By Redazione Palestine Chronicle
La Germania sta programmando di intervenire nel caso di genocidio in corso presso la massima Corte delle Nazioni Unite, la Corte Internazionale di Giustizia (ICJ), come riferito venerdì da un portavoce governativo.
“Il Governo tedesco respinge, fermamente ed esplicitamente, l’accusa di genocidio mossa contro Israele davanti alla Corte Internazionale di Giustizia”, ha detto il portavoce Steffen Hebestreit, secondo l’agenzia di stampa Anadolu.
“Questa accusa non ha alcun fondamento”, avrebbe aggiunto.
Dall’inizio dell’attacco su Gaza, il 7 ottobre, Israele ha ucciso oltre 23.700 palestinesi, e ne ha feriti più di 60.000, la stragrande maggioranza dei quali sarebbero civili.
Oltre 7.000 palestinesi risultano ancora dispersi sotto le macerie, molti corpi giacciono lungo le strade, soprattutto nel nord di Gaza.
“Save the Children” ha affermato che sono stati uccisi più di 10.000 bambini, con una media di oltre 100 bambini al giorno.
L’UNRWA riferisce che 1,9 milioni dei 2,3 milioni di abitanti di Gaza sono sfollati, e l’ONU che oltre 2,2 milioni stanno soffrendo la fame.
La Germania, tuttavia, insiste sul fatto che questi dati non costituiscano prove per un caso di genocidio, e che il sostegno a Israele derivi dalla loro specifica responsabilità nei confronti di Israele, per il massacro nazista perpetrato contro gli ebrei durante la Seconda guerra mondiale.
“Considerando la storia della Germania, i crimini contro l’umanità e la Shoah (catastrofe in inglese), il governo è particolarmente impegnato nei confronti della Convenzione delle Nazioni Unite sul genocidio”, ha affermato Hebestreit.
“Il Governo tedesco sostiene la Corte Internazionale di Giustizia nel suo lavoro, da molti decenni. Il Governo intende intervenire come terza parte nell’udienza principale”.
Venerdì, il governo israeliano ha iniziato la propria difesa davanti alla ICJ, respingendo le accuse di genocidio, ma senza fornire alcuna argomentazione o prova convincente.
Il Sudafrica, che ha portato il caso davanti alla Corte, ha accusato le autorità israeliane di aver perpetrato un genocidio contro i palestinesi a Gaza, tramite un continuo e devastante attacco militare.
Pretoria ha chiesto alla Corte misure provvisorie per proteggere il popolo palestinese, tra cui fermare immediatamente gli attacchi militari israeliano.
Supporto presso l’ICC
La Germania rimane impegnata nei confronti di Israele, nonostante la crescente rabbia in tutto il mondo per il linguaggio e il comportamento di Tel Aviv.
Mentre il Primo Ministro Benjamin Netanyahu afferma che il Governo sta lavorando per facilitare la “migrazione volontaria” dei palestinesi fuori da Gaza, il ministro del Patrimonio Amichai Eliyahu ha dichiarato il 5 novembre che sganciare una bomba nucleare su Gaza resta “un’opzione”.
“C’è solo un posto per la Germania: saldamente al fianco di Israele. La sicurezza di Israele è, e resterà, la motivazione principale delle azioni dello Stato tedesco”, ha proclamato il cancelliere tedesco Olaf Scholz, subito dopo l’inizio dell’attacco.
“La nostra storia, la responsabilità che abbiamo a causa dell’Olocausto, rendono nostro dovere difendere l’esistenza e la sicurezza dello Stato di Israele, in modo permanente. Questa responsabilità è la nostra guida” come citato nel sito web del governo federale.
Tale posizione è rimasta salda anche dopo quasi 100 giorni di massacro.
“Israele ha tutto il diritto di difendersi da Hamas”, ha affermato il vicecancelliere Robert Habeck, durante una conferenza stampa congiunta con il Ministro dell’Economia israeliano Nir Barkat, tenutasi a Gerusalemme l’11 gennaio.
Durante l’incontro, Barkat ha criticato la Corte Internazionale di Giustizia per presunti pregiudizi nei confronti di Israele.
La posizione tedesca è rimasta fedele al comportamento passato, prima dell’operazione militare di Hamas del 7 ottobre, la quale, secondo Israele, avrebbe causato la morte di quasi 1.200 israeliani, tra cui centinaia di militari e membri dell’intelligence.
La Germania è stata il principale difensore di Israele contro la Corte Internazionale di Giustizia, sollecitata a esaminare un caso di crimini di guerra commessi da israeliani contro i palestinesi.
Parte del ritardo nel caso è legato a paesi come la Germania, i quali hanno continuato a sostenere che il caso non possa procedere per problemi legali o tecnici.
Nel febbraio 2020, la Germania ha presentato un parere amicus curiae (amico della corte), sostenendo che la Corte Penale Internazionale non possa avviare un’indagine formale, perchè la Palestina non soddisferebbe la definizione di Stato, ai sensi dello Statuto di Roma.
Traduzione di Cecilia Parodi. Leggi l’articolo in inglese qui.
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