Gli Stati Uniti uccidono “un gran numero di palestinesi” a Gaza: cosa sapeva Aaron Bushnell?

(Image: Palestine Chronicle)

By Redazione Palestine Chronicle

Un amico anonimo di Bushnell ha dichiarato al Post: “Sabato mi ha detto che abbiamo truppe in quei tunnel, che i soldati americani partecipano agli omicidi”.

Il giovane soldato americano che si è dato fuoco davanti all’ambasciata israeliana a Washington DC il 25 febbraio, aveva una conoscenza diretta dei soldati americani impegnati nei combattimenti a Gaza, come riferito dall New York Post, che ha citato un amico di Aaron Bushnell.

Bushnell, aviatore americano che prestava servizio nella 70° Unità di Sorveglianza e Ricognizione dell’Aeronautica militare, ha agito nel disperato tentativo di attirare l’attenzione sul genocidio israeliano nella Striscia, secondo le sue ultime parole.

Le ultime parole sono state: “Sto per intraprendere un atto di protesta estremo ma, rispetto a ciò che le persone hanno vissuto in Palestina per mano dei loro colonizzatori, non lo è affatto. Questo è quel che la nostra classe dirigente ha deciso di rendere normale”.

Ma il Post suggerisce che dietro la storia ci sia altro.

“Sabato mi ha detto che abbiamo truppe nei tunnel, che i soldati americani che agli omicidi”, ha riferito l’amico anonimo di Bushnell al Post, che ha verificato la connessione tra i due.

Cosa ha detto il suo amico

Questi sono estratti dalla dichiarazione dell’amico di Bushnell al Post:

“Il suo lavoro prevedeva l’elaborazione di dati di intelligence. Parte di quel su cui stava lavorando aveva a che fare con l’attacco israeliano a Gaza. Mi ha detto che era tutto sulla sua scrivania, che l’esercito americano è coinvolto nel genocidio in corso a Gaza”.

“Ci sono molte cose che non so, ma posso dirti che il tono della sua voce era chiaramente spaventato. Non l’ho mai sentito parlare con quel tono”.

Militari americani a Gaza

L’amministrazione Biden insiste sul fatto che nessuna truppa americana sarebbe direttamente coinvolta a Gaza, ma i resoconti dei media suggeriscono che gli Stati Uniti abbiano invece un coinvolgimento militare diretto nell’attacco israeliano, che ha causato l’uccisione e il ferimento di oltre 100.000 civili.

Il Post ha citato un precedente articolo del New York Times, il quale riferiva che le forze di operazioni speciali statunitensi sono state dispiegate in Israele dal 7 ottobre per “identificare gli ostaggi, compresi gli ostaggi americani”.

“Forze speciali sono state anche messe a disposizione per assistere la strategia delle truppe israeliane a Gaza, che vogliono stanare i membri di Hamas dalla rete di tunnel sotto il territorio”, dichiara il Post, aggiungendo che il rapporto del NYT evidenziava che le truppe americane non sarebbero “utilizzate nel combattimento”.

Il genocidio di Israele

Il genocidio israeliano a Gaza ha acceso rabbia in tutto il mondo, non solo contro Israele, ma anche contro gli Stati Uniti e i suoi alleati occidentali, che hanno sostenuto direttamente l’attacco o hanno fatto ben poco per fermarlo.

Attualmente sotto processo davanti alla Corte Internazionale di Giustizia, con l’accusa di genocidio contro i palestinesi, Israele sta continuando una guerra devastante a Gaza dal 7 ottobre.

Secondo il Ministero della Sanità di Gaza, 29.954 palestinesi sono stati uccisi e 70.325 feriti nel genocidio in corso dal 7 ottobre.

Almeno 7.000 persone risultano disperse, presumibilmente morte sotto le macerie, delle loro case in diverse aree della Striscia. Organizzazioni palestinesi, e internazionali, affermano che la maggior parte delle persone uccise e ferite sono donne e bambini.

L’aggressione israeliana ha anche provocato lo sfollamento forzato di quasi due milioni di persone, provenienti da tutta la Striscia di Gaza, costringendo la stragrande maggioranza degli sfollati a rifugiarsi nella città meridionale di Rafah, vicino al confine con l’Egitto, causando il più grande esodo di massa a partire dalla Nakba del 1948.

Israele afferma che 1.200, tra soldati e civili, sono stati uccisi durante l’operazione Al-Aqsa del 7 ottobre. I media israeliani hanno pubblicato rapporti che indicano come causa del decesso il “fuoco amico”.

Traduzione di Cecilia Parodi. Leggi l’articolo in inglese qui. 

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