By Romana Rubeo
In un’esclusiva al Palestine Chronicle, il giurista afferma che le conclusioni ONU non permettono più alla Procura della CPI di ignorare l’accusa di genocidio.
La Commissione d’Inchiesta Indipendente delle Nazioni Unite sui Territori Palestinesi Occupati ha pubblicato martedì un rapporto storico. Per la prima volta, un organismo ONU ha concluso che Israele sta commettendo genocidio nella Striscia di Gaza.
Per comprendere la portata di questa affermazione, abbiamo parlato con il professor Triestino Mariniello, esperto di diritto internazionale e membro del team legale che rappresenta le vittime di Gaza davanti alla Corte Penale Internazionale.
Perché questo rapporto ONU è storico?
“Il report ha prima di tutto un’importanza storica, prima di tutto perché non ha precedenti, è la prima volta che una commissione d’inchiesta delle Nazioni Unite giunga a una conclusione del genere,” ha detto il professor Triestino Mariniello al Palestine Chronicle.
La sentenza della Corte Internazionale di Giustizia spiegata dall’esperto di diritto internazionale
Ha ricordato che in passato le commissioni ONU avevano accusato Israele di commettere crimini di guerra e crimini contro l’umanità a Gaza.
“Ma mai si erano spinti fino a sostenere che fosse responsabile anche di quello che rappresenta il crimine più grave a livello internazionale, ossia il crimine di genocidio.”
Cosa rende autorevole la commissione?
Secondo Mariniello, l’autorevolezza della commissione e dei suoi membri conferisce al rapporto un peso particolare.
“L’importanza del report deriva da una serie di fattori, prima di tutto dall’autorevolezza stessa della commissione, dei suoi commissari.
Ad esempio, Navi Pillay, conosciuta a livello internazionale, è stata anche giudice al Tribunale Penale Internazionale per l’Uranda.”
Su quali prove si basano le conclusioni?
Secondo Mariniello, l’importanza del rapporto risiede anche nella “metodologia utilizzata, per il fatto che si basa su prove dirette, confermando sostanzialmente quanto già detto da una lunga lista di organizzazioni internazionali, soprattutto da organizzazioni palestinesi”.
Il giurista ha sottolineato che le conclusioni coincidono con quelle di queste organizzazioni.
“Il report è importante perché giunge alle stesse conclusioni di queste organizzazioni, ossia che l’obiettivo dell’autorità israeliana a Gaza non è quello paventato, quello di uccidere, di distruggere Hamas o di portare a casa gli ostaggi, ma è quello, cito il report, di uccidere il più alto numero possibile di palestinesi e rendere la sicurezza di Gaza imbibibile per i sopravvissuti.”
Qual è l’impatto sulla giustizia internazionale?
Sebbene non formalmente vincolanti, Mariniello ha sottolineato che tali rapporti esercitano una forte influenza.
“I report delle commissioni d’inchiesta delle Nazioni Unite, seppur non formalmente vincolanti per il lavoro dei tribunali internazionali, hanno una forte capacità di valenza persuasiva e questo è ovviamente l’aspetto più importante di questi report.”
“Tutte le commissioni sono in diretto contatto con i tribunali internazionali e in passato, ad esempio, già la Corte Penale Internazionale, trattando le situazioni in Sudan, i loro rapporti erano stati presi in considerazione proprio per le indagini,” ha aggiunto.
Che cosa ci si può aspettare ora?
Mariniello spiega che si aspetta e spera che il rapporto “ abbia una forte capacità persuasiva nei confronti della Corte Internazionale di Giustizia, che ovviamente non può ignorare quanto detto dai commissari della commissione.”
Allo stesso tempo, auspica che abbia conseguenze “nei confronti soprattutto della procura della Corte Penale Internazionale che si spinga ad allargare l’agitazione delle indagini e coprire finalmente il crimine di genocidio.”
Cosa significa per il futuro?
“Da un punto di vista probatorio non ci sono più scuse per la procura,” ha concluso Mariniello.
“Questo conferisce un peso legale e politico senza precedenti all’accusa di genocidio nella Striscia di Gaza.”
(The Palestine Chronicle)

