Mobilitazione mondiale per chiedere al gigante delle assicurazioni AXA di cessare le collaborazioni con Israele

Poster della campagna di mobilitazione per chiedere ad AXA di cessare la collaborazione con Israele. (Photo: via BDS TW Page)

By Dalia Ismail

In occasione dell’ Assemblea Generale di AXA che si terrà il 27 aprile a Parigi, varie associazioni hanno lanciato una campagna per chiedere alla compagnia assicurativa multinazionale francese di cessare la sua collaborazione con Israele.

La coalizione ‘Stop AXA Assistance for Israeli Apartheid’, il BNC ( Comitato Nazionale Palestinese del BDS) e altri gruppi alleati agiranno in sinergia per pressare e mettere in guardia AXA sulla sua complicità nella creazione di colonie illegali israeliane, nonché  sui rischi legali e di immagine che il gigante delle assicurazioni correrebbe.

Da giovedì 20 aprile fino al giorno dell’Assemblea Generale Annuale (AGM), 27 aprile, attivisti di tutto il mondo si stanno mobilitando per la Settimana di Azione Globale #AXADivest Global Week of Action.

Dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, lo scorso 24 febbraio, AXA ha condannato fermamente il Presidente russo Vladimir Putin per le sue violazioni del diritto internazionale e dei diritti umani. Sul proprio sito web, inoltre, AXA afferma di rispettare i diritti umani.

Tuttavia, sembra non assumersi le proprie responsabilità nei confronti dei palestinesi che vivono sotto un regime di apartheid e occupazione militare israeliana da oltre 74 anni.

AXA, infatti, continua ad investire in banche israeliane inserite nella lista delle 112 imprese che operano nelle colonie illegali nei Territori Palestinesi Occupati pubblicata dalle Nazioni Unite nel 2020.

Poiché AXA incoraggia le persone a segnalare qualsiasi comportamento ritenuto inappropriato, non etico o illegale alla propria e-mail dedicata alle segnalazioni: speak-up@AXA.com, la mobilitazione prevede di scrivere delle mail alla medesima per denunciare la politica attuata dalla multinazionale.

I promotori della campagna hanno anche elaborato un modello di lettera che può essere reperito in questo modulo.

Le forze armate israeliane hanno ucciso, dall’inizio del 2023, oltre 90 palestinesi. E siamo solo ad aprile. Il furto di terra, la pulizia etnica, la demolizione di case, gli arresti di massa, le incursioni nelle moschee e nelle chiese durante gli eventi religiosi e l’espansione delle colonie continuano a ritmi allarmanti.

È importante ricordare che Israele è in grado di mantenere il suo regime oppressivo sul popolo palestinese solo grazie alla complicità internazionale.

Proprio per questo motivo, investe molto in operazioni tese a ripulire la sua immagine. Ad esempio, secondo varie organizzazioni, tra cui la palestinese 7almeh, il governo israeliano collabora strettamente con il gruppo META per censurare i contenuti filopalestinesi sui social media.

Tel Aviv ha approvato, nel 2011, una legge molto restrittiva contro i promotori e gli attivisti del movimento di Boicottaggio Disinvestimenti e Sanzioni (BDS). Al tempo stesso, Tel Aviv e le lobby filo-israeliane nel mondo lavorano affinché normative simili vengano approvate nei paesi europei, negli Stati Uniti, in Canada, in Australia e in Nuova Zelanda.  

- Dalia Ismail è laureata in scienze politiche e relazioni internazionali. Da anni si occupa di sensibilizzare su alcune tematiche politiche e sociali. Ha contribuito questo articolo al Palestine Chronicle Italia.

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