By Redazione Palestine Chronicle
A ottobre il Presidente degli Stati Uniti sapeva che gli attacchi aerei israeliani venivano effettuati senza “informazioni sicure”.
La Casa Bianca sapeva, dalla fine di ottobre, che Israele stava bombardando regolarmente obiettivi civili a Gaza, eppure il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha continuato a difendere pubblicamente la condotta dell’esercito israeliano, secondo quanto riferito lunedì dal Washington Post.
Il 27 ottobre, tre settimane dopo l’inizio dell’attacco israeliano, i massimi funzionari della politica estera di Biden avevano riferito a un piccolo gruppo della Casa Bianca che “Israele bombarda regolarmente edifici senza informazioni che dimostrino la presenza di obiettivi militari”, ha scritto il giornale citando tre fonti dell’incontro.
I funzionari hanno, inoltre, espresso preoccupazione per il fatto che il Primo Ministro Benjamin Netanyahu non avesse un piano chiaro per sconfiggere il gruppo di Resistenza Hamas, e una fonte ha riferito al Post che “fin dall’inizio, abbiamo avuto la netta sensazione che gli israeliani non avrebbero fatto quel che dicevano di voler fare”.
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In quel periodo gli Stati Uniti stavano aumentando gli aiuti militari a Israele. Due settimane prima dell’incontro, Biden si era recato in visita nello Stato ebraico e dichiarando pubblicamente “finché gli Stati Uniti esisteranno, Israele non sarà solo”.
Il giorno stesso dell’incontro, il portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, John Kirby, aveva detto ai giornalisti che gli Stati Uniti non avrebbero imposto alcuna “linea rossa” sulla condotta militare di Israele.
L’incontro ha cambiato ben poco riguardo la retorica di Biden e dei suoi funzionari. Il Presidente non ha criticato Israele per i ripetuti bombardamenti contro un campo profughi, all’inizio di novembre. Inoltre, la Casa Bianca, aveva appoggiato pubblicamente la decisione israeliana di bombardare il più grande ospedale di Gaza alla fine di quel mese, e Kirby aveva riferito ai giornalisti che Hamas nascondeva un centro operativo sotto la struttura.
Dietro le quinte, tuttavia, i funzionari statunitensi sapevano che una simile dichiarazione sarebbe stata vista dagli israeliani come un “semaforo verde” per attaccare l’ospedale, come riferito dal Washington Post. Il Senatore democratico Chris van Hollen aveva dichiarato al giornale che c’era “una certa discrepanza” tra ciò che aveva detto Kirby e ciò che avevano mostrato i rapporti dell’intelligence americana, ma senza fornire ulteriori spiegazioni.
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A causa del crescente malcontento dei suoi stessi elettori, Biden da allora è diventato più critico nei confronti di Netanyahu. A gennaio, il Presidente degli Stati Uniti aveva affermato che stava “lavorando segretamente con il governo israeliano per convincerlo a ridurre l’attacco e abbandonare Gaza”. Tuttavia, “quando quelle conversazioni hanno prodotto scarsi risultati, i funzionari statunitensi hanno espresso pochi rimproveri pubblicamente, e non c’è stata alcuna conseguenza”, riferiscono le fonti del Post.
“Netanyahu ha puntato il dito contro Biden, continuamente”, dichiarava Van Hollen ad Axios a gennaio, aggiungendo che l’amministrazione Biden stava “supplicando la coalizione di Netanyahu, ma prendono schiaffi in faccia come risposta”.
Netanyahu ha annunciato venerdì di voler attaccare la città di Rafah, nel sud di Gaza. Rafah ospita attualmente più di un milione di palestinesi, sfollati da altre zone dell’enclave, e Biden ha dichiarato a MSNBC, all’inizio del mese, che “un’operazione israeliana lì oltrepasserebbe la linea rossa”.
Biden ha poi parzialmente ritrattato i suoi commenti, dicendo alla MSNBC che Netanyahu “ha il diritto di difendere Israele”, ma che deve “prestare maggiore attenzione alle vite innocenti che vengono sacrificate”.
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Attualmente sotto processo davanti alla Corte Internazionale di Giustizia per genocidio contro i palestinesi, Israele sta conducendo un’aggressione devastante contro Gaza dal 7 ottobre.
Secondo il Ministero della Sanità di Gaza, 31.726 palestinesi sono stati uccisi, e 73.792 feriti nel genocidio in corso.
Inoltre, almeno 7.000 persone risultano disperse, presumibilmente morte, sotto le macerie delle loro case in tutta la Striscia.
Organizzazioni palestinesi, e internazionali, affermano che la maggior parte delle persone uccise e ferite sono donne e bambini.
L’aggressione israeliana ha provocato lo sfollamento forzato di quasi due milioni di persone, provenienti da tutta la Striscia di Gaza, la stragrande maggioranza degli sfollati sono stati costretti a rifugiarsi nella città meridionale di Rafah, vicino al confine con l’Egitto, causando il più grande esodo di massa dalla Nakba del 1948.
Israele afferma che 1.200 soldati e civili sono stati uccisi durante l’operazione Al-Aqsa il 7 ottobre. I media israeliani hanno pubblicato rapporti che suggeriscono che molti israeliani sono stati uccisi quel giorno dal “fuoco amico”.
Traduzione di Cecilia Parodi. Leggi l’articolo in inglese qui.
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