Game Over? – La cattura dei soldati israeliani a Jabalia potrebbe cambiare le regole del gioco a Gaza

Abu Obeida ha annunciato la cattura di altri soldati israeliani a Gaza. (Immagine: Palestine Chronicle)

By Redazione Palestine Chronicle

Il video mostra un soldato israeliano che viene trascinato, chiaramente ferito – vivo o morto – dentro a un tunnel, da un combattente robusto, presumibilmente nel nord di Gaza. 

Abu Obeida, portavoce militare delle Brigate Al-Qassam, il braccio armato di Hamas, ha dichiarato la cattura dei soldati israeliani poco dopo la mezzanotte di domenica, aprendo una nuova variabile nel complesso scenario di Gaza. 

E istantaneamente, la storia si è ripetuta: i palestinesi hanno festeggiato in massa, mentre l’esercito israeliano ha immediatamente negato tali affermazioni. 

Non abbiamo motivo di credere che Abu Obeida non stesse dicendo la verità. Ogni affermazione giunta dal combattente palestinese mascherato, sin dall’inizio del genocidio, si è rivelata accurata, spesso con prove schiaccianti. 

Gli israeliani, d’altro canto, non hanno la stessa comprovata esperienza. 

Molti analisti militari, ad esempio, sostengono che Israele non stia dicendo la verità sul numero effettivo delle sue vittime militari a Gaza. Lo scandalo dei numeri fa parte della confusa guerra di informazione israeliana, dal 7 ottobre. 

Spesso Israele ha dichiarato un certo numero di vittime per poi ridurlo significativamente, senza alcuna spiegazione. Inoltre, i numeri forniti dagli ospedali e dalle fonti mediche israeliane – di frequente comunicati attraverso Haaretz e altri media –sono del tutto incoerenti con i numeri rivelati da Daniel Hagari, e altri portavoce militari israeliani.

Le rivendicazioni palestinesi, invece, sono sempre state verificate attraverso video ben documentati, a centinaia e ampiamente diffusi attraverso media digitali, e notiziari trasmessi in tutto il mondo, in ogni lingua. 

Anche l’ultima affermazione di Abu Obeida è stata verificata da un breve video, e da un’immagine.

Il video mostra un soldato israeliano che viene trascinato, chiaramente ferito – vivo o morto – dentro a un tunnel da un combattente robusto, presumibilmente nel nord di Gaza. 

L’immagine mostra armi, giubbotti ed elmetti dei soldati israeliani. Gli analisti militari ritengono che le armi mostrate nell’immagine siano pistole ceche, conosciute come CZ Scorpion, spesso utilizzate dalle unità speciali d’élite dell’esercito israeliano. 

Gli analisti arrivano addirittura a identificare quella specifica unità come l’Unità di Comando Shayetet 13, la quale potrebbe anche far parte del servizio di sicurezza Shin Bet. 

Questa analisi non si basa soltanto sul tipo di arma, ma anche sul codice colore delle uniformi dei soldati, in particolare dei loro stivali e calzini, che solitamente sono affiliati ad una specifica unità dell’esercito israeliano.

Questo spiega che quell’unità speciale potrebbe effettivamente, come sostiene la Resistenza, essere stata attirata in un tunnel, facendo credere loro di aver individuato una pista importante sul luogo in cui si trovano i prigionieri israeliani. 

Se queste affermazioni fossero effettivamente verificate, significherebbe che la Resistenza continua ad avere informazioni superiori a quelle israeliane, anche dopo 232 giorni dall’inizio del genocidio di Gaza. 

E ancora, la storia sembra ripetersi. Un evento simile era accaduto il 20 luglio 2014: un’altra guerra israeliana contro Gaza, dall’ esito somigliante a un genocidio, l’ennesima missione israeliana fallita nella Striscia, conclusa come un disastro per l’esercito israeliano.

Quel giorno specifico, secondo il portavoce militare di allora, erano stati uccisi11 soldati israeliani negli scontri a Gaza. Il combattente palestinese mascherato, Abu Obeida, era apparso con una dichiarazione altrettanto improvvisa, all’alba dello stesso giorno, dichiarando che un soldato israeliano di nome Shaul Aaron era stato catturato durante l’operazione della Resistenza. 

Aaron era stato catturato nel quartiere di Tuffah, nella parte orientale della Striscia di Gaza, a breve distanza da Jabalia, dove è avvenuta anche l’ultima operazione. 

La sua unità era stata attirata in un’elaborata trappola tesa dalla Resistenza. L’operazione, secondo la Resistenza, aveva provocato l’uccisione di 14 soldati israeliani, tutti eliminati a distanza zero. 

Tuttavia, quasi immediatamente, l’esercito israeliano aveva negato l’evento e, secondo l’Ambasciatore israeliano presso le Nazioni Unite, la cattura di un soldato era un semplice “pettegolezzo”.

Dopo aver inizialmente rifiutato di commentare la questione, il portavoce dell’esercito israeliano aveva detto che il loro esercito stava esaminando le “accuse”, prima di confermare che un soldato israeliano della Brigata Golani potesse essere scomparso nel quartiere di Shejaiya. Il portavoce aveva ipotizzato che Aaron fosse stato ucciso, anche se il suo corpo non è mai stato ritrovato.

Corte Internazionale di Giustizia ordina a Israele di ritirarsi da Rafah – BREAKING

Ancora una volta, la storia si ripete. Ma ciò che rende questa particolare operazione molto rilevante è il fatto che sia avvenuta dopo 232 giorni della più violenta e distruttiva guerra israeliana contro Gaza, il cui scopo principale era quello di liberare circa 130 prigionieri israeliani attualmente sulla Striscia, oltre ai quattro precedenti, ancora nelle mani di Al-Qassam, incluso lo stesso Aaron. 

L’ultimo video di Al-Qassam si chiude così: “Questo è quel che ci è permesso pubblicare. Ma c’è dell’altro”. 

Ovviamente, questo significa che verranno rilasciati altri video per autenticare ulteriormente l’affermazione di Abu Obeida e, ancora una volta, costringere Israele ad ammettere che siano stati effettivamente catturati più soldati. 

Inutile dire che, considerando il contesto di questa particolare guerra, la cattura di soldati israeliani – che avrebbero dovuto liberare altri soldati israeliani – metterebbe fine all’illusione che molti israeliani continuano a nutrire, ovvero che sconfiggere Hamas sia possibile, e che il rilascio dei prigionieri avverrà sotto la minaccia di una canna di pistola.

 

Traduzione di Cecilia Parodi. Leggi l’articolo in inglese qui. 

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*