“Il tempo stringe, la carestia è imminente” a Gaza – L’UNRWA reagisce alle sanzioni statunitensi e occidentali

UNRWA Commissioner-General Philippe Lazzarini meets with displaced people in southern Gaza. (Photo: Mohamed Hinnawi, via UNRWA)

By Redazione Palestine Chronicle

Il Commissario Generale dell’UNRWA, Philippe Lazzarini, ha sottolineato con apprensione le gravi implicazioni della sanzione contro l’intero popolo di Gaza, causate delle accuse israeliane contro alcuni individui dell’organizzazione.

Quasi una dozzina di paesi occidentali hanno sospeso tutti i finanziamenti all’Agenzia di soccorso delle Nazioni Unite, in seguito alle dichiarazioni di Israele che accusa alcuni dipendenti di essere coinvolti nell’operazione del 7 ottobre, condotta dalla Resistenza palestinese.

“È scioccante vedere una sospensione dei fondi all’Agenzia, in reazione ad accuse mosse contro un piccolo numero di dipendenti, soprattutto considerando l’azione immediata che l’UNRWA ha intrapreso rescindendo i loro contratti, e richiedendo un’indagine trasparente e indipendente”, ha affermato Lazzarini sabato scorso. 

“L’Ufficio delle Nazioni Unite per i Servizi di Supervisione Interna (OIOS), la massima autorità investigativa nel sistema delle Nazioni Unite, si sta già occupando di questa questione gravissima”, ha aggiunto.

Il Commissario Generale ha spiegato che l’UNRWA è la principale agenzia umanitaria a Gaza, e che “oltre 2 milioni di persone dipendono da noi, per la loro sopravvivenza”.

“Molti soffrono la fame e il tempo stringe, il rischio di carestia è incombente”, ha avvertito Lazzarini.

L’Agenzia gestisce rifugi per oltre 1 milione di persone, fornisce cibo e assistenza sanitaria di base anche nel pieno delle ostilità, ha continuato a spiegare Lazzarini.

Sentenza della ICJ sull’assistenza umanitaria

Venerdì, la Corte Internazionale di Giustizia ha ordinato che “Israele deve adottare misure immediate, ed efficaci, per consentire la fornitura dei servizi di base e dell’assistenza umanitaria, necessari con urgenza per fronteggiare le avverse condizioni di vita che stanno affrontando i palestinesi nella Striscia di Gaza”.

“Queste misure mirano a prevenire danni irreparabili riguardo i diritti dei palestinesi”, ha affermato Lazzarini. “L’unico modo per attuarle è attraverso la cooperazione con i partner internazionali, in particolare l’UNRWA, il più grande attore umanitario a Gaza”.

Ha quindi sottolineato che “circa 3.000 dipendenti su 13.000 a Gaza continuano il loro lavoro, offrendo alla comunità un’ancora di salvezza, che adesso può svanire all’improvviso a causa della mancanza di finanziamenti”.

Lazzarini ha avvertito: “E’ immensamente irresponsabile sanzionare un’Agenzia, e un’intera comunità, per accuse di atti criminali contro alcuni individui, soprattutto in un momento di guerra, sfollamenti e crisi politiche nella regione”.

Ha infine specificato che l’UNRWA condivide, ogni anno, l’elenco di tutto il suo personale con i paesi ospitanti, incluso Israele.

“L’Agenzia non ha mai avuto alcun motivo di preoccupazione su alcun membro del personale”.

“Nel frattempo, l’indagine dell’OIOS su queste atroci accuse stabilirà i fatti concreti. Inoltre, come ho annunciato il 17 gennaio, una revisione indipendente da parte di esperti esterni, aiuterà l’UNRWA a rafforzare la propria struttura, e a intensificare la stretta coerenza di tutto il personale ai principi umanitari. “

I paesi sono invitati a riconsiderare la sospensione

Il funzionario dell’UNRWA ha esortato i paesi che hanno sospeso i finanziamenti “a riconsiderare le loro decisioni prima che l’UNRWA sia costretta a interrompere la risposta umanitaria”.

“La vita delle persone a Gaza dipende da questo sostegno, e così anche la stabilità regionale”, ha concluso.

Secondo gli esperti di diritti umani delle Nazioni Unite, gli abitanti di Gaza costituiscono attualmente l’80% di tutte le persone nel mondo in condizione di carestia e fame, e il dato segnala una crisi umanitaria senza precedenti, mentre sulla Striscia proseguono senza sosta i bombardamenti e l’assedio israeliano.

“Attualmente ogni singola persona a Gaza sta soffrendo la fame, un quarto della popolazione muore di fame, fatica a trovare cibo e acqua potabile, la carestia è imminente”, hanno affermato gli esperti.

Inoltre, tutti i bambini sotto i cinque anni – circa 335.000 – sono a rischio di grave malnutrizione, si legge nella dichiarazione.

Secondo il Ministero della Sanità di Gaza, 26.422 palestinesi sono rimasti uccisi, e 65.087 feriti nel genocidio in corso a Gaza dal 7 ottobre.

Stime palestinesi, e internazionali, affermano che la maggior parte delle persone uccise e ferite sono donne e bambini.

Traduzione di Cecilia Parodi. Leggi l’articolo in inglese qui. 

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