Un messaggio importante: è ora di colpire i politici ‘liberal’

Il primo ministro canadese Justin Trudeau. (Immagine: Palestine Chronicle)
Il primo ministro canadese Justin Trudeau. (Immagine: Palestine Chronicle)

By Yves Engler

Preparare una campagna di questo genere, manderebbe un messaggio importante al governo Trudeau. Portarla a termine con successo dimostrerebbe che può essere utile, in materia di diritti umani, impegnarsi nella politica elettorale.

Gli attivisti filo-palestinesi devono utilizzare vari strumenti contro il consenso del governo canadese al genocidio israeliano, tra cui punire il Partito Liberale in fase elettorale. Non sarà facile, perché la politica estera raramente gioca un ruolo significativo nelle elezioni, ma ci sono buoni motivi per ritenere che sia possibile.

Negli Stati Uniti c’è stata una discussione significativa riguardo il ritiro del sostegno democratico al genocidio di Joe Biden. Lo stato del Michigan, con la sua numerosa popolazione araba, è stato teatro della battaglia, e il punto zero per punire elettoralmente Biden. Nelle primarie democratiche di martedì, oltre 100.000 cittadini del Michigan hanno votato “disimpegno” come parte della campagna contro la politica di Biden su Gaza.

Giovedì, George Galloway ha vinto la “byelection” nella città, a maggioranza musulmana e operaia, di Rochdale, vicino a Manchester in Inghilterra. 

Basandosi su un approccio filopalestinese, Galloway ha conquistato la roccaforte del Partito Laburista con un enorme margine a favore del Partito dei Lavoratori Britannico, di sinistra. Dopo la vittoria, Galloway si è rivolto al leader laburista antipalestinese “Keir Starmer, questo è per Gaza”.

In Canada non si è discusso abbastanza sulla punizione che meritano i liberali per aver consentito il genocidio. È successo per la parzialità dei media a favore di Israele, e perché le elezioni non sono previste a breve, ma la rabbia che ha guidato la rivolta popolare precedente potrebbe placarsi solo nel momento in cui il mandato cadrà.

Potrebbe andare così, ma il governo potrebbe cadere in qualsiasi momento, il movimento di solidarietà con la Palestina ha creato una rete attraverso tutto il paese che prende di mira specifiche circoscrizioni.

Lo scorso fine settimana la rete ha ospitato municipi di tutto il paese incentrati sull’obiettivo. La coalizione chiede che il Canada faccia tutto quel che è in suo potere per attuare un cessate il fuoco, fare pressione su Israele affinché tolga l’assedio su Gaza e ponga fine alla complicità nell’occupazione.

Il loro “Free Palestine: Neighborhood Organizing Toolkit” spiega: “Ci concentriamo sui funzionari canadesi, e abbiamo formulato richieste specifiche come chiedere ai parlamentari di realizzare un cessate il fuoco, ponendo fine alla complicità canadese nel genocidio israeliano, tra cui: imposizione di un embargo bilaterale sulle armi a Israele, incluso il commercio di armi attraverso gli Stati Uniti, e forte pressione su Israele affinché ponga fine all’assedio di Gaza”.

Recentemente ho incontrato gli organizzatori di ‘Hochelaga pour la Palestine’ e il gruppo ‘Laurier-Sainte-Marie Palestine’ che si concentrano sul ministro dell’ambiente Steven Guilbeault, e sul ministro del turismo Soraya Martinez Ferrada.

Spingere su questi distretti ha senso per una serie di ragioni. Entrambi sono ministri dal profilo e responsabilità rilevanti per il governo. Entrambi hanno vinto i loro seggi con piccoli margini. Entrambi sono partiti abbastanza di sinistra e non hanno alcuna possibilità di eleggere un conservatore. Entrambi sono adatti alla cartellonistica e al volantinag, con nodi di trasporto pubblico compatibili.

Nella discussione ho consigliato agli organizzatori di impegnarsi nella critica basata sui problemi, e di focalizzare i propri sforzi.

Il mio consiglio si basa, in parte, su una campagna elettorale popolare antimperialista di successo. Durante le elezioni federali del 2006, infatti, gli attivisti solidali con Haiti a Montreal, avviarono un’importante campagna che aveva contribuito alla sconfitta del Ministro degli Esteri Pierre Pettigrew. 

Insoddisfatti del suo ruolo nel rovesciare il governo eletto dello stato caraibico, e nel sostenere una dittatura assassina, avevano affisso oltre 2.000 poster con la foto di Pettigrew e lo slogan “Ricercato per crimini contro l’umanità ad Haiti”. Inoltre, durante le sei settimane di periodo elettorale, avevano distribuito 15.000 volantini su Haiti nelle stazioni della metropolitana, e altri luoghi del distretto. Avevano organizzato una serie di manifestazioni e conferenze stampa critiche sul ruolo di Pettigrew nella nazione caraibica.

Quando Pettigrew perse il seggio, i giornali ‘La Presse’ e ‘Le Devoir’ avevano attribuito il risultato alla campagna. Mesi dopo, il responsabile della campagna in favore di Pettigrew ammise che la sconfitta del Ministro degli Esteri era stata determinata da quelle azioni. 

Campagne simili mirate a Guilbeault e Ferrada sono fattibili. Secondo un recente sondaggio di Angus Reid, il 41% dei canadesi ritiene che “Israele sta commettendo un genocidio contro i palestinesi” (il 32% ritiene che “Israele non stia commettendo un genocidio” mentre il 27% non ne è sicuro). Le cifre sono più alte tra gli elettori liberali.

Uno sforzo organizzativo nella Columbia Britannica ha recentemente estromesso il Ministro provinciale Selina Robinson, a causa del suo odio verso il popolo palestinese. Se gli attivisti vi si dedicassero con sufficiente energia, una campagna mirata di volantini, manifesti, e manifestazioni, potrebbe aiutare a sconfiggere i due Ministri liberali di Montreal per la loro complicità nel genocidio.

Nelle principali città del paese uno o due parlamentari liberali, in posizioni strategiche, potrebbero essere adatti a condurre una campagna anti-genocidio.

Prepararla manderebbe un messaggio importante al governo Trudeau. Portarla a termine con successo dimostrerebbe che può essere utile, in materia di diritti umani, impegnarsi nella politica elettorale.

Traduzione di Cecilia Parodi. Leggi l’articolo in inglese qui. 

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