Gli allenatori italiani contro Israele: ‘Va sospeso dalle competizioni internazionali’

Renzo Ulivieri, presidente del’Associazione Italiana Allenatori Calcio. (Design: Palestine Chronicle)

By Redazione Palestine Chronicle

Per gli allenatori italiani, la sospensione di Israele dalle competizioni sportive internazionali rappresenterebbe quindi non soltanto una condanna simbolica, ma un atto concreto.

Gli allenatori di calcio italiani hanno chiesto ufficialmente la sospensione di Israele da tutte le competizioni internazionali, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa ANSA.

L’Associazione Italiana Allenatori Calcio (AIAC), guidata da Renzo Ulivieri, ha inviato martedì una lettera al presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC), Gabriele Gravina, sollecitando un’iniziativa concreta da parte delle istituzioni calcistiche italiane.

Nella missiva, l’associazione ha chiesto che la FIGC presenti una proposta all’UEFA e alla FIFA per ottenere la sospensione temporanea di Israele, alla luce della guerra in corso contro la popolazione di Gaza e delle sue conseguenze umanitarie.

La nazionale italiana è attesa a sfidare Israele nelle qualificazioni ai prossimi Mondiali tra settembre e ottobre, e proprio in vista di questo appuntamento gli allenatori hanno sottolineato la necessità di un gesto che non sia soltanto sportivo, ma che rappresenti anche un atto politico e morale. Secondo Ulivieri, “non si tratta di un semplice gesto simbolico, ma di una scelta necessaria”, frutto di “un obbligo morale” condiviso da tutto il gruppo dirigente dell’associazione.

“I valori dell’umanità, che sono alla base di quelli dello sport, ci impongono di opporci a qualsiasi forma di oppressione che provochi conseguenze drammatiche,” ha dichiarato Ulivieri, ricordando come il calcio e lo sport in generale non possano rimanere indifferenti di fronte a tragedie di tale portata.

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Il conflitto in corso nella Striscia di Gaza ha già provocato, secondo le autorità sanitarie locali, oltre 62.000 morti palestinesi dall’ottobre 2023, mentre l’enclave è stata devastata da bombardamenti continui che hanno distrutto gran parte delle infrastrutture civili. Migliaia di famiglie hanno perso le proprie abitazioni, gli ospedali sono al collasso e la popolazione sopravvive in condizioni sempre più precarie, colpita non solo dalle esplosioni ma anche dalla fame e dall’assenza di cure mediche di base.

L’appello dell’AIAC richiama alla memoria altri precedenti storici in cui il mondo dello sport si è trovato a dover prendere posizione di fronte a violazioni dei diritti umani.

Un esempio emblematico è quello del Sudafrica durante il regime dell’apartheid, quando il Paese fu escluso per decenni da competizioni sportive internazionali, inclusi i Mondiali di calcio, fino alla fine del sistema di segregazione razziale. Quel boicottaggio contribuì ad aumentare la pressione internazionale e a isolare politicamente il regime.

Per gli allenatori italiani, la sospensione di Israele dalle competizioni sportive internazionali rappresenterebbe quindi non soltanto una condanna simbolica, ma un atto concreto in linea con la tradizione di impegno etico dello sport.

Resta ora da capire se la FIGC accoglierà l’invito e se la questione verrà effettivamente portata all’attenzione di UEFA e FIFA, aprendo un dibattito che, come in passato, potrebbe andare oltre i confini del calcio.

(The Palestine Chronicle, Italian Media)

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