‘Speranza e Solidarietà’ – La Palestina incontra il Sud Africa a Città del Capo

(Photo: Nurah Tape, Palestine Chronicle)

By Nurah Tape

In pieno stile sudafricano, la partita aveva atmosfera, bandiere e fervore, con spettatori e organizzatori uniti nel chiedere la Palestina libera.

I sudafricani sono usciti a migliaia domenica pomeriggio, per tifare la nazionale di calcio palestinese che doveva affrontare una squadra locale, il Western Cape XI, a Città del Capo.

L’evento internazionale Football for Humanity, dal tema “Pace, speranza e solidarietà”, è stato lanciato dalla Fondazione Sport Stepping Stones (SSS) e ospitato in associazione con Federcalcio Sudafrica (SAFA) e il Dipartimento Nazionale dello Sport, Arte e Cultura.

“Oggi celebriamo l’umanità, celebriamo l’amicizia. Oggi siamo qui anche per dimostrare il nostro sostegno, come popolo sudafricano, alla lotta dei palestinesi”, ha dichiarato al pubblico il Presidente sudafricano Cyril Ramaphosa, prima della partita, indossando una kehfya palestinese.

“La maggioranza delle persone in questo paese, il governo e il partito al governo del Sud Africa sostengono il popolo palestinese”, ha aggiunto.

La data della partita è significativa, ricorre nel giorno in cui, nel 1990, l’ex presidente Nelson Mandela fu rilasciato dal carcere, “segnando la vittoria della lotta di liberazione contro l’apartheid”.

“Abbiamo detto loro (ai palestinesi) e al mondo, che stiamo seguendo le orme di Nelson Mandela, lui ha detto e ci ha insegnato che la nostra libertà non sarà completa, finché non sarà raggiunta anche la libertà dei palestinesi” ha proclamato Ramaphosa tra gli applausi della folla che sventolava bandiere della Palestina.

A dicembre il Sudafrica ha intentato una causa contro Israele, presso la Corte Internazionale di Giustizia, accusandolo di “atti genocidi” nell’attacco alla Striscia di Gaza.

All’amichevole è intervenuto anche Jibril Rajoub, presidente della Federcalcio Palestinese, che ha ringraziato il presidente Ramaphosa, e il governo, per la loro posizione sulla Palestina.

“Sig. Presidente, quello che state facendo qui, insieme alla federazione calcistica, rappresenta un messaggio agli israeliani: i palestinesi non sono isolati, noi siamo con i palestinesi, siamo con la loro causa per la giustizia”, ha dichiarato.

Rajoub ha proseguito aggiungendo che si tratta di “un messaggio alla comunità internazionale, è ora di porre fine alle sofferenze dei palestinesi”.

“Il genocidio, la distruzione, il razzismo, il fascismo non garantiranno mai la sicurezza, la stabilità regionale o la pace globale. L’unico modo per raggiungere questo obiettivo è riconoscere l’esistenza stessa del popolo palestinese, e il suo diritto ad avere un proprio Stato indipendente”.

Al canto di “Palestina libera” della folla, ha concluso con la parola “Amandla!”, un grido di battaglia popolare, che significa Potere, risalente ai giorni di resistenza contro l’apartheid in Sud Africa.

Solidarietà storica

Erano presenti alla partita anche il Ministro della Giustizia del Sud Africa, Ronald Lamola, e il Ministro delle Relazioni internazionali, Naledi Pandor; figure chiave nel caso del Sud Africa contro Israele.

La squadra palestinese, reduce dallo storico successo nella Coppa d’Asia, dove si è qualificata per la prima volta agli ottavi di finale, è atterrata a Città del Capo giovedì scorso, accolta da un’enorme folla di tifosi.

L’evento Football for Humanity simboleggia la storica solidarietà del Sudafrica con il popolo palestinese “nella lotta contro l’occupazione illegale e la violenza inaudita da parte dello Stato di Israele”, come affermato dalla Presidenza in una nota.

“Diamo ai giocatori palestinesi l’opportunità di godersi il loro sport preferito, in condizioni di pace e di infrastrutture solide”.

Abubakr ‘Boebie’ Cassiem, fondatore della SSS, ha dichiarato: “Due anni fa sono andato alla SAFA, dicendo loro che volevo portare la squadra nazionale della Palestina in Sud Africa, e mi avevano risposto che era impossibile, di smetterla di sognare”

“Ma oggi il sogno è realtà. Se è realtà allora voglio e sogno anche la pace in Palestina. La Palestina sarà libera, succederà”.

La Palestina ha perso la partita 1 – 0, ma ha sicuramente vinto nel cuore della gente, considerati gli applausi del pubblico ogni volta che la squadra ha sfiorato un goal. Lo stadio era adornato da bandiere e striscioni a sostegno della Palestina libera.

Una seconda partita, sempre a Cape Town, vedrà un XI sudafricano Invitational affrontare gli ospiti palestinesi nella Freedom Cup.

A gennaio, la Corte mondiale ha concesso sei misure di emergenza provvisorie richieste dal Sudafrica, tra cui l’obbligo, per Israele, di adottare tutte le misure necessarie a prevenire atti di genocidio a Gaza, e consentire l’ingresso degli aiuti umanitari nell’enclave assediata.

Il numero delle vittime è in aumento

Secondo il Ministero della Sanità di Gaza, 28.340 palestinesi sono stati uccisi e 67.984 feriti nel genocidio in corso a Gaza dal 7 ottobre.

Inoltre, almeno 8.000 persone risultano disperse, presumibilmente morte, sotto le macerie delle loro case in diverse aree della Striscia.

Organizzazioni palestinesi, e internazionali, affermano che la maggior parte delle persone uccise e ferite sono donne e bambini.

L’aggressione israeliana ha provocato lo sfollamento forzato di quasi due milioni di persone dentro la Striscia assediata, la stragrande maggioranza dei quali sono stati costretti a rifugiarsi nella città meridionale di Rafah, vicino al confine con l’Egitto, causando il più grande esodo di massa dalla Nakba del 1948.

Traduzione di Cecilia Parodi. Leggi l’articolo in inglese qui. 

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