Esponente di spicco del movimento palestinese arrestato mentre cresce la pressione sull’attivismo pro-Palestina

Esponente di spicco del movimento palestinese Mohammed Hannoun. (Photo: via Facebook)

By Redazione Palestine Chronicle

AGGIORNAMENTO:

A Milano l’avvocato Fabio Sommovigo, difensore di Mohammad Hannoun, presidente dell’Associazione Palestinesi in Italia arrestato oggi, ha dichiarato che una prima lettura della misura cautelare lascia intendere che l’inchiesta si basi sulle interpretazioni dei movimenti di denaro da parte delle autorità israeliane. Nelle carte processuali, ha detto Sommovigo insieme al collega Emanuele Tambuscio, “c’è una ricostruzione dei flussi di denaro raccolti pacificamente per Gaza”. Ha aggiunto che le interpretazioni della Procura sembrano aderire a quelle di Israele e che sarà necessario valutare quale sia la corretta interpretazione.

Nel frattempo, centinaia di persone sono scese in strada a Milano per manifestare solidarietà agli indagati. Partito da piazza Cavour, il corteo ha attraversato via Senato per poi proseguire lungo corso Buenos Aires, con l’obiettivo di raggiungere San Babila e il Duomo.

Le autorità italiane hanno arrestato sabato mattina Mohammed Hannoun, attivista palestinese e presidente dell’Associazione Palestinesi in Italia, nell’ambito di una vasta indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo di Genova. 

L’operazione ha portato all’esecuzione di misure cautelari nei confronti di nove persone e di tre associazioni, oltre al sequestro di beni e risorse finanziarie per un valore complessivo stimato in oltre otto milioni di euro, ritenuti dagli inquirenti riconducibili ad attività di finanziamento illecito.

Secondo le contestazioni mosse dalle autorità giudiziarie, ad Hannoun viene attribuito un ruolo centrale in una presunta rete di raccolta e trasferimento di fondi che sarebbero stati destinati al movimento di resistenza palestinese Hamas, organizzazione che l’Unione europea e altri stati classificano come terroristica. 

Le accuse riguardano in particolare la gestione di risorse raccolte attraverso associazioni impegnate in attività umanitarie a favore della popolazione palestinese.

 

View this post on Instagram

 

A post shared by USB.Lombardia (@usb.lombardia)

Hannoun, nato nel 1962 in Giordania e residente da anni a Genova, è architetto di professione ed è noto in Italia per il suo attivismo politico e sociale a sostegno della causa palestinese. 

Nel corso di decenni ha organizzato e partecipato a manifestazioni pubbliche, iniziative di solidarietà e campagne di sensibilizzazione, operando in modo aperto nello spazio civile e associativo.

In passato, Hannoun ha più volte respinto le accuse a suo carico, definendo le contestazioni una costruzione politica e rivendicando il proprio impegno come esclusivamente legato alla difesa dei diritti del popolo palestinese. 

In precedenti dichiarazioni pubbliche, aveva affermato di considerare Hamas un soggetto politico legittimato dal consenso elettorale nei territori palestinesi, precisando che la sua adesione è di natura politica e non riconducibile a una partecipazione diretta ad azioni armate.

“Sono semplicemente un palestinese impegnato da decenni nella lotta per i diritti del suo popolo. Hamas ha avuto più del 70% dei voti a Gaza e in Cisgiordania, quindi è un legittimo rappresentante del popolo palestinese. E io sono simpatizzante di Hamas come lo sono di ogni fazione che lotta per i miei diritti,” aveva dichiarato in una recente intervista con Il Fatto Quotidiano.

Al di là delle accuse formulate dagli inquirenti, è importante ricordare che, in base al diritto italiano, Mohammed Hannoun è da considerarsi innocente fino a eventuale condanna definitiva. 

L’arresto avviene in un clima europeo sempre più segnato dalla repressione e dalla criminalizzazione delle realtà politiche, associative e umanitarie che esprimono sostegno al popolo palestinese. 

In diversi Paesi dell’Unione europea, attivisti, ONG e reti di solidarietà sono oggetto di indagini, scioglimenti forzati, blocchi dei conti e procedimenti giudiziari, in un contesto in cui il confine tra attività politica legittima e reato viene progressivamente ristretto.

Nel frattempo, diversi governi europei – compreso quello italiano – continuano a intrattenere rapporti economici e militari con Israele, nonostante le gravi accuse di genocidio formulate da organismi internazionali, giuristi e istituzioni per i diritti umani in relazione alla guerra a Gaza, che ha portato all’uccisione di quasi 71.000 persone. 

Inchieste giornalistiche e analisi indipendenti, come quelle pubblicate da Altraeconomia, hanno documentato il ruolo dell’Italia nella vendita e nell’esportazione di armamenti verso Israele, anche nel contesto del genocidio a Gaza, sollevando interrogativi sulla coerenza delle politiche ufficiali e sul rispetto del diritto internazionale.

(The Palestine Chronicle)

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*