Islamofobia e cronaca: Gaza e l’arma dell’antisemitismo

Il Jewish Chronicle attacca gli studenti palestinesi e musulmani per la loro solidarietà con Gaza. (Immagine: Palestine Chronicle)

By Ilan Pappé

Se state pensando che le accuse rivolte ai musulmani britannici, definiti terroristi presumibilmente al servizio di Hamas, siano iniziate solo dopo il 7 ottobre, vi sbagliate.

Nelle ultime settimane, il settimanale londinese The Jewish Chronicle (JC) ha iniziato a prendere di mira studenti palestinesi e musulmani, per la solidarietà con le vittime del genocidio israeliano in corso nella Striscia di Gaza.

Questa campagna prevede un attacco particolarmente feroce contro i nostri studenti e il personale dell’Università di Exeter, che accoglie un numero abbastanza elevato di studenti palestinesi.

Quando il Primo Ministro britannico, Rishi Sunak, ha richiesto politiche più vigili contro l’estremismo e il razzismo, avrebbe dovuto cominciare con la lunga tradizione islamofobica di JC. Questo giornale, come molti altri giornali di destra e filosionisti, tendono ad accusare gli attivisti arabi e musulmani di antisemitismo.

Nel caso della nostra università, alcune delle persone diffamate sono giovani donne, probabilmente ritenute abbastanza vulnerabili da poter essere colpite dalla campagna tossica di disinformazione e calunnia.

Se state pensando che le accuse rivolte ai musulmani britannici, definiti terroristi presumibilmente al servizio di Hamas, siano iniziate solo dopo il 7 ottobre, vi sbagliate.

Nel 2018, un rapporto del Muslim Council of Britain aveva denunciato il JC definendolo la pubblicazione più islamofoba del Regno Unito. Un anno dopo, il JC aveva reagito pubblicando un articolo di Melany Philips, in cui si sosteneva che la parola ‘islamofobia’ rappresentasse un termine fasullo e antiebraico.

Dal novembre 2022, il JC ha mostrato grande lealtà al governo estremista in Israele, ripetendo a pappagallo la falsa equazione coniata da Netanyahu che collega Islam, terrorismo e antisemitismo. Questa equazione è stata definita da Israele come “nuovo antisemitismo”. Include chiunque osi criticare Israele e le sue politiche.

Attraverso un’organizzazione farlocca che si auto definisce “Musulmani contro l’antisemitismo”, JC ha dato spazio a una narrazione superficiale e unidimensionale dell’Islam, e del suo atteggiamento nei confronti degli ebrei.

L’elezione di un musulmano a leader del Partito Nazionale Scozzese, nel marzo 2023, e quindi a Primo Ministro scozzese, ha immediatamente scatenato accuse da parte del JC, del tutto infondate, di suoi presunti legami con Hamas.

Un’altra dimensione di islamofobia, da parte del JC, ha preso vita quando il giornale ha raccontato il torneo mondiale di calcio in Qatar, durante il novembre 2022. L’intero evento è stato descritto, da JC, come influenzato dall’Iran, visto come emblema dell’Islam, costantemente definito come un paese che cerca di uccidere gli ebrei, ovunque si trovino, e di spazzare via lo Stato di Israele.

Le spiegazioni di JC ai suoi lettori riguardo cosa sia l’Islam confinano, quasi sempre, con l’islamofobia.

Il 20 aprile 2023, come molte volte in precedenza, il JC è tornato alla sua favola preferita sull’Islam. Questa volta hanno sottolineato un riferimento alla battaglia di Khaybar, citato da una piccola minoranza di manifestanti che avevano preso parte a cortei di solidarietà con la Palestina.

“Il canto di Khaybar si riferisce al massacro di ebrei da parte di un esercito musulmano nella battaglia di Khaybar, durante il settimo secolo”, riferiva il JC. Non ci fu alcun massacro di ebrei a Khaybar, ma una battaglia tra un esercito musulmano, guidato dal profeta Maometto, e gli ebrei di Khaybar.

Gli ebrei furono sconfitti ma fu permesso loro di rimanere a Khaybar, a condizione che pagassero un tributo annuale allo stato musulmano nella città di Medina.

JC confondeva – intenzionalmente o semplicemente per incompetenza – gli eventi di Khaybar, avvenuti nel 628 d.C., con un altro evento, avvenuto l’anno prima, e che presumibilmente vide la tribù ebraica Banu Qurayza “punita per il tradimento”.

Il riferimento, inoltre, non riesce a cogliere la base non religiosa del movimento filo palestinese, che era stato in grado di portare un milione di persone nelle strade di Londra, durante una dimostrazione a sostegno a Gaza.

Questi attivisti non si trovavano lì per ricordare Khaybar, ma perché lo Stato di Israele, che JC sostiene incondizionatamente, stava distruggendo sistematicamente e in modo incrementale la Palestina e il popolo palestinese. Come ebreo, nato in Israele, ero tra i manifestanti, insieme a persone di ogni credo religioso.

Le accuse di giornalismo non etico, contro JC, non sono state mosse soltanto da chi è stato diffamato dal giornale.Anche l’Independent Press Standard Organization (IPSO), ente regolatore nel Regno Unito della stampa, ha condiviso la medesima preoccupazione.

Il JC è stato sottoposto più volte a un attento esame. In particolare, il suo attuale redattore, Jake Wallis Simons, è stato indagato secondo il codice degli editori IPSO. 

L’IPSO ha riscontrato che, in alcuni dei casi, che ho citato, il JC ha violato il codice pubblicando ripetutamente informazioni false e inaccurate, molto spesso contro attivisti e organizzazioni filo palestinesi.

Chi si era rivolto all’IPSO, tuttavia, è rimasto molto deluso. Le azioni intraprese dal cane da guardia ufficiale, sono state considerate come una leggera tiratina d’orecchie, che non ha scoraggiato il JC né lo ha costretto a cambiare atteggiamento.

Un appello relativamente riuscito è stato, invece, lanciato da Audrey White, un’attivista laburista di Liverpool e sostenitrice dell’ex leader del partito laburista, Jeremy Corbyn.

White e i suoi amici si sono lamentati con IPSO di un classico articolo diffamatorio del JC, in cui lei veniva accusata di essere antisemita solo per aver sostenuto i palestinesi.

L’IPSO aveva riscontrato dieci violazioni del codice da parte del JC in quel rapporto. La JC non ha avuto altra scelta, se non quella di scusarsi pubblicamente e di accettare di pagarle una somma di risarcimento danni, più le spese legali. Successivamente, White aveva confermato che si trattava di una somma sostanziale.

Sconfitte come questa, tuttavia, non hanno fermato il JC. Un esempio recente della loro tipica fusione tra islamofobia e reportage, basato sui fatti distorti, è una storia firmata dallo stesso editore, Wallis Simons.

Wallis Simons aveva riportato un evento accaduto vicino a Betlemme, presentandolo come prova della natura anti cristiana dell’Islam. Inutile dire che la JC, di regola, non ha mai mostrato alcuna compassione verso l’oppressione dei cristiani palestinesi da parte di Israele.

Simons aveva descritto l’incidente in un tweet, poi cancellato, che diceva “I musulmani palestinesi lanciano un attacco durante il Ramadan alla Chiesa dell’Annunciazione a Beit Jala, vicino a Betlemme”. In realtà non c’era stato alcun “attacco musulmano”. L’incidente era stato semplicemente una conseguenza di una disputa cominciata in un ristorante.

La spietatezza d’azione di Israele contro la Striscia di Gaza, ha spinto alcuni dei tradizionali alleati del giornale a riconsiderare il loro sostegno incondizionato.

È tempo che la comunità anglo-ebraica ritorni a valori fondamentali di umanità e compassione, che un tempo costituivano la spina dorsale della sua moralità.

Traduzione di Cecilia Parodi. Leggi l’articolo in inglese qui. 

- Ilan Pappé è docente presso at the University of Exeter ed ex docente di scienze politiche presso l'Università di Haifa. Tra i suoi volumi figurano La Pulizia Etnica della Palestina, Storia della Palestina Moderna e 10 Miti su Israele. Pappé è considerato uno dei 'nuovi storici' israeliani che, dopo la pubblicazione di documenti britannici e israeliani nei primi anni '80, hanno contribuito a riscrivere la storia della creazione di Israele nel 1948. Ha contribuito questo articolo al Palestine Chronicle.

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