By Redazione Palestine Chronicle
La Corte Internazionale di Giustizia ha dichiarato venerdì di essere a conoscenza della “situazione pericolosa” nella città di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, ma non ha accolto la richiesta del Sudafrica per ulteriori misure d’urgenza.
“La Corte rileva che i recenti sviluppi nella Striscia di Gaza, a Rafah in particolare, ‘aumenterebbero in modo esponenziale un incubo umanitario, già in atto’, e che può portare a conseguenze regionali indicibili”, si legge nel verdetto che cita le osservazioni fatte dal Segretario delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, all’Assemblea Generale del 7 febbraio.
“Questa situazione pericolosa richiede l’attuazione immediata ed efficace delle misure provvisorie indicate dalla Corte nell’ ordinanza del 26 gennaio 2024, applicabili in tutta la Striscia di Gaza, inclusa Rafah, e non richiede ulteriori misure provvisorie”, ha sottolineato La Corte, aggiungendo:
“La Corte sottolinea che lo Stato di Israele deve rispettare pienamente i propri obblighi ai sensi della Convenzione sul Genocidio e del suddetto Ordine, garantendo la sicurezza e l’incolumità dei palestinesi nella Striscia di Gaza”.
Parere legale
Per comprendere il significato, e le ripercussioni legali, della dichiarazione della Corte, il Palestine Chronicle ha parlato con l’esperto di diritto internazionale Triestino Mariniello, professore di diritto alla John Moores University di Liverpool e membro della squadra legale per le vittime di Gaza presso la Corte Penale Internazionale (CCI).
“È vero, la Corte non ha riconosciuto ulteriori misure provvisorie, ma penso che la decisione sia comunque molto importante”, ha dichiarato il professor Mariniello.
“La Corte ha usato un linguaggio forte, senza precedenti, citando Guterres, il quale afferma che un’invasione di terra ‘aumenterebbe esponenzialmente quel che è già un incubo umanitario’. In altre parole, la Corte Internazionale di Giustizia sta mettendo in guardia Israele dall’invasione di terra”, ha aggiunto Mariniello.
“Inoltre, si afferma che la situazione ‘richiede l’attuazione immediata ed efficace delle misure provvisorie’. Penso che la Corte stia dicendo a Israele che, finora, non ha rispettato le misure provvisorie già emanate”.
Mariniello ha aggiunto:
“Infine, ordina a Israele di garantire ‘la sicurezza e l’incolumità dei palestinesi nella Striscia di Gaza’. Questo, a mio avviso, escluderebbe qualsiasi operazione militare non solo a Rafah, ma nell’intera Striscia. Come si può garantire la ‘sicurezza’ se non fermando qualsiasi operazione militare?”
Secondo il Ministero della Sanità di Gaza, 28.775 palestinesi sono stati uccisi, e 68.552 feriti nel genocidio in corso a Gaza dal 7 ottobre.
Almeno 7.000 persone risultano disperse, presumibilmente morte, sotto le macerie delle loro case in diverse aree della Striscia.
Organizzazioni palestinesi, e internazionali, affermano che la maggior parte delle persone uccise e ferite sono donne e bambini.
L’aggressione israeliana ha provocato lo sfollamento forzato di quasi due milioni di persone, in tutta la Striscia di Gaza, la stragrande maggioranza degli sfollati sono stati costretti a rifugiarsi nella città meridionale di Rafah, vicino al confine con l’Egitto, causando il più grande esodo di massa dalla Nakba del 1948.
Traduzione di Cecilia Parodi. Leggi l’articolo in inglese qui.
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