
By Redazione Palestine Chronicle
Il ministro della Difesa italiano Guido Crosetto ha rivolto un duro attacco al governo di Benjamin Netanyahu, accusandolo di portare avanti una conquista territoriale e di aver “perso ragione e umanità”.
In un’intervista pubblicata lunedì dal quotidiano La Stampa, Crosetto ha dichiarato che l’attuale offensiva sulla Striscia di Gaza “non è un’operazione militare con danni collaterali, ma la pura negazione del diritto e dei valori fondanti della nostra civiltà”.
Il ministro ha sottolineato la necessità di distinguere tra un’operazione per “liberare Gaza da Hamas” e una volta a espellere l’intera popolazione palestinese: “La prima si può chiamare liberazione. Cacciare invece un popolo dalla sua terra è ben altro, e il termine usato mi pare del tutto improprio.”
Crosetto ha sostenuto che l’occupazione di Gaza e “alcuni atti gravi in Cisgiordania” segnano un “salto di qualità” nella strategia israeliana, al quale la comunità internazionale deve rispondere con misure concrete “per obbligare Netanyahu a ragionare”.
Tali azioni, ha aggiunto, non sarebbero “contro Israele”, ma mirerebbero a “salvare quel popolo da un governo che ha perso ragione e umanità”.
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“Bisogna sempre distinguere i governi dagli Stati e dai popoli, così come dalle religioni che professano. Vale per Netanyahu, vale per Putin, i cui metodi, ormai, pericolosamente si assomigliano”, ha aggiunto il ministro.
Crosetto ha affermato che l’attuale linea di Israele deriva da una scelta “fondamentalista e integralista” che non può più essere giustificata come legittima difesa dopo l’attacco del 7 ottobre.
“Siamo di fronte a un progetto di segno diverso: la conquista di un territorio straniero mettendo in conto una catastrofe umanitaria come parte del piano.”
Pur ribadendo il sostegno dell’Italia al diritto di Israele di vivere in sicurezza e alla necessità di sradicare il movimento di resistenza palestinese Hamas, Crosetto ha insistito sul fatto che ciò non può tradursi nell’espulsione di massa dei palestinesi o in una ridefinizione forzata dei confini.
Alla domanda sulla possibilità di riconoscere lo Stato di Palestina, come stanno facendo altri Paesi europei, lo ha definito “improprio” senza un processo politico concreto. Tuttavia, ha invitato la comunità internazionale a creare le condizioni per attuare la storica risoluzione ONU sui “due popoli, due Stati”.
Il ministro ha avvertito che un Mediterraneo destabilizzato sarebbe “un danno enorme per l’Europa” e ha ribadito la posizione autonoma dell’Italia rispetto alla linea di Donald Trump, riaffermando che per Roma l’occupazione di Gaza resta “inaccettabile e pericolosa, nei suoi effetti di destabilizzazione epocale dell’area”.
(The Palestine Chronicle)
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