La guerra di Israele agli animali di Gaza e il “veganwashing” di Tel Aviv

Palestinians in Gaza and their pets are in constant danger due to Israel's relentless bombardment. (Photo: via Social Media)

By Nurah Tape

Tra le vittime di morte e distruzione causate dall’assalto israeliano contro Gaza, ci sono anche le amate creature a quattro zampe, fanno parte della popolazione insieme ai loro umani.

Lo zoo di Gaza, nel nord, ospita circa 100 specie di animali, e non è stato risparmiato dall’ira israeliana. Tra le vittime figurano iene, lupi e rare volpi palestinesi.

Amici pelosi

I palestinesi scavano a mani nude tra le macerie degli edifici distrutti per raggiungere i propri cari, e lo stesso sforzo viene compiuto per salvare i loro amici pelosi, come i tanti gatti domestici di Gaza.

Sono numerosi i video di bambini che mostrano i propri gatti, alcuni salvati dalle macerie, altri portati via con loro durante la fuga dalle case.

Il cibo scarseggia a Gaza, ma qualcosa viene sempre messo da parte per gli animali domestici.

In un video, pubblicato pochi giorni prima della sua morte a seguito di un attacco aereo israeliano, si vede il fotoreporter Montaser Al-Sawaf che fa mangiare i gatti randagi in mezzo alle macerie.

“Qual è la differenza tra lei e un essere umano?” chiede un bambino, Muhammad Nasir, mentre culla tra le braccia la sua gattina Lulu. “È solo lo sguardo e la voce, tutto qui.”

“Un’anima, lei ne ha una”, spiega. “Lei ha dei sentimenti, se non ha acqua le viene sete. Lei ha fame, si capisce.”

In un altro video, una ragazzina di 13 anni, Sara Tamimi, accarezza il suo gatto dicendo: “Simsim è un essere vivente proprio come noi, sta attraversando la nostra sofferenza, ha paura come noi, questa non è casa sua, e non sta mangiando il suo cibo”.

Simsim e altri gatti offrono ai bambini di Gaza un po’ di conforto e distrazione dal tumulto che li circonda.

Ancora un video mostra un ragazzino che tiene in braccio il suo gatto, mentre dice: “Tutto il mondo ha paura della guerra, anche i gatti”. Ha detto di aver trovato il gatto nascosto in posti “che non conoscevamo, lui li ha svelati”.

‘Faccio mangiare loro prima di me ’

Una donna anziana ha raccontato ad Al Jazeera, sempre in un video, di aver rischiato la vita per tornare a casa dopo un bombardamento, solo per salvare i suoi uccelli e tartarughe. “Siamo stati bombardati nel cuore della notte, ho preso mia figlia e suo figlio, e sono scappata.” Mentre era in fuga, le sono venuti in mente i suoi uccellini. “Sono tornata indietro e li ho presi”, anche se è caduta una seconda bomba, dice.

“Come proteggo la mia anima, proteggo anche loro, perché sono spiriti (anime) e ho paura per loro.”

Sono passati 21 giorni da quando è fuggita da casa “la vita è dura” dice la donna, ma riesce a trovare qualcosa da mangiare per i suoi animali domestici. “Faccio mangiare loro prima di me.”

In un altro video, si vedono civili di Gaza fornire cure mediche a un cane ferito dalle schegge di un attacco aereo israeliano.

Anche cavalli e asini, un mezzo di trasporto comune a Gaza, soprattutto nella situazione attuale, sono rimasti vittime dei bombardamenti.

Bisan Owda è una regista di Gaza, ora diventata famosa per la frase distintiva all’inizio dei suoi video: “Questa è Bisan da Gaza, sono ancora viva”.

Quando ha condiviso su Instagram che, dopo il bombardamento della sua casa, non sapeva dove fossero finiti i suoi tre gatti, decine di migliaia di persone hanno simpatizzato per lei.

Nonostante il “Veganwashing”, Israele viola i diritti degli animali

Hanno mostrato dispiacere i combattenti di Hamas quando si sono imbattuti in un cane morto, utilizzato dall’esercito israeliano in un tunnel di Gaza.

Nel video diffuso dal gruppo della Resistenza, l’animale viene mostrato a terra, con l’attrezzatura fotografica agganciata al corpo. Secondo quanto riferito, il cane faceva parte di un gruppo di soldati attirati nel tunnel e uccisi.

Ahmad Safi è il co-fondatore della Palestine Animal League (PAL), un collettivo di attivisti per i diritti degli animali che opera in tutta la Cisgiordania occupata.

PAL ha gestito il primo caffè vegano nel mondo arabo, e collabora con la città di Tulkarem a un programma di recupero, castrazione, vaccinazione e rilascio (TNVR) per cani randagi.

Safi ha espresso preoccupazione, nel 2019, in un rapporto di The New Arab, su quello che ha definito “veganwashing”.

“Gli israeliani stanno usando il veganesimo e i diritti degli animali per ripulire la loro immagine nel mondo”, ha detto Safi al sito di notizie.

“I diritti degli animali non sono semplicemente un mezzo per raggiungere l’emancipazione nazionale: sono parte integrante della stessa lotta”, afferma nel rapporto.

Un altro rappresentante del PAL, Ahlam Tarayra, ha dichiarato: “Non è sufficiente issare la bandiera palestinese”.

“Se vuoi liberare la tua terra, devi lavorare per costruire una società forte che si prenda cura di tutti coloro che la abitano. La Palestina è la gente, gli animali, le piante, tutto”.

Safi ha dichiarato di essere stato testimone di diverse occasioni in cui i soldati israeliani hanno sparato e ucciso cani randagi, mentre tentavano di interagire con i loro cani militari durante le incursioni nel suo campo profughi.

Per il PAL, il veganesimo non è una dieta, ma uno stile di vita etico, basato sul principio che la violenza contro tutti gli animali, compreso l’uomo, è un male da combattere, aggiunge nel rapporto.

Questo mette in discussione il fatto che le forze israeliane vengano definite “l’esercito più vegano del mondo”,  mentre sono responsabili di orribili violenze contro il popolo palestinese, sottolinea l’articolo.

L’affermazione si riferisce a un rapporto dei media israeliani del 2018, secondo il quale un soldato israeliano su 18 si è dichiarato vegano, con un aumento esponenziale dai tre anni precedenti.

L’adolescente israeliana Mia Leimberg è stata vista affiancata da combattenti di Hamas mascherati mentre stringeva in braccio il suo cane, Bella, durante la consegna per il rilascio ostaggi a novembre.

Come Bella è stata per lei “sostegno morale” durante la sua prigionia, così lo sono anche gli animali coinvolti nel brutale massacro su Gaza, per tutti i bambini che stanno provando a sopravvivere.

Traduzione di Cecilia Parodi. Leggi l’articolo in inglese qui. 

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