By Jeremy Salt
Ben poco potrebbe essere più incivile, crudele e barbaro dei crimini che Israele sta commettendo, o più moralmente depravato della complicità dei governi che lo aiutano.
Prima ipotesi:
Washington DC: il trasporto aereo di machete in Ruanda è continuato fino ad oggi, nonostante i continui massacri di uomini, donne e bambini Tutsi da parte degli estremisti Hutu. Allo stesso tempo, su approvazione del Congresso riguardo un pacchetto di aiuti d’emergenza, vengono inviate tende e generi alimentari per le vittime della violenza.Gli Stati Uniti promuovono le contraddizioni della politica “uccidi e nutri”.
“Abbiamo sottolineato più volte che le autorità Hutu hanno diritto di autodifesa”, commenta una fonte del Dipartimento di Stato, che ha voluto restare anonima. “Siamo profondamente dispiaciuti che i machete, forniti per scopi agricoli, vengano invece utilizzati da alcuni estremisti per altri scopi, ma non intendiamo scaricare le colpe. Continueremo a fornire aiuti alimentari alle vittime della violenza, da entrambe le parti”.
“La leadership Hutu si è scusata per il massacro nella chiesa, e ha ordinato un’indagine sulla causa, apparentemente una rottura nella catena di comando. Abbiamo consigliato moderazione, ma per il momento la fornitura di machete continuerà, perché non vogliamo destabilizzare ulteriormente la situazione”.
Seconda ipotesi:
Washington DC: mentre il bilancio delle vittime a Gaza aumenta, il trasporto aereo di armi verso Israele continua. Allo stesso tempo, tende e aiuti alimentari vengono spediti in seguito all’approvazione del Congresso, e della Casa Bianca, per un pacchetto di aiuti di emergenza.
Gli Stati Uniti hanno difeso le evidenti contraddizioni nella politica “uccidi e nutri” dell’amministrazione. “Abbiamo sottolineato molte volte che Israele ha diritto all’autodifesa”, riferisce una fonte del Dipartimento di Stato, che ha voluto restare anonima.
“Siamo profondamente dispiaciuti che i civili stiano morendo, ma sottolineiamo che i palestinesi non si troverebbero in questa situazione se non fossero palestinesi. Detto ciò, non giocheremo a scaricare le colpe”.
“Anche se abbiamo ripetutamente sollecitato moderazione, la fornitura di munizioni a guida di precisione, piccole bombe, bombe bunker buster, munizioni per carri armati, aerei da combattimento F35A, missili Hellfire, cannoni da 155 mm, occhiali per la visione notturna, granate, mortai, armi leggere e munizioni continuerà, poiché non vogliamo destabilizzare ulteriormente la situazione”.
I redattori del New York Times hanno sconsigliato ai loro corrispondenti l’uso di espressioni come genocidio, pulizia etnica, territori occupati, campi profughi, Palestina e Nakba. Si può parlare di strage, massacro e carneficina, ma solo quando si descrive l’attacco del 7 ottobre.
Un portavoce della redazione, criticato per aver escluso quel che alcuni analisti hanno descritto come “importanti punti di riferimento”, ha affermato “Non giocheremo a scaricare colpe, riportando in modo emotivo quanto sta accadendo. Raccontiamo ai nostri lettori ciò che riteniamo debbano sapere, non quel che i nostri critici ritengono che debbano sapere. Fine della storia, per quanto ci riguarda”.
Terza ipotesi:
Londra, maggio 1943: Szmul Zygielbojm, ebreo polacco residente a Londra, che aveva trascorso un intero anno cercando invano di attirare l’attenzione dei governi mondiali su un rapporto bundista che riguardava lo sterminio degli ebrei nella Polonia occupata, rilasciò un’ultima dichiarazione prima di togliersi la vita.
“La responsabilità del crimine di sterminio dell’intera popolazione ebraica della Polonia ricade in primo luogo sugli autori, ma indirettamente grava sull’intera umanità, su popoli e governi degli Stati alleati, che finora non hanno compiuto alcuno sforzo verso un’azione concreta per arginare questo crimine”.
“Con l’osservazione passiva dell’assassinio di milioni di persone indifese, del maltrattamento di bambini, donne e anziani, questi paesi sono diventati complici dei criminali. Non posso tacere. Poiché non ho potuto fare nulla durante la mia vita, forse con la mia morte contribuirò a distruggere l’indifferenza di coloro che possono e dovrebbero agire”.
Poi aveva posato la penna, aveva preso dei sonniferi ed era morto.
Quarta ipotesi:
La prima ipotesi potrebbe essere vera se gli Hutu fossero davvero coinvolti negli orrori strategici e aziendali degli Stati Uniti. La Casa Bianca, il Dipartimento di Stato e i media avrebbero trovato il modo di ritenere i Tutsi almeno in parte responsabili del proprio destino. L’orrore della leadership Hutu per i crimini commessi dagli estremisti, sarebbe stato messo in evidenza utilizzando gli ultimi dati sulle vittime.
Un’indagine approfondita era già in corso, i lettori e spettatori sarebbero stati informati, e sarebbe stata fatta giustizia, avrebbe sottolineato il portavoce del Dipartimento di Stato.
Nel frattempo, la fornitura di machete sarebbe proseguita, ma avvertendo ripetutamente che in nessun caso potevano essere utilizzati per scopi diversi dall’abbattimento di mais e banane.
La seconda ipotesi è in gran parte vera, fino alla censura interna del NYT, e la terza ipotesi è del tutto vera.
Cosa direbbe oggi Szmul Zygielbojm, se avesse vissuto il genocidio degli ebrei solo per diventare testimone di un genocidio a Gaza, diverso nella proporzione, ma non nell’essenza, e commesso non contro gli ebrei, ma da loro stessi? Ne sarebbe di certo inorridito, così come lo sono molti ebrei in tutto il mondo: questo non è l’ebraismo, ma una corruzione che ha forma di escrescenza parassitaria, che ha preso il controllo dei simboli e ne ha manipolato la storia.
Aaron Bushnell si è ucciso davanti all’Ambasciata Israeliana a Washington DC a causa di “ciò che le persone hanno vissuto per mano dei loro colonizzatori” e per “non essere più complice del genocidio”.
Zygielbojm e Bushnell stanno uno accanto all’altro, e accanto a molti altri nella storia che sono stati spinti al punto di rottura in questo mondo politico amorale.
L’indifferenza notata da Zygielbojm è la stessa realtà dietro la maschera di preoccupazione umanitaria che indossano i capi dei governi “occidentali” e i loro Ministri.
Le persone del mondo sono inorridite, disgustate oltre misura. Questi governi stanno letteralmente guardando Israele massacrare i palestinesi, senza fare assolutamente nulla per fermarlo, e tutto per incoraggiarlo, fornendo le armi necessarie per continuare il genocidio. Consegnano i machete agli Hutu.
Niente li smuove, né il massacro dei bambini, né l’esecuzione di bambini da parte dei cecchini, né i bambini sotto le macerie, né la distruzione di ospedali e scuole, né la negazione di cibo, assistenza medica e beni essenziali alla vita, né la morte per fame, non il bombardamento della clinica di fecondazione in vitro di Al Basma a Gaza (4000 embrioni distrutti), non il bombardamento dei morti nei loro cimiteri, nemmeno i droni utilizzati in modo sadico per trasmettere il pianto dei bambini, e il lamento delle madri, per attirare i palestinesi nelle strade in modo che possano essere uccisi.
All’inizio di aprile, il Lemkin Institute for Genocide Prevention ha affermato che Israele sta commettendo un genocidio in tutta la Palestina, in Cisgiordania e a Gaza, e non un genocidio “plausibile” come stabilito dalla Corte Internazionale di Giustizia, ma un vero e proprio genocidio. Eppure, questi capi di governo e i Ministri, ancora non hanno nulla da dire.
Nessuna tribù selvaggia ha mai ucciso così tante persone, così tranquillamente, così gioiosamente, così spietatamente, in un modo così sadico e crudele, come gli sciami di uomini e donne in uniforme nella Gaza da loro stessi distrutta.
Non sono selvaggi quella simpatica giovane donna, con una coda di cavallo, che uccide a distanza utilizzando un drone prima di andare in palestra ad allenarsi: oppure il simpatico giovane che sottolinea di non dimenticare mai il compleanno della nonna, e che esulta quando la sua unità fa saltare in aria una scuola, oppure mentre lui lancia un missile dentro un condominio dal suo F35A. Probabilmente sta uccidendo altre nonne, ma il pensiero non lo sfiora.
Il New Shorter Oxford Dictionary descrive il selvaggio come appartenente a persone primitive e incivili, caratterizzato da ferocia, da un comportamento crudele e barbaro.
Ben poco potrebbe essere più incivile, crudele e barbaro dei crimini che Israele sta commettendo, o più moralmente depravato della complicità dei governi che lo aiutano, pienamente consapevoli di quel che stanno facendo.
Traduzione di Cecilia Parodi. Leggi l’articolo in inglese qui.
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