Giornalisti Hossam Shabat e Mohammed Mansour uccisi da raid aerei israeliani a Gaza

Palestinian journalists Hossam Shabat and Mohammed Mansour were killed in Israeli airstrikes. (Design: Palestine Chronicle, via social media)

By Redazione Palestine Chronicle

I giornalisti Hossam Shabat e Mohammed Mansour sono stati uccisi in attacchi aerei mirati, mentre il bilancio delle vittime tra gli operatori dei media continua a salire.

I giornalisti palestinesi Hossam Shabat e Mohammed Mansour sono stati uccisi lunedì in raid aerei israeliani che li hanno colpiti in due luoghi distinti a Gaza.

Shabat, collaboratore di Al Jazeera Mubasher, è stato ucciso a Jabaliya, nel nord di Gaza, quando un attacco aereo israeliano ha colpito la sua auto.

Meno di un’ora prima, aveva pubblicato su Facebook un post sulla morte di Mansour, ucciso in un altro raid israeliano che ha colpito il suo appartamento a Khan Yunis, nel sud di Gaza.

L’Ufficio comunicazione del governo di Gaza ha riferito che le morti di Mansour e Shabat portano a 208 il numero totale di giornalisti uccisi dall’inizio della guerra israeliana contro Gaza.

L’ufficio ha condannato gli attacchi come assassinii deliberati di giornalisti palestinesi.

Ha inoltre esortato le organizzazioni internazionali della stampa, tra cui la Federazione Internazionale dei Giornalisti e l’Unione dei Giornalisti Arabi, ad agire contro queste continue violazioni della libertà di stampa.

Le organizzazioni internazionali e i difensori della libertà di stampa hanno ripetutamente lanciato allarmi sul sistematico targeting dei giornalisti a Gaza. Nonostante le crescenti richieste di responsabilità, le forze israeliane continuano le loro operazioni militari, rendendo Gaza uno dei luoghi più pericolosi al mondo per i professionisti dei media.

Gli ultimi raid aerei arrivano in un contesto di crescente bilancio delle vittime civili a Gaza.

Il Ministero della Sanità di Gaza ha riferito che i bombardamenti israeliani delle ultime 48 ore hanno ucciso 61 persone e ne hanno ferite 134.

Il ministero ha avvertito che un numero imprecisato di vittime rimane intrappolato sotto le macerie, poiché i soccorsi sono gravemente ostacolati dalla carenza di carburante e dal collasso delle attrezzature della protezione civile.

Genocidio in corso

La rinnovata violenza israeliana del 18 marzo ha interrotto una tregua iniziata il 19 gennaio. Le ultime azioni militari hanno ucciso centinaia di palestinesi e ne hanno feriti molti altri, per lo più civili, tra cui donne e bambini.

Sebbene queste violazioni siano state condannate da numerosi paesi e organizzazioni per i diritti umani, gli Stati Uniti hanno continuato a sostenere Israele, affermando che la campagna militare è stata condotta con la loro conoscenza e approvazione.

Dal mese di ottobre 2023, Israele ha ucciso oltre 50.000 palestinesi, per lo più donne e bambini, lasciando Gaza in rovina.

Nel novembre 2024, la Corte Penale Internazionale ha emesso mandati di arresto per il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu e l’ex Ministro della Difesa Yoav Gallant, accusandoli di crimini di guerra e crimini contro l’umanità a Gaza.

Israele deve inoltre affrontare un processo per genocidio presso la Corte Internazionale di Giustizia per le sue azioni nell’enclave.

(PC, AJA)

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