Evocato l’Articolo 62 – Il Nicaragua chiede di unirsi al Sud Africa nel caso di genocidio della ICJ

(Image: Palestine Chronicle)

By Redazione Palestine Chronicle

Il governo del Nicaragua ha presentato una richiesta alla Corte Internazionale di Giustizia per unirsi al Sudafrica nel caso di genocidio contro Israele, come annunciato giovedì dalla ICJ.

In una dichiarazione, pubblicata sul sito web della Corte, si afferma che il Nicaragua ritenga la condotta di Israele “una violazione degli obblighi ai sensi della Convenzione sul Genocidio”.

Il Nicaragua, riferendosi all’articolo 62 dello Statuto della Corte, ha depositato nella cancelleria una domanda di autorizzazione per intervenire “come parte” nella causa.

L’articolo 62 recita “Se uno Stato ritiene di avere un interesse di natura giuridica che può essere leso dalla decisione della causa, può presentare una richiesta alla Corte per essere ammesso ad intervenire”.

Il Sudafrica e Israele sono stati, quindi, invitati a fornire osservazioni scritte sulla richiesta di intervento del Nicaragua.

La sentenza della Corte Internazionale di Giustizia è stata pronunciata all’Aia il 26 gennaio.

Anche se il verdetto non ha esplicitamente imposto un cessate il fuoco, ha soddisfatto tutte le richieste del Sud Africa, respingendo la richiesta di Israele di archiviare il caso poiché non pertinente alla giurisdizione della Corte Internazionale di Giustizia.

Un caso di genocidio

Il 29 dicembre, il governo sudafricano ha portato il caso contro Israele davanti alla ICJ, accusandolo di “atti genocidi” nella campagna militare contro Gaza.

L’11 e il 12 gennaio, due settimane prima della pronuncia dell’attesissimo verdetto, si sono svolte udienze pubbliche riguardo la richiesta del Sudafrica.

Secondo il Ministero della Sanità di Gaza, 27.840 palestinesi sono rimasti uccisi e 67.317 feriti nel genocidio israeliano in corso dal 7 ottobre.

Almeno 8.000 persone risultano disperse, e presumibilmente morte, sotto le macerie delle loro case in tutta la Striscia.

Stime palestinesi e internazionali affermano che la maggior parte delle persone uccise e ferite sono donne e bambini.

 

Traduzione di Cecilia Parodi. Leggi l’articolo in inglese qui. 

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