Chi è Marco Rubio, Segretario di Stato USA e principale destinatario di fondi dell’AIPAC? – PROFILO

US Secretary of State Marco Rubio. (Photo: Gage Skidmore, via Wikimedia Commons)

By Robert Inlakesh

Marco Rubio, uno dei politici più finanziati dalla lobby israeliana, promuove una politica estera aggressiva e filo-israeliana, dall’Iran allo Yemen e oltre.

Uno dei politici più finanziati dalla lobby israeliana, il Segretario di Stato degli Stati Uniti Marco Rubio è un falco della politica estera che definisce l’Iran un “regime terrorista” ed è apertamente ostile alla Cina, mentre offre un “sostegno incondizionato” a Tel Aviv. Nell’ambito della sua posizione dura a favore di Israele, ora punta lo sguardo sullo Yemen, promettendo di degradare con la forza le capacità del governo guidato da Ansarallah.

Il 53enne cubano-americano Marco Rubio è nato a Miami, in Florida. Selezionato dall’amministrazione Trump per il suo nuovo incarico come Segretario di Stato, ha iniziato la sua carriera politica appena due anni dopo aver completato la facoltà di giurisprudenza nel 1998, venendo eletto come commissario della città di West Miami. Ha inoltre lavorato alla campagna presidenziale del senatore repubblicano Bob Dole nel 1996.

Nel 2000 è stato eletto alla Camera dei Rappresentanti della Florida, dove è rimasto per 9 anni, esercitando contemporaneamente la professione di avvocato e ottenendo la carica di presidente della Camera della Florida. Nel 2010 ha poi lanciato una campagna di successo per diventare senatore degli Stati Uniti, ruolo che ha mantenuto fino alla sua recente nomina da parte del presidente Donald Trump.

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È significativo il fatto che abbia ricevuto almeno 1.013.563 dollari dai gruppi di lobbying pro-Israele nel corso della sua carriera, rendendolo uno dei principali destinatari di finanziamenti da parte della lobby sionista. La sua politica estera è stata ampiamente classificata come “interventista”, tanto che si dice che non abbia mai incontrato una guerra che non gli piacesse.

Rubio ha sostenuto l’invasione illegale dell’Iraq nel 2003, anche se nel 2015 ha cambiato posizione a seconda di come gli veniva posta la domanda. Sebbene affermi che non avrebbe sostenuto l’invasione se gli Stati Uniti avessero saputo che Saddam Hussein non possedeva armi di distruzione di massa, allo stesso tempo sostiene che l’amministrazione Bush non abbia fatto la scelta sbagliata.

Nel marzo 2011 ha appoggiato l’intervento militare della NATO in Libia per rovesciare Muammar Gheddafi. Ha inoltre chiesto che gli Stati Uniti aiutassero a rovesciare l’ex presidente siriano Bashar al-Assad e ha assunto posizioni intransigenti contro Iran, Cuba, Venezuela e Cina.

Rubio è anche un convinto sostenitore di Israele e ha sempre dimostrato la sua volontà di servire gli interessi sionisti, ritenendo che i valori americani e israeliani siano gli stessi e che Tel Aviv meriti un sostegno incondizionato.

Dopo il 7 ottobre 2023, in seguito all’attacco guidato da Hamas contro Israele e al successivo genocidio israeliano nella Striscia di Gaza, Rubio ha rafforzato ulteriormente le sue posizioni filo-israeliane. Dipinge l’Iran come l’artefice di tutta l’instabilità in Medio Oriente e, il 27 giugno, ha pubblicato un editoriale sul National Review intitolato “La politica sbagliata di Biden nei confronti degli Houthi danneggia gli americani”. Non solo ha invocato l’espansione della crisi regionale, ma si è concentrato in particolare sulla questione yemenita.

Rubio ha criticato la precedente amministrazione Biden per non essere stata abbastanza dura con il governo yemenita guidato da Ansarallah a Sana’a. “Finché Biden non correggerà la rotta e non imporrà un costo reale a questo gruppo terrorista, dobbiamo aspettarci un aumento dei prezzi e un maggiore rischio per gli americani”, ha dichiarato.

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Ora che Rubio è diventato Segretario di Stato, ha supervisionato la reintroduzione di Ansarallah nella lista delle organizzazioni terroristiche globali e il Dipartimento di Stato americano ha chiarito che l’esercito statunitense è pronto a colpire direttamente lo Yemen. Questa decisione avrà probabilmente conseguenze estremamente negative sul commercio globale, poiché gli Stati Uniti non sono riusciti, con l’operazione Prosperity Guardian, a spezzare il blocco navale imposto dalle forze yemenite nel Mar Rosso.

In sostanza, ciò che Rubio sta chiedendo è che gli Stati Uniti interrompano nuovamente il commercio attraverso il Mar Rosso, con l’unico scopo di regolare i conti per conto di Israele. Per quanto riguarda la questione palestinese, finora si è allineato alla retorica dura del suo presidente, sostenendo proposte di pulizia etnica.

(The Palestine Chronicle)

- Robert Inlakesh è un giornalista, scrittore e regista di documentari. Esperto di Medio Oriente, e specializzato in Palestina. Ha contribuito con questo articolo a The Palestine Chronicle.

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