“Fermate gli omicidi, fermate i crimini dell’occupazione e restituiteci le nostre vite”, ha detto a The Palestine Chronicle un palestinese sfollato a Rafah.
Il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato che le forze di occupazione invaderanno la città di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, nonostante le richieste internazionali di abbandonare il piano.
Leader mondiali e gruppi per i diritti umani, hanno ripetutamente messo in guardia da una eventuale, catastrofica offensiva di terra nella città, dove circa 1,5 milioni di palestinesi sono stati sfollati, tentando di sfuggire ai terribili bombardamenti israeliani su tutta la Striscia.
The Palestine Chronicle ha parlato con alcuni sfollati palestinesi, attualmente rifugiati in campi profughi improvvisati nella città meridionale.
“Non lasceremo Gaza”
“Ogni giorno sentiamo dichiarazioni dai leader dell’occupazione sull’imminente invasione di Rafah, qui nel sud della Striscia”, ha detto Khader Al-Auja al Palestine Chronicle.
“L’occupazione collega l’invasione di Rafah al completamento dell’invasione di Khan Yunis. Queste dichiarazioni creano paura e terrore a più di 1,5 milioni di palestinesi che sono ormai sfollati nelle tende di Rafah da oltre 80 giorni”, ha aggiunto.
Al-Auja ha spiegato che tutti i palestinesi sfollati a Rafah hanno lasciato le loro case nel nord, a Gaza City e nelle regioni centrali per fuggire dagli attacchi aerei israeliani.
“L’occupazione ha dichiarato Rafah una zona sicura, e ci ha chiesto di evacuare. Non è stato affatto così”.
“Viviamo in queste tende a Rafah ormai da più di 80 giorni, senza acqua né cibo. L’acqua piovana ha allagato le tende più volte e i nostri bambini hanno freddo”, ha continuato Al-Auja.
“Nonostante tutto, abbiamo scelto di restare nelle tende, per preservare la nostra vita e quella dei nostri figli. Adesso l’occupazione ci minaccia da giorni, sostenendo che invaderanno Rafah”.
“Ma noi resteremo a Rafah, e non lasceremo la città se non per ritornare alle nostre case. Siamo stanchi della guerra e dei bombardamenti, cerchiamo sicurezza e non la troviamo da nessuna parte nella Striscia di Gaza”, ha concluso Al-Auja”.
“Sogniamo di ritornare”
“Tutti sanno che l’occupazione sta lavorando per sfollare la popolazione di Gaza nel Sinai, è quel che la leadership dell’occupazione ha annunciato fin dai primi giorni di attacco”, ha dichiarato un’altra palestinese attualmente sfollata a Rafah, Samaher al-Qan, a The Palestine Chronicle.
“L’occupazione ci ha spinto a migrare verso il sud della Striscia, poi verso il confine egiziano. Ora minaccia di invadere Rafah per spingere la gente a migrare nel Sinai, ma la gente vuole tornare alle proprie case. Non vogliono lasciare Gaza”.
Al-Qan ha ricordato il viaggio che lei e la sua famiglia hanno intrapreso alcune settimane fa.
“Siamo fuggiti dal nord verso Rafah, ma non scapperemo da Gaza e non migreremo da Gaza. Sogniamo di tornare nelle nostre case, continuamente”.
“Non lasceremo mai Gaza; siamo nati a Gaza e scegliamo di morire qui, piuttosto che migrare da qui”.
Commentando le ripetute minacce da parte dell’occupazione di invadere Rafah, al-Qan ha detto che si aspetta dal mondo che le parole si traducano in azioni.
“Vogliamo movimenti reali per fermare la guerra, che garantiscano un ritorno sicuro alle nostre case. Vogliamo forti interventi internazionali per fermare i crimini dell’occupazione, e porre fine a questa guerra, bisogna lavorare per ricostruire Gaza e per ridare una vita dignitosa agli abitanti della Striscia”.
“Fermate gli omicidi, fermate i crimini dell’occupazione e restituiteci le nostre vite”.
Traduzione di Cecilia Parodi. Leggi l’articolo in inglese qui.
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