Fumo e schegge – Il Palestine Chronicle intervista i sopravvissuti al massacro nella scuola di Al Nuseirat

Le forze di occupazione israeliane hanno commesso un raccapricciante massacro ad Al Nuseirat. (Foto: Abdallah Aljamal, Palestine Chronicle)

By Abdallah Aljamal

Il Palestine Chronicle ha parlato con tre sopravvissuti all’ultimo massacro di Nuseirat, hanno descritto quanto accaduto nella sanguinosa alba di giovedì.

Le forze di occupazione israeliane hanno commesso un raccapricciante massacro all’alba di giovedì, prendendo di mira, ancora una volta, i civili sfollati in una scuola affiliata all’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati Palestinesi (UNRWA) nel campo profughi di Al Nuseirat, centro di Gaza.

L’Ufficio stampa governativo della Striscia ha confermato che almeno 40 palestinesi sono stati uccisi, e molti altri feriti, e che l’attacco israeliano ha completamente distrutto tre aule dove erano rifugiati i profughi.

Sebbene Nuseirat non abbia subito grandi incursioni militari dall’inizio della guerra, è stato teatro di numerosi massacri, che hanno colpito scuole, torri residenziali, mercati e panifici. 

Il Palestine Chronicle ha parlato con tre sopravvissuti all’ultimo massacro di Al Nuseirat, hanno descritto quanto accaduto nella sanguinosa alba di giovedì.

Mentre dormivamo

Ibrahim Ayad era nella scuola quando le forze israeliane l’hanno colpita, con diversi missili. 

“Sono fuggito con la mia famiglia quando la mia casa è stata distrutta, viviamo in condizioni di vita estremamente difficili, e il mio unico obiettivo è sempre stato quello di trovare un posto sicuro per i miei figli”, ha raccontato al Palestine Chronicle. 

Ora Ayad si sente insicuro. La scuola era già stata colpita più di un mese fa, e otto palestinesi erano stati uccisi. Il massacro di oggi è stato peggiore.

“Questa è la definizione perfetta di genocidio. Ci hanno colpiti mentre dormivamo. I leader israeliani dovrebbero essere ritenuti responsabili di questi crimini immorali”.

“È stato un incubo”

Ibrahim Hussein è un volontario della scuola. Insieme ad altre persone ha aiutato i rifugiati, durante il loro disperato tentativo di sopravvivere all’assalto in corso.

Sebbene Hussein avesse già vissuto altri massacri a Nuseirat, uno proprio in quella scuola, è rimasto scioccato dall’orrore.

“Decine di persone sono state uccise, c’erano pezzi di corpi sparsi ovunque nella scuola”

“I bambini e le donne erano terrorizzati, tutti sono fuggiti all’esterno, generando un caos senza precedenti”, ha spiegato Hussein. 

“Ho provato a calmare adulti e bambini, ma era un incubo, le schegge erano sparse ovunque”.

Fumo e schegge

Il dottor Yunus Eid è un medico volontario che attualmente lavora al rifugio. Al momento dell’attacco stava dormendo, nel centro medico di uno dei quattro edifici che fanno parte del complesso UNRWA. 

“Quando abbiamo sentito il bombardamento, siamo subito corsi fuori. Fumo e schegge erano ovunque”.

“Abbiamo cercato di calmare le persone, di aiutarle e tranquillizzarle informandole che i bombardamenti avevano colpito l’edificio accanto, ma l’attacco è stato massiccio”, ha continuato.

Il numero degli sfollati nelle quattro scuole supera i 50.000. 

“Al mattino tutti si sono resi conto della portata dell’atroce crimine, commesso dall’occupazione”, ha riferito il dottor Eid. 

Ha invitato le istituzioni internazionali e le grandi potenze a intervenire, fermare immediatamente i crimini dell’occupazione e il genocidio israeliano a Gaza.

“Spero che sia stato l’ultimo massacro di questa terribile guerra, e che si raggiunga presto un accordo, è urgente”.

Traduzione di Cecilia Parodi. Leggi l’articolo in inglese qui. 

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