaza.

Nonostante i legami storici tra Italia e Israele, si moltiplicano le crepe anche all’interno della maggioranza di destra, mentre cresce la pressione internazionale per fermare la guerra e chiedere giustizia.

Venerdì anche la città di Barcellona ha interrotto i rapporti istituzionali con il governo israeliano, sospendendo l’accordo di gemellaggio con Tel Aviv. Il Consiglio comunale ha approvato la misura, dichiarando che resterà in vigore «fino a quando non sarà rispettato il diritto internazionale e garantiti i diritti fondamentali del popolo palestinese».

Dal 7 ottobre 2023, la guerra israeliana contro Gaza ha causato oltre 177.000 morti o feriti palestinesi — per lo più donne e bambini — con oltre 14.000 dispersi e centinaia di migliaia di sfollati.

(PC, Italian media)

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