By Redazione Palestine Chronicle
Una corte israeliana ha deciso, nella giornata di giovedì, di prolungare la detenzione di Khaled El Qaisi per altri sette giorni. Al momento, secondo i familiari, non sono ancora stati formulati espressamente dei capi d’accusa.
Le poche persone autorizzate ad assistere all’udienza hanno comunicato che il giovane ricercatore italo palestinese starebbe “abbastanza bene,” secondo Michele Giorgio, corrispondente de il Manifesto dal Medio Oriente.
El Qaisi è stato arrestato dalle autorità israeliane il 31 agosto scorso, mentre attraversava il valico di frontiera ‘ di Allenby dopo aver trascorso le vacanze con la famiglia a Betlemme.
Khaled “è stato trattenuto dalle autorità israeliane ed è tuttora prigioniero in virtù di una misura precautelare in attesa di verifica di elementi per formulare un’accusa,” avevano scritto ieri in una lettera aperta la moglie e la madre di El Qaisi.
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“La famiglia, gli amici ma anche chi ha semplicemente avuto occasione di conoscerlo – hanno concluso – sono in fremente attesa di avere aggiornamenti,” avevano aggiunto.
Associazioni filo-palestinesi in Italia hanno lanciato una petizione per chiedere il rilascio immediato di El Qaisi, mentre dalla politica si sono levate le voci del Movimento 5 stelle, dell’Alleanza Verdi Sinistra e di Rifondazione Comunista.
“Si tratta di un’inaccettabile detenzione preventiva in attesa della stessa definizione di un’ipotesi di reato,” ha denunciato Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista.
“Drammatica normalità per uomini, donne e minori palestinesi. Un’aberrazione del diritto – ha sottolineato Acerbo – divenuta consuetudine per chi vive nei territori occupati di Gaza e Cisgiordania”.
(The Palestine Chronicle)
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