La Squad muta – I progressisti degli Stati Uniti hanno deluso su Gaza

Il senatore americano Bernie Sanders e la deputata Alexandria Ocasio-Cortez. (Immagine: Palestine Chronicle)

By Robert Inlakesh

Il senatore Sanders sembrava aver adottato una posizione più radicale, includendo la richiesta per un cessate il fuoco, ma è ormai la stessa retorica sposata dall’amministrazione Biden.

Ad eccezione di alcuni oppositori espliciti del genocidio a Gaza, i principali rappresentanti progressisti degli Stati Uniti hanno dimostrato di non avere voce, o nella migliore delle ipotesi, di essere incapaci di utilizzare un linguaggio critico riguardo lo sterminio di massa di civili palestinesi a Gaza da parte di Israele.

Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha recentemente cambiato la retorica sulla guerra israeliana contro Gaza, usando pubblicamente l’espressione “cessate il fuoco” nel tentativo di allineare l’amministrazione con la posizione di circa il 70% dei sostenitori del Partito Democratico.

Tuttavia, l’amministrazione Biden deve ancora chiedere un effettivo cessate il fuoco duraturo, e resta nella politica solo la richiesta di una pausa temporanea.

La squadra

La deputata Rashida Tlaib, insieme ad altri membri di “The Squad”, hanno protestato silenziosamente, sollevando cartelli con la scritta “Cessate il fuoco permanente, adesso” durante il recente discorso del Presidente americano.

Nonostante gli appelli, fin dai primi giorni dell’attacco israeliano contro la Striscia di Gaza assediata, le deputate Tlaib e Cori Bush, The Squad e altre voci progressiste all’interno del Partito Democratico, non sono riuscite collettivamente a funzionare come una voce significativa per i diritti umani palestinesi. 

I due casi più eclatanti sono quelli del senatore Bernie Sanders e della deputata Alexandria Ocasio-Cortez (AOC).

Sebbene l’ex candidato presidenziale degli Stati Uniti, Bernie Sanders, sia stato uno degli oppositori più accesi del Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu, e delle azioni dell’attuale governo contro Gaza, ha anche sottolineato il desiderio che Israele “elimini Hamas”, aggiungendo che a Gaza dovrebbe esserci solo un cessate il fuoco temporaneo.

Il senatore Sanders sembrava aver adottato una posizione più radicale, includendo la richiesta per un cessate il fuoco, ma la sua posizione più umana verso Gaza è ormai divenuta la stessa retorica sposata dall’amministrazione Biden.

Alla fine di ottobre, quando migliaia di bambini erano già stati uccisi a Gaza facendo impallidire il numero delle vittime del 7 ottobre, citato come motivo dell’offensiva israeliana, Bernie Sanders si è confrontato con i manifestanti radunati davanti al suo ufficio, in protesta contro il rifiuto di appoggiare le richieste pubbliche per un cessate il fuoco.

Mentre crescevano le proteste di moltissimi suoi sostenitori, i quali cominciavano a rilasciare dichiarazioni più radicali contro l’assalto israeliano a Gaza, la sua risposta iniziale di sostenere gli sforzi israeliani per eliminare Hamas è rimasta immutata.

Condividendo il palco con Alexandria Ocasio-Cortez, evitando la parola genocidio per descrivere ciò che sta accadendo a Gaza, il senatore Sanders ha dichiarato di sentirsi “un po’ nauseato”.

AOC e Bernie Sanders

Nel caso di AOC, ha dichiarato a verbale “Questa non è una guerra, è un massacro” in riferimento all’assalto israeliano contro Gaza, ma è stata ampiamente criticata, dopo una serie di apparizioni su media radiotelevisivi, dove si è astenuta dall’offrire una posizione chiara riguardo al fatto che le azioni di Israele costituiscano un genocidio.

In un video, ampiamente condiviso sui social media, gli attivisti hanno affrontato la frontwoman di The Squad, riguardo il suo rifiuto nel dire apertamente che Israele sta provocando un genocidio a Gaza, stabilito come un fatto plausibile dalla Corte Internazionale di Giustizia (ICJ).  AOC viene filmata mentre impreca e scatena un’invettiva rabbiosa contro gli attivisti.

AOC ha una lunga esperienza nel ritrattare alcune delle sue critiche nei confronti di Israele. e nel cercare di raggiungere una posizione equidistante quando incalzata sulla retorica che utilizza. 

Tra questi esempi c’è un’intervista pubblicata nel novembre del 2020, in cui la deputata è stata intervistata da Margaret Hoover per “Firing Line” della PBS. Durante il colloquio afferma di credere nel “diritto di Israele ad esistere”, e quando le viene chiesto perché abbia usato l’espressione “occupazione della Palestina”, Ocasio-Cortez risponde:

“Oh, quello che intendevo è, ad esempio, l’aumento degli insediamenti in alcune aree in cui i palestinesi hanno difficoltà ad accedere alle loro abitazioni”.

L’intervista menzionata è importante per comprendere il modo in cui AOC affronta la questione Palestina-Israele con estrema cautela. Ha speigato, con evidente nervosismo, che lei non è una “esperta di geopolitica su questo tema”, invece ne sa abbastanza da temere una reazione negativa.

Nel dicembre del 2021, AOC ha votato “si” a un disegno di legge, approvato dalla Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, che forniva ulteriori aiuti americani a Israele, principalmente attraverso finanziamenti per la difesa aerea dell’Iron Dome.

Dopo l’inizio del massacro a ottobre, ha espresso disponibilità nel fornire a Israele i finanziamenti necessari all’Iron Dome, il che ha rappresentato un forte cambiamento rispetto alla sua posizione precedente, che era critica nei confronti degli aiuti incondizionati degli Stati Uniti a Israele.

Anche Bernie Sanders ha un passato altrettanto filoisraeliano, ed è un sostenitore del “diritto di Israele ad esistere”. Era arrivato persino a sgridare un manifestante, che lo aveva affrontato durante un discorso tenutosi durante l’assalto israeliano alla Striscia di Gaza nel 2014. Il senatore Sanders aveva gridato con rabbia “zitto” al manifestante.

Anche se si sollevano alcune voci critiche all’interno dell’ala progressista del Partito Democratico, quelle voci non sono abbastanza forti da poter soddisfare gran parte delle richieste provenienti dai loro sostenitori.

Nel caso di AOC, la sua posizione è apparsa debole e priva della consueta tenacia che utilizza quando si espone su altri temi, lei opta per un approccio molto cauto su questo argomento.  Per quanto riguarda Bernie Sanders, la sua posizione è quella di Joe Biden, con un approccio leggermente più critico nei confronti di Benjamin Netanyahu.

L’idea di un cessate il fuoco temporaneo rappresenta solo una breve pausa, chiaramente progettata per servire gli interessi israeliani, e quindi colloca Sanders nel gruppo di sostegno al genocidio, capace solo di criticarne alcuni dettagli.

Si potrebbe fare un paragone con i sostenitori della guerra del Vietnam, che erano in disaccordo con alcuni dei crimini più eclatanti dell’esercito americano, ma comunque credevano che la guerra fosse buona e giusta.

 

Traduzione di Cecilia Parodi. Leggi l’articolo in inglese qui. 

- Robert Inlakesh è un giornalista, scrittore e regista di documentari. Esperto di Medio Oriente, e specializzato in Palestina. Ha contribuito con questo articolo a The Palestine Chronicle.

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