Alla Camera dei Deputati la storia di Hind Rajab: Presentata l’inchiesta di Tamer Almisshal

The Italian Parliament hosted — for the first time — documentation on the case of Hind Rajab, with the participation of Palestinian journalist Tamer Almisshal. (Photo: supplied)

By Redazione Palestine Chronicle

Tra giornalismo investigativo, diritto internazionale e responsabilità politiche, il Parlamento ospita per la prima volta la documentazione sul caso Hind Rajab, alla presenza del giornalista palestinese Tamer Almisshal, autore dell’inchiesta.

Si è svolta ieri alla Camera dei Deputati, a Roma, la conferenza stampa dal titolo “La storia della piccola Hind Rajab”, organizzata dalla parlamentare del Movimento 5 Stelle Stefania Ascari. 

Al centro dell’evento, l’inchiesta realizzata dal giornalista palestinese di Al-Jazeera, Tamer Almisshal, che ha ricostruito in modo dettagliato l’uccisione della bambina palestinese Hind Rajab e dei suoi familiari durante un’operazione militare israeliana a Gaza.

Dopo la proiezione integrale dell’inchiesta, Almisshal ha ripercorso le fasi del suo lavoro, sottolineando come la ricostruzione dei fatti sia stata possibile grazie all’incrocio di testimonianze, materiale audiovisivo e documenti provenienti da fonti militari israeliane. 

Il giornalista ha spiegato che, attraverso questa indagine, sono stati identificati almeno 30.000 ufficiali e soldati israeliani coinvolti direttamente o indirettamente nelle operazioni militari a Gaza dall’inizio dell’offensiva.


Almisshal ha poi ricordato i giornalisti palestinesi che hanno collaborato alla raccolta di prove sul terreno, primo fra tutti Ismail Al-Ghoul, ucciso dall’esercito israeliano il 14 gennaio 2025. 

“Il loro lavoro è la base della nostra capacità di documentare ciò che sta accadendo”, ha detto. Ha inoltre rivelato di aver ricevuto numerose minacce di morte durante la preparazione dell’inchiesta, ma ha dichiarato che le intimidazioni non fermeranno la sua “missione” di racconto della verità.

Particolare attenzione è stata dedicata alla struttura ideologica e militare che Almisshal definisce ‘Vampire Empire’, una rete di individui e unità operative che, secondo l’inchiesta, contribuiscono alla normalizzazione della violenza e alla sua diffusione strategica. 

Tra questi, il giornalista ha citato Shon Glass, figura che si percepisce come ideologo e teorico, promotore di una visione eliminazionista nei confronti dei palestinesi, e Ariel Zuckerman, cittadino israeliano e tedesco, descritto come war influencer impegnato nella produzione e diffusione di contenuti che legittimano e spettacolarizzano le operazioni militari.

A moderare l’incontro è stata Romana Rubeo, caporedattrice del Palestine Chronicle, che ha ricordato come, nell’attuale contesto di totale impunità garantita a Israele, siano le inchieste giornalistiche a costituire uno degli strumenti più concreti e immediati per documentare crimini e individuare i responsabili. 

Rubeo ha spiegato che, in assenza di meccanismi internazionali efficaci che interrompano l’impunità di Israele, il giornalismo d’inchiesta da parte dei professionisti palestinesi diventa una forma di tutela della memoria, della verità e del perseguimento della giustizia.

A seguire, sono intervenuti Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, e Michela Arricale, giurista del CRED e co-presidente del Centro di Ricerca ed Elaborazione per la Democrazia.

Noury ha sottolineato che il genocidio in corso nei confronti della popolazione palestinese non è soltanto un tema di analisi storica o giuridica, ma una realtà attuale alimentata dalla complicità di governi occidentali. 

Ha ricordato come diversi Paesi, tra cui la Germania, abbiano ripreso o incrementato la fornitura di armi a Israele, nonostante le prove crescenti di violazioni gravi del diritto internazionale umanitario.

‘Vampire Empire’ – Un’inchiesta rivela i soldati israeliani che hanno ucciso Hind Rajab

Arricale ha affrontato l’aspetto legale, ribadendo che gli Stati non hanno solo la facoltà — ma l’obbligo giuridico — di prevenire, perseguire e interrompere crimini internazionali, compresi genocidio, crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Ha inoltre evidenziato come la documentazione fornita da giornalisti investigativi possa costituire materiale probatorio rilevante nei futuri procedimenti internazionali.

In conclusione, la deputata Stefania Ascari ha richiamato la responsabilità delle istituzioni italiane nel garantire che testimonianze, documentazioni e richieste di accountability non rimangano prive di seguito politico. 

Ha annunciato l’intenzione di continuare a portare questi temi all’interno del Parlamento, promuovendo spazi di ascolto, approfondimento e pressione istituzionale affinché si agisca in direzione della tutela del diritto internazionale e della giustizia per le vittime civili.

(The Palestine Chronicle)

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