Il bambino con due bandiere: La dignità di Gaza contro la propaganda del ministro

Il ministro degli esteri italiano Antonio Tafani si è appropriato di un video da Gaza per fini propagandistici. (Photo: video grab)

By Romana Rubeo

Un video di ringraziamento da Gaza al popolo italiano è stato ripubblicato dal ministro Tajani come presunto tributo al governo, cancellando il significato autentico di un gesto nato tra le macerie e trasformandolo in un atto di propaganda.

Mercoledì, poche ore dopo l’annuncio del cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, Mohammed Sad Aldeen, allenatore del Gaza Freedom Skaters Team, ha pubblicato un video che ha rapidamente fatto il giro dei social.

Nel filmato, Sad tiene in braccio un bambino che stringe le bandiere dell’Italia e della Palestina. Con parole semplici, l’allenatore esprimeva gratitudine al popolo italiano per la solidarietà dimostrata durante due anni di devastazione e assedio.

Nella didascalia che accompagna il video, scrive:

“Oggi alzo insieme la bandiera della Palestina e quella dell’Italia per dire grazie di cuore a tutti voi che siete stati con noi in questi giorni difficili.

Tra le macerie e la distruzione, la vostra solidarietà è la nostra vera speranza.

Non ci avete lasciati soli, i vostri cuori sono sempre con noi.

Da Gaza… a ogni persona in Italia che ci ha sostenuto: grazie, mille grazie.”

Il messaggio, intriso di gratitudine e dignità, è diventato in poche ore un simbolo di riconoscenza reciproca tra Gaza e l’Italia solidale: quella che, dalle piazze e dalle strade, ha fatto sentire la propria voce per la fine del genocidio.

Un Milione in Piazza per la Palestina

Solo pochi giorni prima, il 4 ottobre, Roma era stata teatro di una delle più imponenti manifestazioni mai viste in Italia.

Oltre un milione di persone hanno riempito le strade della capitale, culminando in piazza San Giovanni, per chiedere la fine del genocidio a Gaza e la sospensione immediata delle forniture militari a Israele.

La mobilitazione era stata preceduta da una settimana di blocchi stradali, scioperi e iniziative diffuse in tutto il Paese, con portuali, studenti e lavoratori che avevano fermato interi settori per denunciare il ruolo dell’Italia come terzo esportatore di armi verso Israele.

Durante quei giorni, il governo italiano aveva reagito con irritazione.

La premier Giorgia Meloni, rispondendo alle proteste, aveva definito lo sciopero generale convocato per Gaza “un pretesto per un lungo weekend”,sostenendo che “non porta benefici ai palestinesi” e lamentandosi dei “molti disagi al popolo italiano”, come se ci fosse un disagio che può essere paragonato a un genocidio.

La manipolazione del ministro

Eppure, poche ore dopo la pubblicazione del video di Aldeen, è arrivato un gesto tanto sorprendente quanto discutibile.

La pagina Instagram del ministro degli Esteri Antonio Tajani ha scaricato il filmato e lo ha ripubblicato, spacciandolo falsamente come un ringraziamento al governo italiano per “quello che ha fatto o farà l’Italia”, probabilmente in riferimento a un presunto e mai chiarito ruolo nel processo di cessate il fuoco. 

 

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D’altra parte, la stessa Meloni, sulla sua pagina, si era definita “complice della pace” in Palestina. 

In realtà, il messaggio di Aldeen era chiarissimo: il suo ringraziamento era rivolto al popolo italiano, e in particolare a chi, nelle strade, ha espresso solidarietà concreta al popolo palestinese; ai lavoratori che hanno scioperato; agli studenti che hanno occupato le università.

Aldeen ha anche protestato per l’appropriazione indebita da parte del ministro, chiedendo la rimozione del video: “Questo video è mio e lo avete pubblicato senza il mio permesso,” ha protestato.

Attribuendo quel gesto al governo significa, Tajani ha, in un colpo solo, trasformato una testimonianza di riconoscenza e internazionalismo in uno strumento di propaganda.

Il problema, però, non si ferma al mero atto di manipolazione mediatica, ma è segnale di profonda mancanza di rispetto verso una popolazione che da due anni subisce un genocidio. Non solo si è ignorata la sofferenza del popolo palestinese, in nome di un presunto “diritto di Israele all’autodifesa”; non solo si è avallato ogni crimine di Tel Aviv, verbalmente e fattualmente. Quel dolore viene adesso strumentalizzato per fini elettorali e politici. 

Le immagini, però, parlano da sole, più di qualunque propaganda. E mentre i nostri ministri manipolano i simboli, Gaza ricorda al mondo che la dignità, quella vera,non si può scaricare, né ricondividere con un filtro politico.

(The Palestine Chronicle)

- Romana Rubeo è una giornalista italiana, caporedattrice del The Palestine Chronicle. I suoi articoli sono apparsi in varie pubblicazioni online e riviste accademiche. Laureata in Lingue e Letterature Straniere, è specializzata in traduzioni giornalistiche e audiovisive.

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