Gaza a Davos – Cosa dicono i leader mondiali sulla guerra israeliana a Gaza?

(Image: Palestine Chronicle)

By Redazione Palestine Chronicle

I leader mondiali si sono riuniti lunedì, nella località svizzera di Davos, per l’incontro annuale del World Economic Forum.

Tra i partecipanti figurano oltre 60 capi di Stato. Il tema dell’incontro di quest’anno è “Ricostruire la fiducia”. L’evento si svolge nel momento in cui tutto il mondo è testimone della devastante guerra genocida di Israele contro Gaza.

Numerosi leader hanno espresso preoccupazione per il genocidio in corso, e opinioni sulle possibili soluzioni.

Altri hanno continuato a difendere il cosiddetto “diritto di Israele a difendersi”, nonostante quasi 100.000 palestinesi, per lo più donne e bambini, siano stati uccisi nel massacro.  

Questi sono alcuni dei commenti legati all’attacco contro Gaza, e all’occupazione israeliana della Palestina.

Norvegia: governo di unità

Oslo si è impegnata a formare un governo per i palestinesi.

“Un certo numero di paesi stanno lavorando con noi, per cercare di costruire un governo di ampia unità (in Palestina)”, ha dichiarato il Ministro norvegese degli Affari Esteri, Espen Barth Eide.

Eide non ha nominato questi paesi, ma ha sottolineato che il territorio palestinese unificato dovrebbe essere governato dall’Autorità Palestinese, sostenuta dall’Occidente.

Poi ha aggiunto, “Prima di tutto, deve essere quello che vogliono i palestinesi”.

Qatar: “Bisogna porre fine alla guerra di Gaza”

Il Primo Ministro del Qatar, Sheikh Mohammed Bin Abdulrahman Al Thani, ha descritto l’attuale situazione in Medio Oriente come “la ricetta per un’escalation ovunque”.

Ha dichiarato che l’unico modo corretto per fermare gli attacchi di Ansarallah Houthi, è fermare l’aggressione sulla Striscia di Gaza.

“Dobbiamo affrontare la questione centrale, che è Gaza, per disinnescare tutto il resto. Se ci concentriamo solo sui sintomi, senza curare i problemi reali, le soluzioni saranno temporanee”.

Arabia Saudita: “Prima la Palestina”

Il Ministro degli Esteri saudita, il principe Faisal Bin Farhan, ha affermato che, sebbene la pace regionale dovrebbe includere Israele, questo ha un prezzo.

“Siamo d’accordo sul fatto che la pace regionale includa la pace per Israele, ma potrebbe avvenire solo attraverso la pace per i palestinesi e uno Stato palestinese”.

Quando all’Arabia Saudita è stato chiesto se intende  riconoscere Israele come parte di un ampio accordo politico, la risposta è stata: “Certamente”.

Il principe Faisal ha dichiarato che garantire la pace regionale attraverso la creazione dello Stato palestinese, “è qualcosa su cui abbiamo e lavorato con l’amministrazione statunitense, ed è molto rilevante nel contesto di Gaza”.

USA: “I pezzi ci sono”

Il Consigliere per la Sicurezza Nazionale statunitense, Jake Sullivan, ha appoggiato l’espansione dei cosiddetti Accordi di Abramo, nonostante il genocidio in atto a Gaza.

“Non è impraticabile. I pezzi sono pronti per essere assemblati, e raggiungere il risultato; non tra anni, ma a breve termine, se tutti noi ci uniamo prendendo la decisione, saggia e coraggiosa, di percorrere questa strada”, ha detto Sullivan.

Turchia: “Boicottaggio Davos”

Il Presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha chiesto ai funzionari del paese di non partecipare al World Economic Forum di Davos, a causa della posizione degli organizzatori riguardo l’attacco di Israele a Gaza, secondo Bloomberg, citando “persone che hanno familiarità con la faccenda”.

“Il Ministro del Tesoro e delle Finanze, Mehmet Simsek, aveva intenzione di presenziare all’incontro annuale dei leader politici ed economici, finché Erdogan non gli ha impedito di andare, come riferito da fonti che hanno chiesto di restare anonime per la delicatezza della questione”, riferisce Bloomberg.

Blinken sulla ricostruzione di Gaza

In un’intervista con la testata statunitense CNBC, da Davos, il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha dichiarato che i paesi arabi si rifiutano di essere coinvolti nella ricostruzione di Gaza, sapendo che la Striscia potrebbe essere nuovamente “rasa al suolo” a breve termine.

“I paesi arabi stanno dicendo:  guarda, non ci occuperemo di ricostruire Gaza per vederla demolita di nuovo, tra un anno o cinque anni, e poi avere di nuovo l’onere di ricostruirla “.

“Bisogna risolvere la questione palestinese”, ha quindi aggiunto.

Questa è una storia ancora da scrivere. 

Traduzione di Cecilia Parodi. Leggi l’articolo in inglese qui. 

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