Sebbene l’Autorità Nazionale Palestinese dovesse essere l’organizzazione precorritrice di un governo palestinese del futuro Stato di Palestina, è stata invece trasformata in una forza di intermediazione corrotta che lavora per gli interessi israeliani e per mantenere i privilegi economici dei suoi alti funzionari.
Le forze di sicurezza dell’Autorità Nazionale Palestinese stanno conducendo un’operazione per uccidere e arrestare i combattenti della resistenza nel campo profughi di Jenin, utilizzando veicoli blindati, facendo irruzione nelle case, arrestando i combattenti e sparando alla gente per strada. Una campagna, questa, lanciata mentre Israele minaccia di annettere la Cisgiordania.
Mentre Israele continua ad approvare l’ulteriore confisca delle terre della Cisgiordania, l’espansione degli insediamenti illegali, incoraggia il terrorismo dei coloni israeliani e prepara la strada all’annessione formale del territorio, l’Autorità Nazionale Palestinese (ANP) lancia una repressione armata contro i combattenti palestinesi anti-occupazione.
Durante i primi giorni di repressione del campo di Jenin – assediato e invaso con veicoli blindati – le forze di sicurezza dell’Autorità Nazionale Palestinese hanno ucciso l’adolescente palestinese Rebhi Shalabi e l’alto comandante delle Brigate Jenin Yazi Jaayseh.
Replicando le modalità con cui le forze israeliane sono solite assalire il campo profughi, l’Autorità Nazionale Palestinese ha giustificato le sue azioni sostenendo che le violazioni dei diritti umani e le esecuzioni sul campo erano finalizzate a “mantenere la sicurezza e l’ordine pubblico, stabilire lo stato di diritto e prevenire la sedizione e il caos nel campo di Jenin”.
In reazione alle azioni delle Forze di sicurezza dell’Autorità Nazionale Palestinese (PASF), il Jihad islamico palestinese (PIJ) ha dichiarato che “il bersaglio dei gruppi di resistenza da parte delle autorità a Jenin si allinea completamente con l’aggressione e la criminalità dell’occupazione (israeliana)”. Anche Hamas ha rilasciato una dichiarazione pubblica in cui afferma che “si tratta di un crimine su larga scala che richiede una mobilitazione pubblica per rompere l’assedio e sostenere i combattenti della resistenza”.
Secondo l’ufficio umanitario delle Nazioni Unite, l’ANP si è impadronita di parte di un ospedale a Jenin, usandolo come base e aprendo il fuoco sui palestinesi dall’interno della struttura medica. Le forze dell’Autorità Nazionale Palestinese hanno anche messo in stato di detenzione otto uomini e adolescenti, estraendo addirittura uno di loro dall’ospedale mentre era ancora su una barella.
Sebbene la recente repressione dei combattenti della resistenza appartenenti alle Brigate Jenin abbia visto un aumento delle misure oppressive contro il suo stesso popolo, allo scopo di servire i desideri di sicurezza di Israele, l’ANP non è nuova alla tortura e alle esecuzioni sul campo. Negli ultimi anni, in tutta la Cisgiordania settentrionale, sono scoppiate violenze regolari tra i gruppi di resistenza anti-occupazione e le forze di sicurezza filo-israeliane dell’ANP.
Combattere la guerra di Israele
In un recente articolo pubblicato dal Washington Post, l’assalto al campo profughi di Jenin è stato descritto come “un passo inusuale per l’Autorità Nazionale Palestinese”, con conseguente richiesta di chiarimenti sul perché di simili incursioni.
La verità è che non c’è nulla di insolito in questa repressione ed era estremamente prevedibile, l’unica cosa che non ha precedenti è la sua portata. La missione delle forze di sicurezza dell’Autorità Nazionale Palestinesee è quella di gestire due diversi dossier principali in Cisgiordania: la priorità assoluta è la sicurezza israeliana e la questione secondaria è la polizia interna nelle principali città palestinesi.
Secondo gli accordi di Oslo, firmati tra il 1993 e il 2015, l’Autorità Nazionale Palestinese ha il controllo della sicurezza nell’Area A della Cisgiordania occupata. Tuttavia, non è così che funzionano le cose sul campo, poiché le forze israeliane coordinano spesso le loro invasioni dell’Area A e lavorano a fianco dell’Autorità palestinese per assicurarsi che si ritirino dall’area, in modo da permettere all’esercito israeliano di assaltare qualsiasi area scelga.
Sebbene l’apparato di sicurezza dell’ANP, sotto l’ex presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese Yasser Arafat, abbia svolto un ruolo durante la Seconda Intifada – dal 2000 al 2005 – nel sostenere i gruppi armati anti-occupazione in Cisgiordania, è stato costretto a subire una ristrutturazione con l’aiuto di Stati Uniti, Regno Unito, Israele e Giordania.
https://x.com/PalestineChron/status/1869041674254799026
Sotto la presidenza di Mahmoud Abbas, eletto nel 2005 per poi evitare altre elezioni democratiche, le PASF hanno assicurato il coordinamento della sicurezza con l’esercito di occupazione israeliano.
L’Autorità Nazionale Palestinese annunciato innumerevoli volte la sospensione del Coordinamento di Sicurezza, ma si è rifiutata di dare effettivamente seguito ai suoi annunci. In particolare ha torturato a morte il noto critico dell’Autorità Nazionale Palestinese, Nizar Banat, nel giugno del 2021. Nel settembre dello stesso anno, le Brigate Jenin si sarebbero annunciate ufficialmente come gruppo di resistenza.
Nonostante abbiano limitato le loro attività all’area di Jenin e non abbiano lanciato assalti armati contro le forze israeliane – al di là dei posti di blocco locali e di occasionali spari simbolici verso gli insediamenti illegali – le Brigate Jenin avrebbero sviluppato una strategia di semplice difesa delle loro aree locali dalle incursioni israeliane.
Nel 2002, Israele uccise circa 500 palestinesi e schiacciò i gruppi di resistenza armata nel nord della Cisgiordania, durante l’“Operazione Scudo difensivo”. Nel 2021, per la prima volta da allora, questi gruppi di resistenza sarebbero riemersi e avrebbero iniziato a confrontarsi con le forze di occupazione israeliane, innescando una corrente rivoluzionaria che avrebbe finito per diffondersi in aree come Tulkarem, Tubas e Nablus.
Il 31 marzo 2022, in seguito a una serie di attacchi solitari contro soldati e coloni israeliani provenienti dalla Cisgiordania, l’esercito israeliano lanciò l’operazione “Break The Wave”, che portò all’uccisione di centinaia di palestinesi in tutto il territorio, compresi innumerevoli civili.
Improvvisamente, le forze di occupazione israeliane hanno iniziato a utilizzare droni ed elicotteri per effettuare attacchi aerei nel territorio, a piazzare bombe indiscriminate con trappole esplosive e ad aumentare le incursioni, le detenzioni arbitrarie e le esecuzioni sul campo.
All’inizio di gennaio, il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha presentato all’Autorità Nazionale Palestinese un piano che prevedeva la creazione di un’unità PASF appositamente designata per lanciare una repressione contro i nuovi gruppi di resistenza emergenti. Il coordinatore della sicurezza statunitense Michael Fenzel era dietro a questo piano, che è stato soprannominato “Piano Fenzel”.
In seguito a questa vicenda, i funzionari dell’Autorità Nazionale Palestinese, insieme alle loro controparti israeliane, giordane, egiziane e americane, si sono incontrati ad Aqaba, in Giordania, per discutere degli sviluppi nel febbraio 2023. Si sono incontrati nuovamente nella città egiziana di Sharm el-Sheikh, nel marzo dello stesso anno.
Sebbene l’ANP abbia negato le voci trapelate dalla stampa araba, secondo cui stava attuando il Piano Fenzel degli Stati Uniti e stava cercando di addestrare una forza palestinese in Giordania che sarebbe stata specificamente progettata per reprimere violentemente il proprio popolo, ha iniziato a reprimere i gruppi di resistenza.
https://x.com/PalestineChron/status/1868715507572265398
Dopo l’inizio del genocidio israeliano a Gaza, lanciato nell’ottobre del 2023, l’Autorità Nazionale Palestinese ha arrestato decine di combattenti, ne ha uccisi innumerevoli altri, ha sparato a manifestanti civili ed è stata accusata di torturare i suoi critici.
Ha anche dispiegato squadre di artificieri nelle strade della Cisgiordania settentrionale, per diffondere ordigni esplosivi artigianali piantati nel terreno, destinati a colpire le forze israeliane quando lanciano incursioni offensive. Le forze dell’Autorità Nazionale Palestinese rimuovono gli esplosivi e l’esercito israeliano entra successivamente in quelle aree attraverso percorsi che sono stati sgomberati dalle forze dell’Autorità Nazionale Palestinese.
Mentre le prime iterazioni di gruppi come le Brigate Jenin erano in realtà guidate da ex e attuali membri del PASF, molti dei quali facevano parte delle Brigate dei Martiri di Al-Aqsa, affiliate al Partito Fatah, Israele ha iniziato ad assassinare e arrestare questi combattenti della resistenza.
Le intenzioni israeliane di colpire specificamente i combattenti affiliati all’Autorità Nazionale Palestinese avevano lo scopo di recidere i legami tra il PASF e i gruppi di resistenza, rendendo più facile seminare la discordia tra le due parti.
In questo momento, l’ANP sta cercando di ottenere due cose dalla repressione filo-israeliana contro il suo stesso popolo: Il primo è dimostrare la sua posizione e la sua operatività all’amministrazione americana entrante di Trump, che in precedenza l’aveva considerata inutile e aveva ventilato l’idea di scioglierla del tutto. Il secondo è rafforzare la propria posizione in un eventuale prossimo accordo di normalizzazione tra Arabia Saudita e Israele.
L’Autorità Nazionale Palestinese è profondamente impopolare in Cisgiordania: la stragrande maggioranza della popolazione intervistata ha ripetutamente espresso il desiderio che il Presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese Abbas si dimetta e si è persino espressa a favore del crollo dell’attuale Autorità.
Ciò è dovuto in gran parte alla sua diffusa immagine di profonda corruzione, oltre che alle ben documentate violazioni dei diritti umani, al rifiuto di organizzare un processo nazionale democratico e alla collaborazione con Israele, che favorisce l’acquisizione illegale di altre terre.
Sebbene l’Autorità Nazionale Palestinese dovesse essere l’organizzazione precorritrice di un governo palestinese del futuro Stato di Palestina, è stata invece trasformata in una forza di intermediazione corrotta che lavora per gli interessi israeliani e per mantenere i vantaggi economici dei suoi alti funzionari.
(Cronaca della Palestina)
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