“La gente di Gaza non chiede molto: vuole solo vivere con dignità, sicurezza e pace”.
Dopo 84 giorni di attacco israeliano contro Gaza, ogni famiglia della Striscia è stata, in un modo o nell’altro, danneggiata.
L’incessante bombardamento israeliano via aria, terra e mare, ha portato a orribili sofferenze e a un dolore collettivo senza precedenti nella storia.
Sembra che Israele abbia deciso di effettuare una graduale esecuzione di massa dell’intera popolazione. Chi non è morto a causa dei bombardamenti, o dei cecchini, adesso sta morendo per carestia e diffusone di malattie contagiose.
Il Palestine Chronicle ha parlato con vari cittadini nella Striscia di Gaza centrale, che hanno testimoniato la realtà sul campo.
Ahmed Subh è residente a Deir Al-Balah, nel centro della Striscia. Per la sua famiglia, la guerra israeliana ha avuto un impatto tragico sin dall’inizio.
“Il nostro dolore è infinito”
Il secondo giorno dell’aggressione, un attacco aereo israeliano ha colpito la casa della sorella di Ahmed, uccidendo il marito, la figlia e due figli.
“La mia famiglia si stava ancora riprendendo da queste tragiche perdite, quando un’altra casa è stata bombardata da Israele, ferendo mia sorella, suo marito e i loro figli”, ha detto Ahmed al Palestine Chronicle.
Ma il dolore della famiglia Subh è proseguito, un’altra casa di famiglia è stata colpita a Deir Al-Balah.
“L’altra mia sorella ha perso il marito, mentre i miei fratelli Saleh e Issa sono rimasti feriti. I medici hanno dovuto amputare il piede di Issa”, ha detto Ahmed.
Per oltre 50 giorni, Ahmed e la sua famiglia sono rimasti ricoverati nell’Ospedale dei Martiri di Al-Aqsa a Deir Al-Balah, sperando nella guarigione dei loro parenti.
Poi, Ahmed, ha ricevuto la notizia straziante della morte del suo amato fratello Mahmoud.
“La nostra sofferenza è indicibile, e mi restano solo due speranze: che i miei fratelli feriti possano riprendersi, e che questa orribile guerra finisca presto”, ha detto.
“Le mie scelte impossibili”
Quando le forze di occupazione israeliane hanno annunciato l’espansione dell’ incursione di terra, il 22 dicembre, ai residenti delle aree settentrionali dei campi profughi di Al Nuseirat e Bureij è stato ordinato di evacuare, e di dirigersi a Deir Al-Balah, nell’area centrale della Striscia di Gaza.
Nonostante avessero dichiarato alcune aree come “zone sicure”, Israele ha continuato un incessante bombardamento di tutte le aree della Striscia, assediata e dilaniata dalla guerra.
“Non sappiamo dove scappare e rifugiarci dai bombardamenti”, ha detto Luei Haji al Palestine Chronicle.
“All’inizio dell’attacco abbiamo deciso di trasferirci dalla zona di Maghazi, al campo profughi di Al Nuseirat. Malgrado ci fosse stato assicurato che quella era una zona sicura, abbiamo subito continui attacchi aerei e bombardamenti”.
La popolazione di Gaza pensa che Israele non abbia mai rinunciato all’idea di sfollarli tutti con la forza.
“Tutte le fasi della guerra sembrano mirate a spostare gradualmente i residenti di Gaza”, ha detto Mohammed Farajallah al Palestine Chronicle.
“Hanno iniziato a evacuare le aree settentrionali, e ora stanno facendo lo stesso con il centro di Gaza. Presto ordineranno l’evacuazione del sud”, ha aggiunto.
Ayman Abu Atiwi, che vive vicino alla Gaza Valley, racconta di aver dovuto prendere decisioni difficili.
“Non esco di casa da 75 giorni”, ha detto. “Nonostante gli intensi bombardamenti israeliani nel mio quartiere, non so ancora cosa fare; sia che siamo sfollati o che restiamo nelle nostre case, la mia famiglia dovrà affrontare gli attacchi, e la distruzione continua”.
Abu Atiwi ha invitato la comunità internazionale a fermare il massacro di Gaza, lo spargimento di sangue che ha causato la morte di oltre 21.000 palestinesi, e di impedire a Israele di attuare i suoi piani di sfollamento.
“La gente di Gaza non chiede molto: vuole solo vivere con dignità, sicurezza e pace”.
Traduzione di Cecilia Parodi. Leggi l’articolo completo qui.
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