‘Hitleryugend’, un ISIS israeliano: La storia dei due Kook che nazionalizzarono l’ebraismo – ILAN PAPPE

(Image: Palestine Chronicle)

By Ilan Pappé

Il fenomeno del sionismo religioso ha origine dagli insegnamenti di due tra i più rispettati rabbini sionisti, padre e figlio, appartenenti alla famiglia Kook.

I media mainstream, e i governi del Nord del mondo, insistono sul fatto che dovremmo equiparare Hamas e ISIS. Questa posizione è modellata sull’insistenza di Israele che vuole un tale accostamento.

Si tratta di un paragone falso, ma è importante far notare che esiste un caso di studio migliore per dimostrare la fusione tra messianismo dogmatico e violenza.

Questo paragone, però, non riguarda un fenomeno palestinese, ma israeliano.

Questo fenomeno ha origine nell’insegnamento di due tra i più rispettati rabbini sionisti, padre e figlio, appartenenti alla famiglia Kook.

Avraham Itzhak Kook (1865-1935), originario della Lettonia, una regione al tempo russa, è considerato il padre del sionismo religioso.

Questa corrente ideologica messianica, razzista e fondamentalista sta crescendo in termini di presenza e influenza tra le élite politiche israeliane, che seguono gli insegnamenti e le visioni di Rabbi Kook e di suo figlio, Zvi Yehuda Hacohen Kook (1891-1982).

Kook, il padre.

Parliamo di Kook, il padre.

Avraham Kook era giunto in Palestina nel 1904, diventando la più importante autorità rabbinica in grado di sfidare la visione ebraica ortodossa, ancora oggi sostenuta da molti. Gli ortodossi ritengono che il sionismo sia un tentativo di manomettere la volontà di Dio e che, pertanto, non dovrebbe essere appoggiato.

In qualità di rabbino capo della comunità sionista nella Palestina mandataria, all’epoca del colonialismo britannico in Palestina, dal 1918 al 1948, Kook aveva dato la sua benedizione al progetto sionista.

Da una posizione autorevole, Kook predicava del diritto del popolo ebraico sulla Palestina, in quanto volontà di Dio, e che i rabbini avrebbero dovuto fare tutto il possibile per persuadere gli ebrei nel mondo a colonizzare la Palestina.

Negli anni ’20 Kook era stato particolarmente attivo nel progetto di espansione dell’area intorno al Muro del Pianto, a Gerusalemme, attuabile attraverso lo sfratto degli abitanti musulmani. Aveva suggerito di risarcirli, un programma che Israele ha cercato di implementare dopo la guerra del 1967.

L’eredità principale di Kook è un luogo per l’apprendimento, chiamato Merkaz Harav, “il Centro del Rabbino”.

L’ istituzione è diventata un sito importante nella storia del sionismo religioso, a causa della forte influenza del figlio di Kook, il rabbino Zvi Yehuda Hacohen Kook.

Kook, il figlio

Parliamo di Kook, il figlio.

Zvi Kook è stato il vero padre ideologico del movimento messianico Gush Emunim, che ha portato avanti la giudaizzazione della Cisgiordania occupata, e della Striscia di Gaza, dopo la guerra del ‘67.

Negli anni, questo movimento si è spostato dai margini del sistema politico israeliano, al centro. Alcuni dei membri, infatti, sono diventati importanti ministri in vari governi israeliani.

Fino alla sua morte, nel 1982, Zvi Kook è stato molto più impegnato del padre nella colonizzazione della Palestina storica, intesa come imperativo religioso e atto necessario per la redenzione del popolo ebraico.

La voce di Kook era stata in qualche modo soffocata tra il 1967 e il 1977, quando il Partito Laburista era salito al potere. Durante quegli anni, il governo fu coinvolto nel processo di giudaizzazione della Cisgiordania e della Striscia di Gaza, sempre attraverso pulizia etnica e massacri, ma sulla base di un’ideologia diversa: quella del sionismo laico-socialista.

Quando il Likud aveva preso il potere, nel 1977, Zvi Kook era famoso come leader spirituale dei coloni che stavano occupando gran parte della Cisgiordania, costruendo avamposti nel cuore di aree palestinesi densamente popolate.

Si riteneva che una colonizzazione aggressiva avrebbe accelerato la de-arabizzazione della Cisgiordania. Questo processo voleva mettere sotto pressione i palestinesi, impossessandosi di tutte le loro risorse, come la terra, l’acqua e persino l’accesso al mercato del lavoro.

Con l’aiuto dell’esercito, questa metodologia spietata è divenuta una pratica quotidiana fatta di abusi, molestie e, in alcuni casi, di uccisione e ferimento diretto dei palestinesi, specialmente nelle vicinanze degli insediamenti illegali in rapida crescita.

E’ stato conveniente, per tutti i governi israeliani, fingere che i piani espansionistici venissero attuati senza la loro approvazione. Ma è una bugia. 

La maggior parte delle azioni dei coloni in Cisgiordania sono state coordinate direttamente con i comandanti militari sul posto, e approvate dai governi successivi.

I gruppi di vigilantes e vandali, educati al Merkaz Harav, sono stati stimolati dalle sentenze religiose di Zvi Kook, editti che dirigevano le loro azioni contro i palestinesi, e che impedivano a qualsiasi governo di “cedere” anche solo un centimetro quadrato della cosiddetta “Eretz Israel”. 

È importante notare che, per Zvi Kook e i suoi discepoli, “Eretz Israel” include anche la Giordania.

Anche parecchi ebrei laici in Israele ammiravano questa brutale forma di colonizzazione, inquadrandola come continuazione della “gloriosa” colonizzazione della Palestina durante il periodo del mandato britannico.

“Gioventù delle colline”

La manifestazione più estrema del Kookismo è il Noar Ha-Gevaot, la “Gioventù delle Colline”.

Il gruppo, costituito da centinaia di giovani, era stato fortemente incoraggiato dal Primo Ministro israeliano Ariel Sharon nel 1998, che chiedeva di “occupare ogni collina libera in Cisgiordania e a stabilirsi lì”. 

La strategia mirava a concretizzare “fatti irreversibili” sul territorio, in un percorso verso la totale giudaizzazione della Cisgiordania.

Il principale modus operandi del Noar Ha-Gevaot è noto come Tag Mehir, il ‘Prezzo da pagare’. 

Si tratta di attacchi feroci e immotivati ​​contro fattorie, automobili, aziende e campi palestinesi.

Durante questi assalti, i membri del gruppo bruciavano una moschea o una chiesa, tentando,e  talvolta con successo, di bruciare vive le persone all’interno delle loro case, o di ucciderle durante questi pogrom.

Nel mentre di questi episodi di violenza, l’esercito israeliano restava a guardare, permettendo agli estremisti di portare a termine i loro attacchi senza ostacoli.

Negli ultimi anni, questo gruppo messianico è entrato in modo sistematico nei quartieri palestinesi delle città miste all’interno di Israele, come Akka, Haifa, Jaffa, Al-Lid e Al-Ramleh.

Hanno costruito “centri di apprendimento” nel mezzo delle aree palestinesi, e molestano costantemente la popolazione. 

Questi coloni hanno svolto un ruolo importante nell’istigazione delle rivolte contro le comunità palestinesi del ’48, durante il maggio 2021.

Negli ultimi anni i Giovani delle Colline hanno aggiunto una nuova componente al repertorio violento, l’incursione ad Al-Haram Al-Sharif, il luogo musulmano palestinese più sacro. 

Lo scopo è quello di istigare una reazione che, a loro avviso, faciliterebbe la costruzione del cosiddetto terzo tempio sulle rovine della moschea di Al-Aqsa, con la speranza di accelerare l’avvento del messia ebraico.

Potere ebraico, sionismo religioso

La Gioventù delle Colline è diventata una seria minaccia dopo le elezioni nel novembre 2022, poiché i due partiti politici che li sostengono pienamente, Ozma Yehudit (Potere ebraico) e Haziyonut Hadatit (Sionismo religioso) hanno aumentato significativamente la loro rappresentanza alla Knesset. 

Questo riacquistato potere ha permesso al Primo Ministro israeliano di destra Benjamin Netanyahu di stabilire il suo governo.

I rappresentanti estremisti sono ora ministri nell’attuale gabinetto, con Bezalel Smotrich come Ministro delle Finanze e Itamar Ben Gvir , un tempo avvocato difensore dei vigilantes, come Ministro della Sicurezza Nazionale.

Smotrich e Ben-Gvir, insieme ad altri ministri dei loro partiti, non fanno parte del piccolo consiglio di guerra creato dopo gli eventi del 7 ottobre. 

Non hanno molto impatto sulle politiche genocide in corso portate avanti dall’esercito israeliano a Gaza, ma saranno cruciali nel determinare la prossima mossa di Israele, che mira a riportare i coloni ebrei nella Striscia.

Inoltre, questi politici estremisti, stanno intensificando i terribili attacchi contro la comunità palestinese della Cisgiordania occupata, e sono i leader della nuova campagna di terrore e razzismo contro gli arabi palestinesi del ’48.

Hanno già avuto successo, questi estremisti, con i loro implacabili attacchi contro i villaggi di Masafer Yatta, nelle colline meridionali di Hebron. 

Con il tacito aiuto dell’esercito israeliano, hanno sgomberato migliaia di palestinesi. 

Da anni i  governi israeliani desiderano de-arabizzare quell’area, al fine di creare un’integrità territoriale per gli ebrei dal Negev (il Naqab) al fiume Giordano.

Molti di questi rappresentanti religiosi sionisti si stanno facendo strada nei vertici dei servizi di sicurezza, e dell’esercito.

Obiettivo finale è chiudere il cerchio, iniziato con un rabbino che aveva deciso di nazionalizzare l’ebraismo, come progetto coloniale all’inizio del XX secolo, e costruire una teocrazia capace di portare a termine ciò che il sionismo non era riuscito a fare: la distruzione completa del popolo palestinese.

Moshe Zimmerman, il principale storico israeliano della Germania moderna, nel 1995 aveva paragonato i discepoli di Kook a un altro gruppo che terrorizzava gli ebrei durante i tempi bui del nazismo. 

In un’intervista al quotidiano israeliano Yedioth Ahronot ha dichiarato:

“C’è un intero settore della società israeliana che, senza esitazione, definisco un imitatore dei nazisti. Guardate i coloni ebrei a Hebron, sono esattamente come l’Hitleryugend. Sono indottrinati, dalla culla, agli arabi cattivi, all’antisemitismo, e su come tutti siano contro di noi. Diventano suprematisti paranoici, proprio come l’Hitleryugend”.

Non serve dire altro.

Traduzione di Cecilia Parodi. Leggi l’articolo in inglese qui. 

- Ilan Pappé è docente presso at the University of Exeter ed ex docente di scienze politiche presso l'Università di Haifa. Tra i suoi volumi figurano La Pulizia Etnica della Palestina, Storia della Palestina Moderna e 10 Miti su Israele. Pappé è considerato uno dei 'nuovi storici' israeliani che, dopo la pubblicazione di documenti britannici e israeliani nei primi anni '80, hanno contribuito a riscrivere la storia della creazione di Israele nel 1948. Ha contribuito questo articolo al Palestine Chronicle.

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